Concluso il Global Climate Action Summit di San Francisco: nuovi impegni di politica e imprese contro le emissioni
Uno degli accordi più importanti è quello siglato da 70 sindaci delle principali città del mondo che hanno ribadito il loro impegno a tagliare la CO2, eliminando 12 miliardi di emissioni equivalenti entro il 2050, oltre all’impegno che li vede come protagonisti sulla strada verso rifiuti zero
18 September, 2018
Si è concluso venerdì 14 settembre il Global Climate Action Summit a San Francisco, la tre giorni sul cambiamento climatico rivolta alle economie di tutto il mondo. Numerosi i capi di governo, le città, le imprese e le organizzazioni no profit, che hanno discusso sulle azioni da intraprendere per intensificare l'impegno per il clima così da arrivare quanto prima al picco delle emissioni di gas serra nel maggior numero di paesi.
Gli articoli 3 e 4 dell’Accordo di Parigi, firmato nel 2015, prevedono infatti che gli Stati puntino a raggiungere “il picco il più presto possibile per procedere successivamente a rapide riduzioni in conformità con le soluzioni scientifiche più avanzate disponibili”, anche se sono numerosi gli studi che sostengono che neppure gli obiettivi stabiliti nell'accordo della Cop21 garantiscono che l'aumento della temperatura media globale rimanga entro i due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, come si è deciso.
A San Francisco tuttavia i leader mondiali hanno dichiarato una serie di nuovi impegni per un'economia a basse emissioni di carbonio, i cui vantaggi sarebbero molteplici. Oltre ai miliardi in termini di benefici economici, innanzitutto si eviterebbero oltre 700.000 di morti per inquinamento. Si calcola poi che da qui al 2030 si potrebbero generare oltre 65 milioni di nuovi posti di lavoro a basse emissioni, equivalenti a quelli di oggi in tutto il Regno Unito e in Egitto. Inoltre attraverso la riforma dei sussidi e il prezzo del carbonio, ci sarebbero incalcolabili entrate governative ogni anno, da riutilizzare per investimenti in opere pubbliche o per ridurre le distorsioni fiscali. Passando a forme di agricoltura più sostenibili combinate con una seria protezione delle foreste, delle terre degradate e delle zone costiere, si rafforzerebbero le difese e l'adattamento agli impatti climatici.
Il
governatore della California Edmund G. Brown Jr ha dichiarato: "Qui
al Global Summit città, stati, imprese e organizzazioni no-profit
hanno preso impegni importanti. Ora è il momento di riportare questo
slancio a casa. Il cambiamento climatico non aspetta nessuno. Andiamo
a lavorare." Cinque
sono state le macro-aree di interesse:
investimenti per il cambiamento climatico, gestione del territorio e
degli oceani, crescita economica inclusiva, comunità sostenibili,
sistemi energetici sani.
Uno degli accordi più importanti è quello siglato da 70 sindaci delle principali città del mondo, tra cui Los Angeles, Accra, Tokyo, Città del Messico, che hanno ribadito il loro impegno a tagliare la co2, eliminando 12 miliardi di emissioni equivalenti entro il 2050, oltre all’impegno che li vede come protagonisti sulla strada verso rifiuti zero. Mentre le regioni presenti al summit, tra cui cera anche la Lombardia, hanno preso l’impegno di dotarsi di un parco mezzi totalmente a emissioni zero entro il 2030.
E se l’impegno della politica è fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici non meno importanti sono le scelte delle 488 aziende di 38 paesi che hanno adottato percorsi di riduzione delle emissioni in linea con l’Accordo di Parigi. Sono invece 21 le aziende che hanno aderito alla Step Up Declaration, un nuovo accordo per la riduzione delle emissioni di gas nocivi che coinvolge tutti i settori economici.
Per approfondire www.globalclimateactionsummit.org/