Rifiuti di Roma, assoluzione Cerroni. Ercolini: ‘Drammatico se questa vicenda giudiziaria influisse sulle pianificazioni’
Per capire se l’assoluzione di Cerroni può influire sulle politiche capitoline che ispirano alla strategia Rifiuti Zero abbiamo intervistato Rossano Ercolini impegnato in questi giorni in un tour per presentare il suo ultimo libro “Rifiuti zero. Dieci passi per la rivoluzione ecologica dal Premio Nobel per l'ambiente”
08 November, 2018
È di qualche giorno fa la notizia dell’assoluzione per non aver commesso il fatto di Manilo Cerroni per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. A sentenza emessa il capo indiscusso della gestione dei rifiuti di Roma negli ultimi cinquant’anni ha commentato: "Non chiedevo il premio ma il castigo proprio no, dopo tutto quello che ho fatto nella vita e per Roma”.
Adesso il novantaduenne Cerroni potrebbe rientrare nei giochi, anche se in realtà con le sue aziende non è mai uscito dal circuito della gestione dei rifiuti romani. Per capire se l’assoluzione può influire sul presente e sul futuro delle politiche ambientali capitoline che, nonostante tutto, tendono e si ispirano alla strategia Rifiuti Zero, abbiamo contattato Rossano Ercolini, presidente dell’Associazione Zero Waste Europe, che ha collaborato con l'amministrazione Raggi proprio per raggiungere gli obiettivi della strategia. Ercolini, insieme a Paul Connet, ha intrapreso un tour per presentare il suo ultimo libro. Un saggio che nemmeno a farlo a posta si chiama “Rifiuti zero. Dieci passi per la rivoluzione ecologica dal Premio Nobel per l'ambiente”.
È sorpreso dell’assoluzione di Cerroni nel processo che lo vedeva accusato di essere il capo di un sodalizio criminoso finalizzato al traffico illecito di rifiuti?
No, non sono affatto sorpreso.
Dopo la sentenza c’è la possibilità che possa cambiare qualcosa nel panorama della gestione rifiuti della Capitale?
Sarebbe un messaggio drammatico se questa vicenda giudiziaria dovesse direttamente influire sulle pianificazioni e sull’impegno per risolvere la situazione romana. Sono vicende che viaggiano su due binari non solo istituzionali diversi. Certo è che vista dall’alto ripropone l’inquietante ruolo di alcuni poteri, non da ora, che di fatto gettano un’ombra sinistra sulla politica della capitale e non solo. Quello di Cerroni è un impero, ha discariche in tutto il Centro Italia e non solo, con legami con famiglie importanti. Dal punto di vista politico il segnale è oggettivamente inquietante.
Se Cerroni viene soprannominato “l’Ottavo Re di Roma” ci sarà un motivo. È quello che ha sempre salvato Roma dai rifiuti, e che ha fatto i miliardi sulla monnezza e al tempo in cui i Verdi avevano in mano il governo capitolino, da Rutelli a Veltroni, non hanno mai fatto nulla sulla questione.
Io auspico e penso che la sentenza non dovrebbe interferire con il piano industriale di Ama e con gli impegni che ha preso anche con noi la giunta e il sindaco Raggi. Anche li, quando ci sarà il giudizio universale su Raggi non si sa cosa succederà. Roma è una città speciale, particolare, un intreccio di intrecci. Da un lato tenderei a escludere interferenze e contraccolpi macroscopici sulla pianificazione, sulla quale sono stati presi degli impegni anche se i tempi di attuazione di quella pianificazione ci lasciano molto perplessi. Eccessivamente lenta è l’estensione del porta a porta e poi ci giungono notizie di alcuni municipi che tornerebbero indietro sul porta a porta.
Non so l’impatto che la sentenza avrà sul suo impero, sulle discariche e sugli impianti tmb di sua proprietà che attualmente vengono utilizzati per la gestione dei rifiuti urbani romani. Questi sono tutti punti interrogativi che sommati a una situazione politica locale romana e nazionale non certo chiara, aumentano la complessità. In queste situazioni vince chi riesce a guardar lontano e chi insiste sempre in modo creativo e innovativo.
A fine dello scorso anno era stata lanciata una task foce internazionale per dare consigli e idee su come gestire al meglio la situazione dei rifiuti romani. A che punto siamo e cosa è stato fatto?
Io sapevo che entro aprile scorso doveva partire l’estensione del porta a porta a circa 500 mila persone. È stato fatto un lavoro serio di censimento delle utenze e tra l’altro avevano scoperto che 25 mila di queste erano totalmente sconosciute ad Ama e quindi avevano evaso la tassa sui rifiuti chissà da quanti anni. A giugno ebbi modo di fare un po’ il punto incontrando l’assessora Montanari e so che, più lentamente di quanto previsto, le cose stavano procedendo. Così pure è una buona notizia a conferma dell’impegno che la giunta aveva preso con noi, la chiusura di una delle linee dell’inceneritore di Colleferro. Perché una delle linee è di Ama e quest’ultima era disponibile, seppur in modo informale, al netto di tutte le procedure burocratiche, amministrative e normative loro alla riconversione in fabbrica dei materiali di una delle due linee dell’inceneritore di Colleferro. Quindi questa è una buona notizia. Certo l’ultima notizia che due municipi, uso il condizionale, potrebbero derogare dal porta a porta non è fatto positivo per la città.
Roma è una sorta di tessuto arlecchino, in alcune zone c’è il porta a porta in altre il cassonetto stradale, ritornare indietro a quel livello li sarebbe un segnale molto negativo. Così come, anche al netto delle difficoltà, noi avevamo chiesto più trasparenza nella trasmissione dei dati in tempo reale sugli andamento della raccolta differenziata e sulle problematiche della gestione del rifiuto residuo, in questo senso qui non c’è stata risposta. Tanto è vero che noi avevamo ricevuto la richiesta ufficiale del Comune di Roma, da parte della giunta, di includere la città nell’elenco dei comuni nazionali e internazionali Rifiuti Zero. Ma stiamo mantenendo la richiesta ancora sotto istruttoria e se dovessi dire il rating sta diminuendo. Già avevamo fatto uno sforzo importante su Napoli, attribuendo l’adesione di Napoli al protocollo rifiuti Zero con statuto speciale, considerando il passato da cui proveniva questa città, gettando il cuore in deroga ai punti determinati del protocollo Rifiuti Zero. Farlo una seconda volta e in una situazione ancora più complessa e francamente non molto brillante come quella di Roma è davvero difficile. Però gettare la croce addosso a questa giunta e a questa maggioranza è una operazione francamente poco seria, non utile e comunque ingenerosa.
Rimaniamo sul tema Rifiuti Zero ma cambiamo argomento. Come sta andando il tour del suo ultimo libro?
Bene. Le presentazioni sono momenti belli e specialmente in libreria. Portare gente, anche non attivisti, interessata alle novità editoriali è qualcosa che fa piacere. Fa anche piacere che il messaggio di Rifiuti Zero attiri l’attenzione di chi non si occupa di rifiuti ma di libri. Come l’attenzione de La Nave di Teseo con la Baldini&Castoldi, e in particolare della direttrice Elisabetta Sgarbi, a insistere che fosse pubblicato questo libro. È una conferma dell’attenzione a livello culturale del messaggio Rifiuti Zero, che non è un messaggio di tipo “industriale”, nel senso che non è un modello di attuazione industriale delle buone pratiche. È qualcosa di più, un percorso di formazione, di educazione di apprendimento collettivo. È l’inizio di una rivoluzione ecologica. Nel libro lancio addirittura l’idea della costituzione di un nuovo movimento di progetto politico culturale, che non sarà un partito e non si dovrà presentare alle prossime elezioni. L’oggetto sarà una nuova politica ambientalista, che non si rifà a quella dei verdi italiani ma coglie il messaggio che arriva per esempio dalla Germania. Nel momento in cui i principali problemi sono quelli planetari legati all’ambiente, dove tutti i giorni piangiamo gente che cade sotto le frane, che muore a causa del dissesto idrogeologico e per gli acquazzoni la politica italiana, anche quella più recente come il governo del cambiamento, non sembra essere all’altezza per affrontare questi problemi. Le questioni ambientali rimangono la cenerentola, come è sempre stato nelle politiche passate. Il libro pone delle premesse che dal percorso dei dieci passi verso Rifiuti Zero muova l’idea concreta di una rivoluzione ecologica.