Trump boccia la sua stessa amministrazione sul cambiamento climatico: 'Non ci credo'
Il presidente americano si conferma un negazionista climatico respingendo al mittente i dati contenuti nell'ultimo rapporto messo a punto dalle agenzie governative statunitensi, in cui viene mostrato come i cambiamenti climatici stanno colpendo gli Stati Uniti
28 November, 2018
"Non credo ai cambiamenti climatici provocati dall'uomo e non credo all'opinione diffusa tra gli scienziati". Donald Trump si riconferma un negazionista climatico, in questo caso smentendo addirittura la sua stessa amministrazione circa lo stato dell'ambiente negli Usa. In un'intervista ai media nazionali, il presidente americano ha respinto al mittente i dati contenuti nell'ultimo rapporto messo a punto dalle agenzie governative statunitensi, in cui viene mostrato come i cambiamenti climatici stanno colpendo gli Stati Uniti: dall'intensificarsi del rischio di incendi in California alla siccità che sta riducendo la produttività agricola nell'Iowa. Eppure Trump nega: "Guardiamo alla nostra aria e alla nostra acqua, sono ora a un livello record di pulizia".
Il quarto National Climate Assessment (NCA4) rappresenta la seconda metà di un vasto sforzo portato avanti da scienziati, gestori del territorio, ufficiali sanitari e molte altre pubbliche autorità per definire lo stato delle condizioni climatiche negli Usa. Il primo volume del rapporto, pubblicato nel 2017, ha fatto il punto su come il clima stia modificando l'andamento delle temperature, le risorse idriche e l'ambiente in genere.
La seconda parte si concentra invece su come il cambiamento climatico sta compromettendo l'economia e di conseguenza la società americana. In termini molto chiari afferma che in mancanza di "riduzioni durature e sostanziali" nelle emissioni di gas serra, il cambiamento climatico danneggerà le persone, l'economia e le risorse in tutti gli Stati Uniti, e potrà costare centinaia di miliardi di dollari, riducendola drasticamente, fino al 10%, entro il 2100 a meno che non si agisca. I tempi per muoversi sono stretti: più si aspetta più salgono i costi, già elevati. Entro la fine del secolo, le morti legate all'eccessivo caldo costeranno 141 miliardi di dollari, mentre i costi per far fronte all'innalzamento del livello del mare e per le infrastrutture saranno pari a 118 e 32 miliardi.