Telescopi: guardare le stelle oltre l’inquinamento luminoso
L’autunno e l’inverno sono le stagioni migliori per chi ha sempre il naso all’insù perché permettono di avere più tempo per ammirare le stelle.
04 December, 2018
Sono passati secoli dall’invenzione del primo telescopio di Galileo Galilei e da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante e sul mercato si possono trovare numerosi sistemi ottici. A seconda di quello che si vuole osservare nel cielo e dal livello di esperienza dell’osservatore si possono trovare diverse soluzioni di telescopi e i vari accessori ricoprono un ruolo chiave – a questo proposito il comparatore prezzi idealo ha pubblicato una guida per l’acquisto.
Le tipologie di telescopi
A seconda delle loro caratteristiche i telescopi possono essere divisi in tre categorie:
·
I telescopi rifrattori nei quali la luce in
arrivo è focalizzata da lenti accuratamente lavorate. Questo tipo di telescopi
possono essere suddivisi a loro volta in due sottocategorie, gli acromatici,
con due differenti lenti, e gli apocromatici, che sono dotati di tre lenti. In
entrambi i sistemi, le lenti riducono o neutralizzano completamente le
aberrazioni cromatiche, tipiche degli strumenti a lenti.
·
I telescopi riflettori hanno un specchio
principale e uno secondario. Quello principale concentra la luce, mentre quello
secondario la deflette e la dirige nell’oculare. A differenza dei rifrattori,
questa tipologia di telescopi non soffre delle aberrazioni cromatiche. Per
quanto riguarda i sistemi ottici, viene fatta una distinzione tra i Newtoniani,
classici telescopi riflettori, e una loro sottospecie, i Dobsoniani,
caratterizzati soprattutto dalla loro speciale montatura, chiamata anche
“Rocker Box”.
· I telescopi catadriottici funzionano con lo stesso principio dei telescopi a specchio. La loro lunghezza focale è relativamente breve e, oltre agli specchi, è presente una lente correttiva. Qui viene fatta una distinzione tra i cosiddetti Maksutov, in cui la luce cade attraverso un menisco, un particolare tipo di lente, sulla parte frontale e viene riflessa dallo specchio principale. Da lì, il raggio raggiunge lo specchio secondario, che estende la lunghezza focale dello specchio primario circa di un fattore 5. Successivamente, la luce raccolta viene indirizzata nel fuoco. In modo simile funzionano gli Schmidt-Cassegrain, in cui le aberrazioni introdotte vengono contenute dalla lastra correttrice di Schmidt.
I luoghi migliori per osservare il cielo
La condizione ottimale per osservare i diversi fenomeni celesti è un cielo scuro. Questo vale particolarmente per l’astrofotografia, per cui di solito sono necessari lunghi tempi di esposizione e anche leggeri miglioramenti si notano immediatamente. Tuttavia, nelle grandi città, la ricerca di un luogo adatto può essere una sfida a causa dell’inquinamento luminoso, di cui l’Italia detiene purtroppo il primato in Europa in senso negativo.
L’inquinamento luminoso è un problema serio che rende sempre più difficili le osservazioni astronomiche. Fondamentale è la conservazione o l’espansione dei cosiddetti parchi stellari, vaste aree caratterizzate dall’assenza di luci artificiali e dove di notte domina l’oscurità.
Un modo per garantirsi una corretta osservazione nonostante
l’inquinamento luminoso, è quello di assicurarsi che la fonte si trovi a nord
rispetto al punto di osservazione. Di norma, gli oggetti celesti più
interessanti da vedere si trovano a sud e dovrebbero essere più facili da
vedere. Un cielo scuro non è la sola condizione per l’osservazione, deve anche
essere pulito e quindi non dev’esserci nebbia o un’atmosfera polverosa. È
quindi consigliabile raggiungere altitudini più elevate (in montagna), dove la
polvere e la foschia diminuiscono.