Tmb Salario di Roma, Raimo: 'Non revocare l'autorizzazione è un'idea criminale!'
L'assessore del Municipio III denuncia: "Secondo Raggi e Ama l'impianto potrebbe continuare a fare trasferenza! Quest'idea è semplicemente criminale. Come lo è continuare a non revocare l'Aia, ossia l'autorizzazione perché quell'impianto lavori"
03 January, 2019
Con l'incendio del Tmb Salario lo scorso 11 dicembre, Roma non ha perso soltanto un impianto di trattamento meccanico biologico da 700 tonnellate di indifferenziato al giorno, ma anche un deposito per la trasferenza dei rifiuti: circa 1.000 tonnellate al giorno da portare in impianti fuori dalla Capitale per essere trattate. Un'attività che potrebbe anche continuare, come denuncia Christian Raimo, scrittore e assessore alla cultura del municipio III, nell'incredulità di cittadini e associazioni convinti che il drammatico rogo potesse aver messo la parole fine ai lavori del sito.
“Il 27 dicembre la sindaca Raggi, dopo un incendio che ha devastato Roma, imitatie horloges e nonostante ci siano ancora 2mila tonnellate di rifiuti combusti all'interno dell'impianto, non solo non ha ancora firmato un atto amministrativo per la chiusura dell'impianto - cosa che ha promesso, millantando di repair café - ma in una conferenza stampa si cruccia perché i magistrati - PER ORA - non hanno permesso all'Ama di continuare a fare trasferenza nel sito del tmb di Salario”.
“Secondo la sindaca” prosegue Raimo “secondo la dirigenza Ama quell'impianto - su cui c'è un'indagine per l'incendio, che potrebbe essere doloso, e che ha rilasciato diossine per giorni - potrebbe continuare a fare trasferenza! L'autorizzazione che non è stata revocata è fino a 1000 tonnellate! Quest'idea è semplicemente criminale. Come lo è continuare a non revocare l'Aia, ossia l'autorizzazione perché quell'impianto lavori. Sta alla sindaca chiedere la sospensione, stava alla tecnica della regione Flaminia Tosini, che invece ha pensato soltanto di dare delle piccole prescrizioni nell'ultima conferenza dei servizi pre-incendio, nonostante avesse in mano una relazione dell'Arpa che denunciava le condizioni disastrose di quell'impianto”.
“Attendiamo
la bonifica, la firma su un atto ufficiale che ne indichi la
chiusura, il ritiro dell’Aia (autorizzazione integrata
ambientale) che è ancora valida. Infine, un progetto
concreto per il futuro di questo impianto che dev’essere
smantellato”.