E’ partito il tour di Rimpiattino, la dobby bag che ‘parla italiano’
A Varese, Bergamo e Mantova è arrivato "Rimpiattino", contenitore anti-spreco firmato da Comieco e Fipe per promuovere una nuova cultura antispreco al ristorante. E a breve si aggiungeranno altre città, tra cui Torino, Roma e Palermo
07 February, 2019
Ultimo aggiornamento 12 febbraio 2019
Dallo scorso autunno la “dobby bag” parla italiano grazie al concorso che ha portato a coniare il nome “rimpiattino” proposto dal ristorante romano Duke's. Un termine che riporta alla cultura, tutta italiana, del "rimpiattare", ovvero del rielaborare gli avanzi del giorno precedente. Si tratta di contenitori in cartoncino riciclabile firmati da affermati designer e illustratori che permettono di portare a casa dal ristorante in tutta comodità il cibo e le bevande non consumate. L’intento del progetto, attraverso il coinvolgimento diretto del mondo della ristorazione, è quello di rendere questa pratica anti-spreco un’azione virtuosa sempre più consolidata nella cultura italiana.
Dallo scorso autunno la “dobby bag” parla italiano grazie al concorso che ha portato a coniare il nome “rimpiattino” proposto dal ristorante romano Duke's. Un termine che riporta alla cultura, tutta italiana, del "rimpiattare", ovvero del rielaborare gli avanzi del giorno precedente. Si tratta di contenitori in cartoncino riciclabile firmati da affermati designer e illustratori che permettono di portare a casa dal ristorante in tutta comodità il cibo e le bevande non consumate. L’intento del progetto, attraverso il coinvolgimento diretto del mondo della ristorazione, è quello di rendere questa pratica anti-spreco un’azione virtuosa sempre più consolidata nella cultura italiana.
Ora “Rimpiattino” ha iniziato a farsi conoscere sul territorio italiano grazie ad un tour che ha già toccato Varese, Bergamo e Mantova. “A queste due città si aggiungeranno a breve Torino, Vicenza, Ancona, Palermo, Roma, Ferrara, Firenze, Aosta” ha fatto sapere Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo di carta e cartone. Oltre a Comieco, l’operazione coinvolge in prima persona la Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, organizzazione che rappresenta una parte significativa sia della rete della ristorazione che di bar e trattorie.
Secondo una ricerca condotta dall'ufficio studi Fipe emerge che negli ultimi anni è notevolmente aumentata l’attenzione al tema dello spreco alimentare da parte sia dell'opinione pubblica sia delle imprese della ristorazione. Secondo l'80% dei ristoratori intervistati il problema dello spreco di cibo nei loro esercizi viene considerato rilevante (tra questi il 50,6% lo considera molto rilevante).
In quale fase di processo si spreca maggiormente? Secondo i dati Fipe, il consumo finale è il momento in cui avviene il maggiore spreco di cibo (per il 51,6% dei ristoratori), seguito dall'approvvigionamento e dalla preparazione, pressoché considerati a pari merito (rispettivamente dal 25,4% e dal 25,0% del campione).
Ma qual è la ragione di fondo del problema? Il 55% dei ristoratori rileva che spesso si spreca molto cibo al ristorante perché i clienti non mangiano tutto quello che hanno ordinato. A questo si unisce una questione di atteggiamento: nonostante infatti sia elevata la quantità di cibo che resta sulla tavola, raramente i clienti chiedono di poter portare via gli alimenti non consumati, un fatto segnalato dal 69% degli intervistati. Lo stesso problema avviene per il vino. I motivi risiederebbero principalmente, secondo gli imprenditori, nell'imbarazzo (55%), seguito da scomodità (19,5%) e indifferenza (18,3%).
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