Come smaltire le lenti a contatto e ridurre l’impatto ambientale della distribuzione
Quando si pensa a prodotti inquinanti, le lenti a contatto spesso non sono la prima cosa che viene in mente.
28 February, 2019
Le lenti a contatto sono dispositivi, piccoli e a malapena visibili, potrebbero sembrare innocui dal punto di vista ambientale. Ma non è così: anche le lenti a contatto possono inquinare, in particolare se dopo l’uso vengono gettate nel posto sbagliato.
Le lenti a contatto sono realizzate in plastiche non riciclabili, per questo dopo il loro utilizzo vanno gettate nel bidone dell’indifferenziata. La confezione esterna di cartone può invece andare nel contenitore della carta e il blister delle lenti in quello della plastica, pellicola di alluminio esclusa.
Gettare le lenti a contatto nel lavandino o nel gabinetto è purtroppo un errore piuttosto comune che costa danni ambientali. Le lenti finiscono infatti negli impianti di trattamento delle acque e si deteriorano fino a disperdersi in una miriade di microplastiche dannose per i nostri mari e la vita marina.
Mentre il problema dello smaltimento riguarda in buona parte una maggiore consapevolezza dei consumatori, c’è un altro problema non da sottovalutare: l’impatto ambientale della distribuzione delle lenti a contatto. Circa 4 milioni di italiani fanno uso di questi dispositivi e anche a livello internazionale i volumi sono molto alti. Questo comporta dei sistemi logistici spesso imponenti per far arrivare i prodotti nei negozi di ottica o direttamente nelle mani del consumatore.
L’acquisto di lenti a contatto online sta diventando sempre più popolare, grazie ai prezzi sempre più convenienti rispetto ai negozi fisici e alla comodità di ordinare da uno smartphone o un computer. Gli ecommerce di prodotti per la cura degli occhi si ritrovano a gestire migliaia di ordini ogni giorno nei propri magazzini, spesso con un imponente uso di energia e materiali. Per fortuna, di recente alcuni nomi del settore hanno avviato delle iniziative per diventare più sostenibili.
Un esempio virtuoso di come ridurre l’impatto ambientale dell’industria delle lenti a contatto viene dal Regno Unito. Vision Direct, rivenditore online presente anche in Italia, da qualche anno si sta impegnando per risparmiare energia, riciclare gli scarti e in generale adottare un sistema di distribuzione più sostenibile. Nel 2018 l’azienda ha deciso ad esempio di rimuovere i moduli di richiesta dei resi dai pacchi, permettendo così di risparmiare circa 12 tonnellate di carta all’anno.
Vision Direct ha inoltre portato contenitori per il riciclo all’interno dei suoi uffici e magazzini, per permettere ai suoi impiegati di gettare i rifiuti in modo più responsabile. Ad esempio, nel loro magazzino di York sono ora presenti quattro contenitori per il riciclo, concepiti per separare i rifiuti alimentari, la carta, la plastica e le lattine di alluminio. Ogni nuovo assunto viene istruito sulle buone pratiche in tema di riciclo per assicurare il loro rispetto.
Operando in vari paesi d’Europa, l’inquinamento su strada dovuto ai corrieri è un’altra sfida da affrontare. Per arginare le emissioni di Co2, Vision Direct ha quindi dislocato i propri magazzini in diversi paesi, riducendo così le distanze di consegna e di conseguenza l’uso di carburante.
Altre accortezze riguardano i materiali coinvolti nella catena di montaggio. Per trasportare i prodotti nei magazzini, l’azienda deve infatti utilizzare bancali di legno. Per evitare l’uso eccessivo di questo prezioso materiale, Vision Direct cerca di ottimizzare il suo impiego riducendo al minimo indispensabile il numero di bancali e riciclando quelli danneggiati.
In un mercato dove gli acquisti online sono ormai la norma, la sfida della sostenibilità è sempre più importante. È auspicabile che pratiche virtuose in questo senso diventino sempre più popolari in tutto il mondo dell’ecommerce.