Pane al Pane, a Cuneo tutte le sere il recupero scende in strada per aiutare i bisognosi
Sabatini:”Nasce tutto in maniera causale grazie a un gruppetto di amici e una vecchia Punto scassata. Oggi siamo in 60 e recuperiamo 42 tonnellate di cibo all’anno”
11 April, 2019
Il tema dello spreco alimentare sta diventando sempre più centrale. Viviamo sempre più nell’era del paradosso dove milioni di persone (solo in Italia) tutti i giorni combattono per procurarsi del cibo mentre i cassonetti dei rifiuti ogni sera pullulano di cibo invenduto. La questione è delicata e coinvolge non solo il tema delle povertà ma anche quello della gestione rifiuti e di conseguenza i cambiamenti climatici. Per le Nazioni Unite e la Fao questo è un tema serio che, piano piano, comincia a trovare sempre più spazio nelle agende politiche nazionali e non.
Di progetti, azioni ed esperienze in giro per lo stivale ce ne sono tanti. Oltre ai grandi numeri come quelli del Banco Alimentare o della Caritas, esistono altre piccole azioni che incidono concretamente sulla vita di migliaia di persone e che da anni si occupano di povertà, sprechi alimentari e riduzione dei rifiuti. Uno di questi progetti che, da quasi dieci anni, è attivo nella città di Cuneo è Pane al Pane. Ne abbiamo parlato con Vittorio Sabatini presidente della Onlus che porta avanti il progetto e tra gli ideatori dell’azione di recupero.
Da quanti anni è attivo il progetto e come è nata l’idea di recuperare e ridistribuire il pane invenduto?
Nasce tutto in maniera causale grazie a un gruppetto di amici, alle spalle non avevamo nessun tipo di associazione o organizzazione. Avevamo letto alcuni dati sullo spreco alimentare che ci sembravano oggettivamente scandalose, tonnellate e tonnellate cibo che finiscono ogni giorno nella spazzatura. E quindi ci siamo detti ‘perché non proviamo a vedere se si può fare qualcosa qui a Cuneo’.
Abbiamo cominciato con i commercianti che conoscevamo, essenzialmente panetterie, chiedendo se fossero disposti a darci l’invenduto della giornata e così siamo partiti avendo a disposizione come mezzo di trasporto una vecchia Punto un po’ scassata. Poi grazie al passa parola e alla bontà del progetto l’iniziativa ha cominciato a prendere piede. Così nel 2011 è nata l’associazione.
A oggi gli esercizi commerciali che tutti i giorni donano sono una cinquantina e a questi vanno aggiunti altri che, a seconda della quantità delle eccedenze, ci chiamano di volta in volta per ritirarle.
Noi siamo una Onlus e il lavoro che facciamo si basa sul volontariato di pensionati e giovani, non abbiamo costi di struttura ma solo spese come per esempio il carburante per i mezzi, il telefono ecc. Mentre da poco siamo riusci ad acquistare un magazzino da un’asta fallimentare per stoccare il cibo non fresco. Un importante contributo economico arriva principalmente da due fondazioni bancarie, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
L’idea è nata dalle panetterie e per questo il nome Pane al Pane, ma raccogliamo anche prodotti di gastronomia, frutta e verdura. Nell’ultimo periodo si sono aggiunti anche un paio di supermercati e poi c’è la Sant’Anna che ci dona bibite e acqua minerale. Raccogliamo essenzialmente prodotti freschi e non solo pane.
Nell’ultimo periodo il progetto da Cuneo si sta estendendo nella Granda, in che modo?
Lo scorso anno la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ci ha proposto di esportare il progetto in provincia. Quindi in collaborazione con il Centro di solidarietà di Mondovì e con la Caritas di Alba, Pane al Pane si è affacciata anche in questi comuni. Ovviamente sono autonomi nell’organizzazione del lavoro ma abbiamo trasmesso loro il nostro know how. Invece da quest’anno, proprio in questi giorni, ci è stato collaboriamo anche con la Caritas di Brà.
La cosa difficile per portare avanti queste azioni, oltre all’entusiasmo iniziale, è ragionare sul lungo periodo. Il rischio è proprio che l’entusiasmo vada scemando nel tempo.
La giornata tipo di Pane al Pane quando comincia?
Adesso abbiamo due Doblò donati dalle due fondazioni e questo ci permette di essere più veloci e efficienti, ogni mezzo ha due volontari a bordo. Il nostro giro di raccolta comincia alle 19 e 30 e termina alle 21 e 30. Ogni squadra sa esattamente da quali attività commerciali andare e con quale ordine per ottimizzare gli spostamenti. I primi negozi che andiamo a visitare sono le panetterie, poi passiamo alle gastronomie e alcuni bar perché chiudono più tardi. Lo facciamo di sera perché così ci è stato chiesto dai commercianti e questa modalità funziona. Anzi, tutte le altre attività commerciali che si sono aggiunte lo hanno fatto anche perché siamo puntuali e di parola altrimenti il rischio concreto è che smettano di donare. Quindi il servizio deve essere puntuale e continuato.
In questo modo riusciamo a recuperare da 58 negozi con circa 60 volontari suddivisi su turni mensili. Lo scorso anno abbiamo recuperato 42 tonnellate di cibo.
Chi riceve questo cibo?
Noi non facciamo al momento una distribuzione diretta. Il pane, circa sei sacchi al giorno, lo doniamo alla Caritas che a lo utilizza nella loro mensa aperta sia a pranzo che a cena. Altro cibo lo diamo alla Comunità Papa Giovanni XXIII che, a sua volta, ridistribuisce alla sua casa famiglia, agli altri centri sparsi nella provincia della comunità e in più ad alcune famiglie in difficoltà, alle quali consegnano borse della spesa. Una volta a settimana invece ridistribuiamo i dolci al dormitorio della San Vincenzo che vengono utilizzati per le colazioni. A questi si aggiunge la Comunità cenacolo di Suor Elvira con le loro case famiglia e per finire, quando abbiamo del surplus di cibo recuperato, a tutti coloro che ci chiedono altro cibo come le parrocchie. Tutto ciò che prendiamo lo doniamo.
La Legge Gadda e gli altri sconti per i commercianti che donano sono uno stimolo concreto?
Ci sono due tipi di agevolazioni. La prima per chi dona riguarda lo scarico del magazzino. In sostanza si tratta di un vantaggio sull’Iva. La seconda invece è quella relativa alla Legge del Buon Samaritano poi rivista con la legge Gadda, ovvero relativa allo sconto che i comuni possono applicare sulla parte variante della Tari. Su questo aspetto abbiamo interessato le tre amministrazioni comunali di Cuneo, Mondovì e Alba che si sono dichiarate disponibili. Addirittura il comune di Cuneo ha modificato il regolamento sulla Tari prevedendo questo sconto. Mentre i comuni di Alba e Mondovì hanno creato un meccanismo tale da riconoscere un vantaggio sulla tassa rifiuti a chi dona. Ovviamente non ci si arricchisce con questo sconto ma è un piccolo incentivo. Parlando con i commercianti ci dicono che lo farebbero a prescindere dal vantaggio. Inoltre è bello che le amministrazioni si rendano disponibili ad aiutare, tenendo conto che per loro c’è un doppio vantaggio. Prima di tutto che questo cibo va a chi ne ha realmente bisogno così da aiutare i propri cittadini in difficoltà e in secondo luogo si evita di dover gestire volumi di rifiuti in più. E poi vedere il cibo gettato tra i rifiuti fa riflettere molto. Come è successo qualche giorno fa a Roma dove a Torre Maura della gente ha calpestato volontariamente del pane per i bisognosi, sono cose che non si possono vedere, non si può.