Sacchetti: il commento di Novamont sullo studio dell'Università di Pisa
"L'università di Pisa continua ad inventarsi nuove metodologie per determinare l'effetto negativo dei sacchi compostabili nel caso in cui, invece di essere inviati a compostaggio come succede normalmente, finiscano in mare". Di seguito il testo del comunicato Novamont
23 May, 2019
L'università di Pisa continua ad inventarsi nuove metodologie per determinare l'effetto negativo dei sacchi compostabili nel caso in cui, invece di essere inviati a compostaggio come succede normalmente, finiscano in mare. La conclusione è che i sacchi compostabili, se dispersi in mare, causano effetti tossici su semi di crescione. La notizia crea clamore, perché si fa notare come le soluzioni alternative come quelle compostabili non rappresentano una via virtuosa verso la protezione ambientale, anzi.
Peccato che le metodologie adottate per arrivare a queste conclusioni non sono validate. Sono esperimenti una tantum, di cui non è stata determinata la sensibilità, la riproducibilità, l'affidabilità e soprattutto non è dato il quadro di riferimento, necessario per interpretare i risultati. Manca all'appello una informazione indispensabile per valutare il dato: qual è l'effetto delle sostanze di riferimento? Non lo sappiamo perché non sono state usate sostanze di riferimento. E' come la lancetta di un apparecchio di misurazione senza la scala, un tachimetro senza numeri.
Cosa succede se il sistema pisano viene applicato ad altre sostanze, ad altri tipi di materiale, a sacchi ed imballaggi di differente natura? Soprattutto, cosa succede se il sistema viene applicato a sostanze naturali, tipo foglie o altri tessuti vegetali? La risposta è "piatta" oppure c'è un segnale? Inoltre, è "normale" che 8 sacchi si ritrovino tutti insieme in un litro d'acqua, oppure questa dose, usata dai ricercatori di Pisa è irrealistica, un po’ come cercare di dimostrare che l'aspirina uccide somministrando ad un paziente 100 compresse tutte insieme? Per ora non è dato saperlo e, in assenza di questa informazione, i risultati, pubblicizzati ai quattro venti, diventano fuorvianti, anche perché si incide su delle attività commerciali senza la sicurezza di avere a che fare con risultati riproducibili e sensati oppure di lavorare su artefatti metodologici.
Qui il testo del comunicato dell'Università di Pisa: https://www.unipi.it/index.php/news/item/15305-l-inquinamento-da-buste-biodegradabili-provoca-anomal....