Plastica usa e getta e bottiglie in pet. Il dibattito sulle pagine del Fatto Quotidiano
Sono decine i commenti al post di Paolo Hutter sui divieti alla plastica usa e getta e sulle bottiglie di acqua minerale in pet che, salvo il caso di Napoli, sono invece escluse dai provvedimenti. A dimostrazione che è un tema molto sentito nel nostro paese
23 May, 2019
Non le bottiglie, non i bicchieri, ma i piatti e le posate usa e getta di plastica (non compostabile) sono in via di proibizione da parte dell’Unione europea, e nel giro di poco tempo saranno approvate le normative nazionali di attuazione. L’Italia è uno dei paesi al mondo che fa maggior uso di tutte queste stoviglie monouso, e adesso che è partita a livello internazionale la contro-ondata antiplastica si fa molta confusione che rischia di produrre pochi fatti. Siamo ancora lontani dall’attuazione completa della legge che già da anni proibisce i sacchetti leggeri in plastica usa e getta non compostabili, quelli usati nei mercati, per intenderci. C’è ancora chi continua a produrli e venderli abusivamente. In questo quadro occorre saper fare le dovute distinzioni e concentrare le energie sui cambiamenti prioritari, altrimenti si rischia di produrre frustrazioni.
Non si possono mettere sullo stesso piano piatti, posate, bicchieri e bottiglie: infatti la direttiva Ue non lo fa. I piatti e le posate in plastica usa e getta non sono realmente riciclabili anche se in questi ultimi anni sono stati inseriti nella raccolta differenziata. Di fatto, negli impianti di selezione, vengono poi separati e spediti a bruciare negli inceneritori. Nel caso di piatti e posate monouso, inoltre, l’alternativa biocompostabile è matura ed evidente. Anche i bicchieri di plastica, per la verità, almeno finora non sono realmente riciclabili. Se la direttiva Ue li ha risparmiati è stato per realismo – o opportunismo, a seconda dei punti di vista: l’alternativa biocompostabile o di carta forse non è molto matura né evidente. E soprattutto i bicchieri usa e getta – si pensi solo alle macchinette del caffè – sono ancora più usati di piatti e posate.
Nel caso delle bottiglie, invece, c’è una differenza oggettiva. Sono di Pet, sono altamente riciclabili, ridiventano plastica. Inoltre è veramente difficile farne a meno, a meno di non ritornare alle pesanti e pericolose bottiglie di vetro. Con la motivazione di proteggere il mare dalla plastica, il Comune di Napoli ha deciso di proibire sul lungomare anche la vendita di bottiglie di plastica. I chioschi avrebbero secondo l’ordinanza l’obbligo di versare l’acqua dalla bottiglia in un bicchiere al cliente (col risultato di produrre un secondo contenitore da gestire poi come rifiuto).
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Ecco alcuni dei commenti più interessanti:
Bassamarea
Per le spiagge si potrebbero adottare le bottiglie di plastica riutilizzabili e distributori di acqua a pagamento. Credo che le soluzioni per fare qualcosa di meglio oggi ci siano, forse manca solo la volontà di arrivarci. L'idea di dare dei buoni spesa per ogni bottiglia o lattina resa è diffusa all'estero e funziona.
Gerardo51
Da molti anni uso acqua di rubinetto, sono forse favorito dall'abitare a Milano che ha un'acqua di buona qualità, ma da tempo mi sono reso conto che le bottiglie di vetro che tengo in frigo d'estate e riempio devono essere periodicamente (ogni due o tre settimane massimo) pulite con le apposite spazzole e se non le riempio di candeggina per una mezz'ora prima di farlo le piccole macchie grige (presumo di batteri o muffe) non vengono via con l'apposito spazzolino. Credo quindi che le borracce in alluminio in cui eventuali colonie batteriche o simili non si vedono siano un pericolo per la salute.
Frank De Broyne
Nei paesi nord europei sviluppati quando si compra una bottiglia di plastica si paga una cauzione ( in germania 25 centesimi ) che ti rendono quando la riporti indietro. Morale : é quasi impossibile trovare una bottiglia vuota sparsa nell´ambiente . Nei paesi del terzo mondo invece le bottiglie vuote di plastica le poi trovare in quantitá industriale ovunque : ai bordi delle strade, nei mari , nei boschi , e persino nelle riseve naturali. Chissa se prima o poi anche in italia copieranno le direttive dei paesi piú sviluppati . Ci credo poco.
Bartolomeo Pestalozzi
L'acqua del mio rubinetto a torino, è più buona di quella in bottiglia, ma capisco che l'acqua potabile distribuita non sia tutta uguale, a volte persino nella stessa città.
Ettore82
D'accordo su tutto quanto in tema ma... ancora a fare pubblicità all'"acqua del sindaco" quando non solo la sua qualità è spesso scadente, ma è a volte pericolosa? I casi di Brescia, dell'Abruzzo, l'onnipresenza di pesticidi e glifosato, di arsenico, per non parlare del cloro, non insegnano nulla? Come mai più passa il tempo e meno i giornalisti sono informati?
Placido Acquacotta
Non per difendere il giornalista quanto per difendere l'informazione: l'acqua pubblica è un servizio universale, garantito presso ogni fonte di approvvigionamento del Paese. Questo significa che lei potrebbe entrare a casa di uno sconosciuto a Treviso e bere dal rubinetto, ma allo stesso tempo potrebbe farlo dal rubinetto del bagno di servizio di un gommista di Bisceglie, piuttosto che da una parrucchiera di Fiesole. Si tratta di decine di milioni di punti di erogazione di acqua, che servono milioni e milioni di utenze domestiche e commerciali. Pochi, rari casi di disservizio [seppur gravi talvolta] non inficiano la qualità generale del sistema pubblico. Spesso e volentieri peraltro sono le scelte politiche [a favore di soggetti commerciali] ad arrecare danno al sistema idrico pubblico, cosi come è il taglio ai finanziamenti che ne sta pregiudicando il funzionamento. P.S. quanto all'onnipresenza di pesticidi e glifosato crede che le sorgenti dell'acqua in bottiglia provengano da qualche altro pianeta? Spesso e volentieri sono le stesse, a poche centinaia di metri da quelle dove si approvigiona l'acquedotto pubblico "onnipresente di pesticidi" eppure nelle minerali in bottiglia non risulta rilevato. Sarà mica perchè la legge impone al pubblico controlli molto più frequenti e stringenti che non quelli della minerale privata?
Paolo-A
Credo sia assai meglio smetterla con l'usa e getta, una moda in auge solo da pochi decenni che non ha portato vantaggi a nessuno, tranne ovviamente a chi li produce, e ha aumentato a dismisura la quantità di rifiuti. Bisognerebbe semplicemente riabituarsi ai vuoti a rendere e al riuso di ogni tipo di contenitore, anche se dovesse risultare monetariamente antieconomico.
MatteoCampinoti
Usare i piatti di porcellana ovunque è impossibile. Pensi solo ad un concerto o ad una fiera dove il piatto te lo porti via, oppure a posti piccoli all'aperto che magari hanno solo un cuoco ed un cameriere e non si possono permettere di comprare centinaia di piatti in ceramica e di pagare qualcuno che faccia solo il lavapiatti. Il riciclabile è la soluzione migliore per tutti questi luoghi, gli altri non hanno mai smesso di usare i piatti di ceramica. Stesso discorso per le borracce, è meglio una bottiglietta facilmente riciclabile che obbligare tutti a portarsi la borraccia (non altrettanto facilmente riciclabile) appresso. Poi chi fa una gita fuori porta già ora si porta spesso una borraccia od una bottiglia adibita a borraccia.
Paolo-A
E' una questione di priorità. Dato che ormai con la plastica siamo andati molto oltre ogni ragionevolezza e abbiamo causato danni micidiali soprattutto nei mari per cui ci vorranno chissà quanti decenni per recuperare (anche se si dovesse smettere ora del tutto), direi che la lotta alla plastica è prioritaria rispetto a tutto il resto. I commercianti di cibi si adeguino (eventualmente aumentando i prezzi se necessario) oppure rinuncino. Del resto, prima che ci fosse questa diffusione dei piatti di plastica, come si faceva? Non c'erano fiere e feste con distribuzione di cibo? Dovremmo convincerci a smetterla una volta per tutte di restare attaccati alle nostre abitudini, anche se l'inerzia è uno dei più diffusi e persistenti vizi umani.
MatteoCampinoti
La cauzione sulle bottiglie di plastica (ma anche su quelle di vetro e sulle lattine) esiste già in Europa. Qui in Danimarca per esempio una bottiglia grossa (1L e oltre) ha una cauzione di 3 Corone (~0,40€). Una volta finita la riporti in qualunque supermercato dove ci sono delle macchinette apposite che prendono le bottiglie e ti danno un buono equivalente alla cauzione da spendere in quel supermercato (si può anche chiedere alla cassa di convertirlo in contante ma quasi nessuno lo fa, porti le bottiglie quando vuoi fare la spesa). Funziona allo stesso modo in Germania. Come sempre il modo migliore per convincere la gente a fare qualcosa è toccargli il portafogli, e se funziona in Danimarca funzionerebbe ancora meglio in Italia dove sono ancora più attenti a non perdere neanche un centesimo. Mi chiedo comunque come mai non si possa usare il pet per piatti, posate e bicchieri di plastica. Le alternative compostabili sono ancora migliori, però se il pet va bene per l'acqua, come mai non si può usare per il cibo solido?