Torino, venerdì 31 maggio si apre il 22° Festival CinemAmbiente con il tradizionale 'Punto di Luca Mercalli'
L’edizione 2019 del festival si inaugura ufficialmente alle ore 20.30 al Cinema Massimo – MNC (Sala Cabiria) con l’annuale “rapporto” sullo stato del Pianeta stilato e interpretato dal noto meteorologo appositamente per il pubblico di CinemAmbiente
30 May, 2019
L’edizione 2019 del Festival CinemAmbiente si inaugura ufficialmente alle ore 20.30 al Cinema Massimo – MNC (Sala Cabiria), come tradizione, con “Il punto di Luca Mercalli”, l’annuale “rapporto” sullo stato del Pianeta stilato e interpretato dal noto meteorologo appositamente per il pubblico di CinemAmbiente.
A seguire verrà presentato in anteprima nazionale The Human Element. Diretto dal regista Matthew Testa, il film inaugurale documenta la nuova impresa di James Balog, il pluripremiato fotografo statunitense che da oltre quarant’anni esplora con il suo lavoro il rapporto tra l’uomo e la natura. Dopo “Extreme Ice Survey”, l’eccezionale progetto fotografico (pubblicato dal National Geographic e raccontato nel film Chasing Ice) con cui, nella prima decade del 2000, attraverso più di un milione di scatti, ha mostrato il progressivo scioglimento dei ghiacciai in diverse parti del mondo, Balog ha intrapreso, nel 2016, un’ulteriore esplorazione degli effetti dell’antropizzazione. The Human Element, prodotto dallo stesso Balog – che sarà ospite del Festival e a cui va il Premio alla carriera “Movies Save the Planet” di quest’edizione di CinemAmbiente – è la cronaca di un viaggio nelle zone degli Stati Uniti più colpite dalle emergenze climatiche e ambientali. Protagonisti del film sono i quattro elementi della natura – acqua, aria, terra e fuoco – sottoposti all’azione corruttrice e devastante del quinto: l’uomo. Tra inondazioni cicliche, incendi sempre più indomabili, popolazioni affette da malattie respiratorie, territori sventrati dagli scavi minerari, il lungometraggio sottolinea, di contro, la lotta di quanti si trovano oggi in prima linea nel combattere le conseguenze provocate dall’alterazione degli elementi che garantiscono la nostra vita sul Pianeta. Invito a ricostruire l’equilibrio tra Uomo e Natura, il film sarà commentato nel corso dell’incontro con James Balog e Luca Mercalli che seguirà la proiezione.
Il documentario è accompagnato da una mostra, intitolata anch’essa “The Human Element”, costituita da una selezione di 19 fotografie scattate da James Balog durante il suo viaggio-reportage e allestita lungo la cancellata della Mole Antonelliana. L’esposizione verrà inaugurata nel pomeriggio (ore 18.30) e sarà visibile per tutta la durata del Festival.
Le proiezioni al Festival iniziano già nel pomeriggio con l’apertura del Concorso Documentari Italiani, che quest’anno presenta dieci film. L’edizione 2019 dedicata alla Green Generation lascia spazio ai giovani con il primo titolo della sezione competitiva, Controcorrente (ore 17, Cinema Massimo - MNC, Sala Cabiria), documentario in cui Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi, rispettivamente 25 e 26 anni, raccontano il loro viaggio iniziato da Torino e proseguito per 6000 chilometri, a bordo di un’auto ibrida, attraverso l’intera Penisola per indagare la condizione ambientale del nostro Paese in specifica relazione alla criticità dell’acqua, alla sua assenza, presenza e sovrabbondanza. Nato dal basso, finanziato attraverso il crowdfunding, il film è la cronaca di un’avventura ambientalista on the road in cui i due autori navigano per giorni con biologi marini, escono in mare con i pescatori, intervistano studiosi, esperti, attivisti, documentano fusione dei ghiacciai, contaminazione dei fiumi, alluvioni, smottamenti, restituendo il ritratto di un’Italia ferita, ma anche di stupefacente bellezza. Al rientro a Torino gli autori hanno calcolato la carbon footprint del documentario compensando e sovracompensando le emissioni di CO2 prodotte con la piantumazione, in provincia di Vercelli, di un bosco di 200 alberi. La proiezione sarà seguita da un incontro con i registi e con Sergio Galletta, responsabile dei progetti di cooperazione di Hydroaid – Scuola internazionale dell'Acqua per lo Sviluppo e con esperti di SMAT – Società Metropolitana Acque Torino.
Sempre nel pomeriggio, anche la sezione Ecoeventi si apre lasciando spazio alle nuove generazioni. Protagonisti fuori dalle sale di proiezione saranno infatti quattordici giovani artiste e artisti provenienti dall’Accademia Albertina di Belle Arti che, riuniti nel gruppo Noname, hanno prodotto appositamente per il Festival un articolato progetto, curato da Cristina Giudice, docente di Storia dell’arte contemporanea e intitolato “Intrecci ambientali”, costituito da una mostra (ospitata in due sedi diverse), un live painting e due brevi performance in svolgimento nei prossimi giorni. Alla sua prima uscita pubblica, il gruppo Noname crea nuovi immaginari con progetti sostenibili frutto di ricerche e riflessioni approfondite. I lavori sono eterogenei come i percorsi dei giovani artisti che lo compongono. Elemento unificante è la consapevolezza e il senso di responsabilità nei confronti del nostro Pianeta, della vita in ogni suo aspetto e del legame stretto tra lo sfruttamento e l’appropriazione di risorse e di altri esseri umani. La mostra "Intrecci ambientali" – che si compone di installazioni, videoinstallazioni, dipinti, sculture – avrà la sua prima inaugurazione alle ore 17, al Circolo degli Artisti, dove saranno esposte le opere di Cinzia Amanti, Elisa Bagna, Beatriz Basso, Simona De Palo, Annalisa Pascai Saiu e Alessandro Fara, Livio Soffietti, Dede Varetto, Federica Verlato e Andrea Zanninello. La seconda parte della mostra, allestita nelle sale della Pinacoteca Albertina, sarà invece inaugurata lunedì 3 giugno. Entrambe le esposizioni saranno aperte fino al 9 giugno. Tutti i giorni del Festival (ore 17-20), il duo di Wasp Crew (Edoardo Kucich e Gabriele Guareschi) darà vita, su un trapezio di tela, al live painting “Habit-at”, che racconta la storia intrecciata di animali umani e animali non umani. Sul muro esterno del Cinema Massimo, infine, sarà visibile, la grande scritta “CinemAmbiente” realizzata in muschio, opera di art writing ideata da Elena Radovix.
Tutti gli eventi e le proiezioni del Festival sono a ingresso libero
INFO: festival@cinemambiente.it; www.cinemambiente.it
PROGRAMMA di venerdì 31 maggio
Legenda
CID CONCORSO DOCUMENTARI INTERNAZIONALI
CIOH CONCORSO DOCUMENTARI ONE HOUR
CDI CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI
CC CONCORSO CORTOMETRAGGI INTERNAZIONALI
ES EVENTI SPECIALI
P PANORAMA
ET ECOTALK
EE ECOEVENTI
CDI
Cinema Massimo - Sala Cabiria – ore 17.00
Controcorrente
di Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi (Italia 2019, 90’)
Il viaggio di due giovani, una giornalista e un economista ambientale, attraverso l’Italia, per conoscere e documentare lo stato dell’ambiente, in particolare dell’acqua. Accompagnati da un operatore cinematografico viaggiano su un’auto ibrida, navigano con biologi marini, escono in mare assieme ai pescatori, percorrono 6000 km alla scoperta della Penisola. Oltre a varie interviste con esperti, raccolgono testimonianze di attivisti che da decenni si dedicano alla salvaguardia del patrimonio naturale del Paese. Un progetto partito dal basso e diventato realtà che, tra le molte peculiarità ha cercato di compensare l’emissione di CO2 prodotta durante la lavorazione, piantumando duecento alberi a Fontanetto Po in Piemonte, creando così il bosco di Controcorrente.
Al termine della proiezione, incontro con i registi e Sergio Galletta (responsabile dei progetti di cooperazione di Hydroaid – Scuola internazionale dell'Acqua per lo Sviluppo)
EE
Circolo degli artisti - ore 17.00 – inaugurazione della mostra
Progetto artistico Intrecci ambientali
a cura di Cristina Giudice con il gruppo Noname
Il gruppo Noname alla sua prima uscita pubblica, crea nuovi immaginari con progetti sostenibili. I lavori sono eterogenei come i percorsi dei/delle 14 artisti/e. Unificante è la consapevolezza e il senso di responsabilità nei confronti del “nostro” pianeta, della vita in ogni suo aspetto e del legame stretto tra lo sfruttamento e l’appropriazione di risorse e di altri esseri umani. Ogni artista mostra un punto di vista personale e unico, ma parla una lingua di attiva condivisione di valori comuni all’umanità.
Cinzia Amanti richiamando la tradizione figurativa occidentale crea un’installazione drammatica, in cui l’anthropos al centro è ognuno di noi, ma il mondo circostante è alla fine, così come ci ricorda Elisa Bagna, con un lavoro spiazzante: lo scandaloso quadro di Courbet diventa una visione di morte e il corpo materno è un ibrido di plastica e carne. L’installazione di Beatriz Basso è leggera e richiamando il movimento dell’acqua e dell’aria, ci fa riflettere sul nostro coinvolgimento nel rispetto degli elementi naturali. Simona De Palo unisce in una TV piena di oggetti plastici, la poesia di emozioni espresse dai colori con il rischio di cedere a false verità. La tela magmatica di Delia Gianti esprime la forza oscura della vita, dura e terribile, ma anche i semi della rinascita, lenticchie e riso come gemme preziose. Bahar Heidarzade con un lavoro poetico, ci costringe a guardare il mondo dal punto di vista delle api, creature indispensabili alla vita del pianeta, ma a rischio estinzione. Il film di Annalisa Pascai Saiu e Alessandro Fara è esaltazione del flusso vitale, attraverso la condivisione di esseri umani, acqua, terra, tradizioni mitiche e archetipi dell’origine. Elena Radovix mette in scena con l’ironia delle parole del titolo, una visione zoecentrata del mondo, in cui il corpo femminile si ibrida con elementi di natura, in uno spazio di silenzio colmo di progettualità. L’abito di Valentina Rotundo Serra richiama la magia di una moda consapevole di saperi tradizionali e di antichi tessuti naturali. Il lavoro di Livio Soffietti sul Coltan tocca con apparente leggerezza un tema fondante: lo sfruttamento mortifero e predatorio di luoghi e persone altre per il nostro “inconsapevole” benessere. Dede Varetto con la perfezione della pittura ad olio descrive l’essere umano, vittima e carnefice, portatore di sogni e aspirazioni, ma anche artefice di violenza e distruzione, simboleggiato dal velo di plastica che lo ricopre, soffocandolo. Federica Verlato crea un’installazione coinvolgente, con fili rosso sangue che ci connettono allo spazio circostante, come un flusso ininterrotto di parole vitali. Andrea Zanninello usa legno riciclato, materiale vivo con tracce di fuoco e vi imprime il volto di Greta come un richiamo forte all’azione.
Wasp Crew (Edoardo Kucich – Gabriele Guareschi) nel live painting Habit-at racconta la storia intrecciata di animali umani e animali non umani, costretti a convivere in un ambiente sempre nuovo, per la nostra azione di sfruttamento e distruzione. Tutti i giorni del festival, ore 17.00-20.00 davanti cinema Massimo.
Performance Legami intrinseci (ideata da Gianti): fili d’oro saranno intrecciati ai polsi per ricreare legami vitali tra tutte le creature presenti. Il 2 e 4 giugno, ore 19.00-20.00 davanti cinema Massimo
Performance Overdose plastica (ideata da gruppo Noname): creature irriconoscibili, avvolte nella plastica come metafora dell’umano oggi, sempre più individualista e a rischio estinzione. 1 e 5 giugno 18.30-19.00 davanti cinema Massimo
Cinemambiente (Radovix), scritta di muschio, facciata cinema Massimo
EE
Mole Antonelliana, cancellata esterna - ore 18.30 – inaugurazione della mostra
The Human Element: fotografie di James Balog
Da quarant’anni James Balog apre nuovi orizzonti creativi sulla relazione tra l’essere umano e la natura che lo circonda. Il suo talento fotografico consiste nel cogliere il loro intersecarsi attraverso un punto di vista che conquista lo spettatore per la ricchezza delle immagini e che, al contempo, è in grado di porre interrogativi profondi su ciò che sta accadendo al nostro mondo. Per questo il suo lavoro rappresenta una nuova e straordinaria visione verso una maggiore consapevolezza dell’era che stiamo attraversando, l’Antropocene, l’Era degli Umani.
«Ho visto bruciare il carbone, il petrolio, il gas naturale e ho visto come essi rovinino l’aria che respiriamo. Ho visto quanto quell’atmosfera alterata riscaldi le nostre foreste, finché queste non esplodono in palle di fuoco e le case sono ridotte in cenere. Ho visto, attraverso più di un milione di fotogrammi timelapse, come si sciolgono trilioni di tonnellate di ghiacciai. E ho visto come quest’acqua si riversa nei mari, inondando le coste del mondo». James Balog, dal discorso in occasione della Giornata della Terra, Washington Mall, 22 aprile 2017
ES
Cinema Massimo - Sala Cabiria – ore 20.30 cerimonia di inaugurazione della 22° edizione del Festival CinemAmbiente
Il punto di Luca Mercalli
a seguire
The Human Element
di Matthew Testa (USA 2018, 80’)
Il film segue il fotografo James Balog, tra le principali voci dell’ambientalismo mondiale, mentre documenta alcuni fenomeni emblematici dei crescenti cambiamenti climatici. Per raggiungere il suo obiettivo, Balog prende in considerazione i quattro elementi vitali – Terra, Acqua, Aria, Fuoco – cercando di cogliere il loro alterarsi dovuto alle attività umane. Un viaggio negli Stati Uniti che lo vede testimone del passaggio di uragani devastanti, di un villaggio di pescatori minacciato dall’aumento del livello del mare, dell’esaurirsi della nostra riserva d’aria, dei rovinosi incendi in California e di una comunità di minatori disoccupati alla ricerca di nuove speranze. Tuttavia, con fiducia, Balog mette a disposizione la sua arte per favorire il recupero della relazione imprescindibile fra la Natura e il quinto fondamentale elemento: l’umanità.
Al termine della proiezione, incontro con James Balog e Luca Mercalli