Clean Air Dialogue di Torino, Legambiente: sono le città a trainare la transizione verso emissioni zero
Alla due giorni di Torino tra governo italiano e Commissione Europea ci saranno anche alcune associazioni ambientaliste. Abbiamo raggiunto Andrea Poggio di Legambiente: "Le città fanno più di Stati e Regioni. Falso che l'Europa tira la volata e la base non vuole limitazioni"
03 June, 2019
Torino si prepara ad ospitare il 4 e 5 giugno i Clean Air Dialogue, dialogo bilaterale tra l’Italia e la Commissione europea per concordare soluzioni efficaci per contrastare l’inquinamento atmosferico e delineare misure concrete per la qualità dell’aria nelle città.
Il ministero dell’ambiente ha appena reso noto che ci sarà la firma di un protocollo interministeriale che ha coinvolto anche regioni e province autonome con "impegni precisi per ridurre l’inquinamento dell’aria” in riferimento ai settori “trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa”. Da parte loro i movimenti Extinction Rebellion Piemonte e Fridays For Future Torino fanno invece sapere che il 4 e il 5 giugno occuperanno lo spazio adiacente alla sede degli incontri all’Environment Park di Torino.
Alla due giorni prenderà parte anche Legambiente. Abbiamo raggiunto Andrea Poggio, responsabile responsabile mobilità sostenibile e stili di vita dell’associazione, per avere qualche anticipazione su quello che sarà l’apporto delle associazioni coinvolte nel dialogo, tra cui ci sono anche Cittadini per l’Aria e il Wwf.
“Nelle ultime ore c’è l’idea di fare qualcosa all’esterno dell’evento – dice Poggio - Per quanto riguarda invece il contributo alla discussione, con le altre associazioni accreditate stiamo decidendo di arrivare ad una presa di posizione comune riprendendo quanto espresso precedentemente a livello europeo e ripreso ad aprile da Cittadini per l’Aria. Si tratta di punti ampiamente condivisi. Non ho idea però se ci saranno dei temi su cui si potrà influire davvero in maniera decisiva”.
Al di là del protocollo interministeriale, a cosa pensi che possa portare questo dialogo con l’Europa?
Il contesto è molto interessante perché l’Unione Europea non potrà che rendere più severi i limiti della qualità dell’aria. Il limite fissato dalla Commissione Europea non ha nessun immotivazione legata agli effetti sanitari e quindi non potranno che avvicinarsi alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Ciò significa che la stretta sui diesel, sulle grandi politiche urbane di emissioni zero per tutte le trasformazioni energetiche, dalle abitazioni alla mobilità, sono all’ordine del giorno. Quindi è importante presidiare l’incontro per questo motivo.
Per quanto riguarda l’Italia quale potrebbe essere un tema nuovo?
Potrebbe essere interessante capire a che punto è lo scontro che sta avvenendo in tutta Europa tra le città che tendono ad indurire le posizioni contro l’inquinamento e gli Stati le Regioni che invece si tirano indietro. Non è vero che c’è un’Europa che tira la volata e una base locale che non vuole avere limitazioni. Molte città hanno deciso o stanno decidendo gli anni in cui non sarà più possibile circolare con il motore a scoppio, mentre la Commissione Europea fa le trattative con le case automobilistiche per rinviare questo momento all’infinito.