Torino, Clean Air Dialogue: firmato il protocollo per la qualità dell'aria. Ecco il testo completo
Misure trasversali, agricoltura e combustione di biomasse, mobilità, riscaldamento civile, uscita dal carbone. Sono questi gli ambiti di intervento su cui si basa il protocollo d'intervento contro l'inquinamento atmosferico firmato martedì 4 giugno a Torino
04 June, 2019
Si è aperto oggi a Torino il Clean Air Dialogue, un appuntamento internazionale cruciale che vede, nel capoluogo piemontese, oggi e domani il Commissario europeo all’Ambiente Karmenu Vella, la sindaca Chiara Appendino, ministri, Regioni e i portatori d’interesse nei vari settori riuniti in un confronto serrato, con l’obiettivo di condividere e promuovere le misure più efficaci e le migliori pratiche, presentare i progressi raggiunti, promuovere le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura e sulla sanità pubblica.
"Abbiamo riunito qui a Torino - ha osservato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa - gli Stati generali dell'aria, una due giorni senza precedenti: in modo strutturato rispetto al passato, in modo risolutivo e inclusivo, per affrontare quella che è una vera e propria emergenza. Ogni giorno muoiono prematuramente 219 persone a causa dello smog, come dice l'Oms: 80 mila circa morti all'anno. Numeri che dobbiamo azzerare”.
“Oggi – ha aggiunto Costa – abbiamo firmato un Protocollo che è un Piano d'azione operativo. Agiremo come ministri e in accordo con le Regioni con impegni concreti, perché è importante lavorare insieme. Ci siamo assunti una responsabilità politica pubblica, amministrativa e gestionale. Vogliamo fare da battistrada anche per gli altri Paesi europei in procedura d'infrazione".
Il protocollo ‘Aria Pulita’ è stato sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio, sei Ministeri, regioni e province autonome, che hanno condiviso l’urgenza di agire subito perché quando parliamo di smog affrontiamo un tema che purtroppo ha un’influenza pesante e devastante sulla vita di ognuno di noi.
L’inquinamento atmosferico provocato dai trasporti, dall’agricoltura, dal riscaldamento domestico, è tra i fattori maggiormente responsabili del progressivo peggioramento della qualità della vita nelle nostre città.
La Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell’Italia per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, per i superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto (NO2). Eventuali sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea potrebbero imporre oneri economici di entità molto rilevante, nonché la possibile riduzione dei Fondi Strutturali per l’Italia. Il nostro Paese ha deciso di impegnarsi ancora più concretamente, per migliorare la qualità dell’aria, partendo dalle proposte avanzate dal Gruppo di lavoro interministeriale per la qualità dell’aria istituito dal Ministro dell’Ambiente lo scorso dicembre.
Le misure del Protocollo riguardano i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri viene istituita l’Unità di coordinamento del Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria.
L’Unità di coordinamento individua entro 6 mesi dal proprio insediamento, ulteriori misure eventualmente adottabili a livello nazionale e a livello locale in materia di contrasto all’inquinamento atmosferico e per il miglioramento della qualità dell’aria, formulando al riguardo puntuali proposte di razionalizzazione e di semplificazione.
Il Piano d’azione ha una durata di due anni ed è articolato in 5 ambiti di intervento: uno trasversale e quattro tematici. Per ciascun ambito di intervento sono individuate specifiche azioni operative inquadrate in una strategia unica e complessiva. Le misure trasversali vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi all’istituzione di un Fondo per il finanziamento del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico, fino a 400 milioni di euro all’anno.
In ambito agricolo sono previsti interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali.
Nell’ambito della mobilità si introducono criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità. Sono previste anche misure per il controllo delle aree a traffico limitato, linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi per orientare gli incentivi verso le tecnologie elettriche ibride a minor impatto ambientale. Si prevede la possibilità di autorizzare nelle città la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini. Si disincentiva l’utilizzo di veicoli ad alte emissioni inquinanti. Infine, viene promossa la mobilità attiva, soprattutto nei percorsi casa scuola e casa-lavoro.
Sul fronte del riscaldamento civile sono previste dal piano d’azione misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa ma anche limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e la qualificazione degli installatori di impianti alimentati a fonti rinnovabili.
Dal piano, infine, si ribadisce la necessità dell’uscita dal carbone, prevista dall’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione.
Il testo completo in allegato