Alla scoperta di Fra' Sole Assisi, prima tappa: la nascita del progetto e le azioni sui rifiuti
Prima tappa alla scoperta del progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale di Assisi. Intervista di Eco dalle Città a Giuseppe Lanzi, AD di Sisifo e coordinatore di Progetto
20 June, 2019
Fra' Sole è il nome del progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale di Assisi comprendente la Basilica Superiore, la Basilica Inferiore, la Tomba di San Francesco, il Sacro Convento e la Selva. Un progetto unitario che oltre a coinvolgere i circa 400 utenti del Complesso (frati, ospiti a rotazione e studenti dell'Istituto Teologico) interessa i visitatori della Basiliche e della Tomba di San Francesco (numero stimabile in oltre 5 milioni di pellegrini). Un progetto sistemico e replicabile che ha tra i suoi obiettivi, la realizzazione di un disciplinare che si applichi a tutte le comunità chiuse (scuole, ospedali, carceri, etc.).
Eco dalle Città inizia un viaggio alla scoperta di Fra' Sole – www.frasole.org - partendo, in questo articolo, dalla sua genesi e dalle prime azioni intraprese nell'ambito dei rifiuti. Giuseppe Lanzi, AD di Sisifo e coordinatore di Progetto, ci racconta come ha visto la luce:
Com'è nato questo progetto?
Il progetto nasce quasi per caso, frutto di un incontro tra persone che si conoscevano. Una di queste è Fra' Mauro Gambetti, che oltre ad essere custode del Sacro Convento, è laureato in Ingegneria, conoscitore della materia. Un incontro facilitato da Massimiliano Muggianu, attuale direttore operativo del progetto Fra' Sole, nel quale si sono naturalmente inseriti Walter Ganapini, direttore generale di Arpa Umbria e membro onorario del Comitato Scientifico dell'Agenzia Europea per l'Ambiente, e Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali Novamont (azienda che dà subito ha sposato il progetto).
Ci tengo a sottolineare che questa avventura all'inizio era nata come un'idea intorno alla domanda: cosa può fare in più in fatto di sostenibilità il Sacro Convento, rispetto a quello che già fa per sua natura, nello spirito del fondatore?
Rifiuti ed energia, insieme all'acqua, sono stati i tre temi sui quali abbiamo iniziato a fotografare lo status quo in maniera scientifica. Abbiamo iniziato a fare delle analisi merceologiche insieme ad Arpa Umbria sui rifiuti prodotti. In parallelo ci siamo concentrati sui flussi di energia. Dal primo momento ci siamo accorti che i rifiuti erano il capitolo che presentava maggiori problematicità. Se dal punto di vista energetico erano già stati compiuti passi avanti – la struttura del Sacro Convento già oggi è in classe energetica A2 - dal punto di vista dei rifiuti c'erano diverse cose da fare. Abbiamo immediatamente capito che bisognava lavorare sulla quantità e sulla qualità dei rifiuti prodotti.
Come vi siete mossi?
Abbiamo iniziato a vedere chi potesse darci una mano ed è nata la prima bozza di progetto. Da lì abbiamo detto “proviamo a fare qualcosa di più scientifico” e siamo giunti ad un protocollo di intesa. Un'intesa che in un certo senso definirei “anomala” data la diversa natura dei soggetti coinvolti: il Sacro Convento, ente ecclesiastico, Arpa Umbria, ente governativo, e due aziende, Sisifo e Novamont. In quest'ultimo caso, vale la pena sottolineare il fatto che Novamont, non ha un interesse commerciale specifico; è però da sempre all’avanguardia sui temi della educazione ambientale e partecipa attivamente alla costruzione di questa case history.
Nel frattempo era in scadenza il protocollo di intesa con il Ministero dell'Ambiente. Abbiamo allora presentato il progetto Fra’ Sole che ha ottenuto il patrocinio; la firma dell’accordo tra i promotori si è concretizzata proprio al Ministero dell’Ambiente.
A quel punto cosa accade?
È iniziata un'ascesa che ci ha sorpreso. Abbiamo presentato il progetto anche al Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, ministero vaticano competente anche nelle tematiche ambientali. Da loro non è arrivata una semplice lettera di incoraggiamento, bensì un patrocinio formale con la possibilità di utilizzare il logo. A questo, si è aggiunto poi il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Assisi, che mai si tira indietro.
In quel momento il nostro obiettivo era quello di trovare degli alleati che non fossero solamente interessati alla potenziale forza comunicazionale del Sacro Convento. Quindi non sponsor, ma partner. Realtà che potessero contribuire non solo economicamente ma con delle capacità e conoscenze a quello che stavamo portando avanti. Sul tema rifiuti, è il caso del gruppo Sartori Ambiente di Trento, di CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio) e del CIC (Consorzio Italiano Compostatori). Con ciascuno di loro abbiamo fatto degli studi per andare ad approfondire verticalmente i loro ambiti di competenza.
Questo lavoro che cosa ha portato?
Abbiamo ridisegnato completamente il sistema di raccolta tenendo conto delle varie differenze degli ambienti presenti all'interno del Sacro Convento. Con Sartori Ambiente ci siamo accorti che era necessario creare un bidone che fosse modulabile, con la testa che indicasse chiaramente la frazione per il quale veniva utilizzato. Per questo, oltre ad aver studiato il bidone adatto, abbiamo scelto la quantità di contenitori necessari e abbiamo posto in essere la trasformazione.
Nel caso del rifiuto organico, invece, vista anche la presenza di un bosco e di un uliveto nel Sacro Convento, insieme al CIC abbiamo avviato una prima sperimentazione di auto-compostaggio. Ad oggi, infatti, gli scarti della cucina non vengono più conferiti alla municipalizzata ma vanno nel “punto di compostaggio circolare” nel quale utilizziamo anche gli sfalci e il cippato dell'uliveto e della selva.
Non bastava però lavorare solo sulla raccolta differenziata, occorreva agire sulla prima R della gerarchia europea dei rifiuti, la riduzione.
In che modo?
Modificando le politiche di acquisto. Per questo abbiamo fatto, insieme a Sarvex, un'analisi merceologica degli acquisti. Nel caso dell'acqua, abbiamo ricevuto una risposta incoraggiante da parte dei frati: “Perché ridurre il numero delle bottiglie? Eliminiamole”. E così nasce l'avvicinamento a Umbra Acque che, anche se non compare ancora tra i partner di progetto, ha già fornito diversi distributori di acqua dove i frati possono rifornirsi utilizzando la borraccia creata appositamente per il progetto. I punti acqua saranno ulteriormente implementati anche nelle aree di accesso dei pellegrini. Mi piace sottolineare che anche il Comune di Assisi si sta muovendo ed ha già riattivato 37 fontanelle pubbliche all’interno delle mura cittadine.
Ma questa non è l'unica azione nel campo della riduzione dei rifiuti. Abbiamo deciso di eliminare la plastica da tutti gli eventi ospitati presso il Sacro Convento andandola a sostituire con materiali lavabili e riutilizzabili. E laddove non è stato possibile, per la quantità di persone coinvolte, siamo passati, grazie alla partnership con Ecozema, a tutti materiali biodegradabili e compostabili certificati EN 13432 (Mater-Bi, Pla, polpa di cellulosa). Inoltre, nel caso del negozio di articoli religiosi sito tra le due Basiliche, abbiamo introdotto gli shopper di Polycart, azienda che tra le altre cose è proprio di Assisi. In questo caso, inoltre, come avvenuto per i bidoni di Sartori, si tratta di prodotti recanti la grafica del progetto per rispondere alla necessità di far conoscere Fra' Sole alle persone che entrano in contatto con il Convento.
Quale sarà uno degli step successivi per quanto riguarda i rifiuti?
C'è il tema delle due piazze esterne alle Basiliche. Una situazione molto particolare dove si registrano picchi enormi di visitatori e dove, nel caso degli eventi, i bidoni devono essere tolti per motivi di sicurezza. Stiamo quindi studiando una soluzione che possa avere i requisiti di bellezza (andandosi ad inserire in un contesto artistico), i requisiti di differenziazione e quelli di sicurezza. C’è poi tutto il tema della finanza etica e del suo rapporto con l’economia circolare… ma questo credo che sia tema per un ulteriore approfondimento.
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