Passante di Bologna: 'Un'opera inutile dannosa e anacronistica' | Dossier
Via libera dal ministero dei Trasporti al cosiddetto Passante di Bologna, cioè l'allargamento del sistema autostrada-tangenziale che costeggia la città. In un approfondito documento, il comitato che si oppone da 30 anni spiega le ragioni scientifiche per cui è un'opera dannosa sotto molteplici punti di vista
01 July, 2019
Scatto in avanti, probabilmente decisivo, per il “passante di Bologna”. Il testo ufficiale dell’accordo sull’allargamento del sistema autostradale-tangenziale che costeggia la città è stato modificato dal ministero dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli e lunedì 1° luglio l’assessore ai Trasporti della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, lo porterà in Giunta per l’approvazione. Seguiranno le firme del Comune di Bologna (martedì) e quello della Città metropolitana (mercoledì). Viene confermata senza nessun cambiamento la cosiddetta opzione ‘A evoluta’, presentata dal Mit agli enti locali il 20 marzo scorso.
Molto critico il comitato “Passante di mezzo no grazie” (www.facebook.com/noallargtangbo/) che si batte contro l'allargamento dell’asse Autostrada-Tangenziale di Bologna da circa trent'anni, cioè da quando alla fine degli anni '80 la giunta Imbeni decise di procedere al potenziamento delle carreggiate, portandole tutte da due a tre corsie. Un progetto ritenuto “inadeguato e incompatibile sotto ogni profilo a rappresentare la soluzione ai problemi viari e di attraversamento della città”. A distanza di 30 anni - scrivono gli attivisti – "l'allargamento è tornato alla ribalta, come idea innovativa” e quindi il comitato è tornato “in servizio”.
Il
progetto odierno è frutto dell'accordo stipulato il
15 aprile 2016 a Bologna tra Ministero dei Trasporti (governo Renzi),
Regione Emilia-Romagna, Città Metropolitana di Bologna, Comune di
Bologna e ASPI (Autostrade per l’Italia). Alla presenza
di Matteo Renzi, del Ministro dei Trasporti Graziano del Rio e del
Sindaco di Bologna, nonché presidente della Città Metropolitana,
Virginio Merola, il progetto di potenziamento del sistema stradale, come si legge sul sito del comitato, “è
stato presentato con grande enfasi come la soluzione definitiva
dell’annoso problema di congestione del nodo autostradale di
Bologna e come opera di elevato profilo urbanistico, capace da sola
di ricucire quartieri isolati, riqualificare periferie degradate,
migliorare la vita dei cittadini e ridurre l’inquinamento”.
In
questo approfondito
documento di 58 pagine, il comitato spiega le ragioni
scientifiche per cui il passante è in realtà un'opera dannosa sotto molteplici punti di vista e le possibili alternative: “Questo
rapporto è rivolto a tutti i cittadini della Città Metropolitana di
Bologna, che proprio grazie a questo progetto si ritroveranno a
vivere in un’area più inquinata, più caotica, con periferie
sempre più separate dal contesto urbano e sempre più degradate,
grazie a quella “politica del fare” che oggi va molto di moda e
che ignora sistematicamente che “il fare” include anche la
possibilità di fare disastri, come in questo caso. È rivolto ai
cittadini che nel corso del cosiddetto Confronto Pubblico si sono
visti propinare come verità incontrovertibili dati approssimativi,
sottovalutazioni sistematiche delle criticità trasportistiche
ambientali e sanitarie connesse al progetto e, più in generale, una
visione distorta del principio di partecipazione alle decisioni
pubbliche. Ed è infine rivolto proprio agli amministratori pubblici,
cioè a coloro che dovrebbero tutelare i nostri interessi, per
informarli sulle criticità taciute dal progetto e sull’esistenza
di numerose alternative e best
practice adottate
a livello internazionale per risolvere problemi simili”.