Appendino: 'Nella Città di Torino inquinano di più i trasporti o il riscaldamento? I trasporti. Ecco perché'
Pubblichiamo integralmente il post dal blog della sindaca di Torino, Chiara Appendino, del 5 luglio 2019
06 July, 2019
Che a Torino l’inquinamento sia un problema reale e a cui le Istituzioni devono dare massima priorità è un dato di fatto su cui spero siamo tutti d’accordo.
La Città ha già dichiarato l’emergenza ambientale e continuerà con tutti i mezzi possibili la lotta contro l’inquinamento.
Tra le varie forme di inquinamento quella più diffusa sul nostro territorio e senza dubbio più insidiosa è lo smog. L’inquinamento dell’aria.
Se ne è parlato ieri durante Mobilitaria 2019, il forum dedicato proprio alla qualità dell’aria su tutto il territorio nazionale, dove non sono mancati i focus sul nostro territorio.
Ma veniamo al cuore di questo articolo.
Tra le varie fonti inquinanti, qual è che incide maggiormente sulla qualità dell’aria?
A questa domanda ha risposto ARPA Piemonte, con i dati presentati dal Direttore Generale, Angelo Robotto. Trovate alla fine dell’articolo il rapporto completo.
Ora, prima di vedere i dati, vorrei fare un piccolo inciso.
L’inquinamento è un tema trasversale, assolutamente prioritario per tutte le Istituzioni, di qualsiasi colore politico. Ad andarci di mezzo è la salute dei cittadini. Su questo non arretrerò e non arretreremo di un passo. Continuando nelle tante azioni che stiamo facendo per tutelare le future generazioni e il pianeta.
Per lo stesso motivo non permetteremo a nessuno di strumentalizzare dati empirici diffusi da organi ufficiali per dannose bagarre politiche.
Smog: a Torino le emissioni da traffico incidono per l’85% del totale
Osserviamo bene questi grafici.
Emissioni di PM10
È il grafico più a sinistra.
Cosa ci dice?
Che nella Città di Torino – dunque all’interno dei suoi confini – le emissioni sono attribuite per l’85% ai trasporti e solo al 5% al riscaldamento. Il restante 10% arriva da altre fonti.
Questo è un dato di fatto. Significa che la Città, per ridurre l’inquinamento, deve intervenire sui trasportiche, torno a ripetere, sono responsabili della stragrande maggioranza di emissioni inquinanti. Non solo PM10 ma anche NO2, come vedremo tra poco.
Concentrazioni di PM10
È il secondo grafico, sempre riferito alla Città di Torino.
Cosa ci dice?
Qui le cose, come evidenziano i colori, cambiano un po’. Ma cerchiamo di capire insieme perché.
Cosa sono le concentrazioni?
Sono i dati empirici rilevati dalle centraline. Quello che oggettivamente si misura per determinare la qualità dell’aria. E che tengono in considerazione sia il PM10 primario che quello secondario¹.
In questo caso vediamo che il PM10 da riscaldamento incide in termini di concentrazione per il 49%, mentre quello da trasporti si “riduce” al 38% (parliamo comunque dell’incidenza di più di un terzo del totale!).
“Ma come è possibile se abbiamo detto che l’85% degli inquinanti arriva dai trasporti?”
È possibile perché – come è evidente – Torino non è isolata dalle altre aree limitrofe e, quindi, le correnti d’aria spostano gli inquinanti da un’area all’altra.
Aggiungeteci che Torino ha una conformazione orografica peculiare “a conca” che facilità il deposito dello smog, si capisce facilmente come sia possibile che le concentrazioni rilevate siano di varia natura.
“Ecco, vedete che la colpa è dei riscaldamenti!”
Non di Torino. Motivo per cui saremmo tutti molto felici se la Regione avviasse un serio piano di incentivi per il rinnovo degli impianti di riscaldamento su tutto il territorio. Sono certa che – vista l’attenzione al tema ambientale che hanno più volte dichiarato – non mancheranno di farlo.
Una metafora per capire meglio
Ora, semplifichiamo con una metafora quanto detto sopra.
Immaginate di dover tenere pulita casa. Evitare che entri lo sporco e limitare quella odiosa polvere sulle mensole.
Si pulisce, certo, ma la cosa migliore è fare in modo che si formi meno sporco possibile.
Cosa potete fare voi? Potete fare attenzione a non sporcare quando cucinate e far togliere le scarpe ai ragazzi prima di entrare in casa.
Poi però aprite le finestre ma la polvere entra, e comunque si forma per altri svariati motivi che non dipendono dalla vostra volontà.
Cosa fate a quel punto, liberi tutti di entrare con le scarpe e smettete di fare attenzione a non versare per terra liquidi cibi e quant’altro? Ovviamente no.
Continuate a fare quello che è possibile per limitare i danni, dopodiché si farà fronte a quello che non dipende da voi.
Ecco, quella casa è la Città di Torino e noi dobbiamo limitare i danni su ciò di cui siamo direttamente responsabili. In questo caso, i trasporti. Ripeto, per l’85%.
Agglomerato senza Torino
Gli altri due grafici a destra dimostrano come effettivamente, fuori dall’area di Torino, i riscaldamenti contribuiscano in parte maggiore alle emissioni.
Questo è evidente perché, allontanandosi dal centro urbano, diminuisce anche la quantità di veicoli su strada.
E gli altri inquinanti?
In effetti il particolato (il PM10) non è l’unico inquinante da tenere in considerazione.
Ci sono anche gli ossidi di azoto, i cosiddetti NOx.
Vediamo il relativo grafico.
In questo caso si parla di concentrazioni e si vede come il 77% delle stesse, rilevate alla stazione di Torino-Lingotto, siano attribuite – ancora una volta – ai trasporti.
Conclusioni
Spero che questa breve spiegazione sia servita per comprendere meglio quello che succede in termini di inquinamento nella nostra Città.
Come si è visto nella Città di Torino le emissioni inquinanti sono attribuibili in larghissima parte ai trasporti. E, nel perimetro delle nostre competenze, è su questo che dobbiamo agire per tutelare la salute pubblica ed il pianeta.
Spero vivamente che su questo ci sia la collaborazione di tutte e tutti, dalle Istituzioni, ai media ai cittadini.
Si tratta di una battaglia comune che dobbiamo affrontare per noi e per le prossime generazioni.
Non può essere terreno di scontro, né politico né di altra natura.
C’è poco tempo e dobbiamo agire insieme.
¹ Con particolato primario e secondario si intende quello direttamente emesso dalla fonte inquinante e quello trasformato successivamente per fenomeni fisico-chimici.
Motivo per cui questa distinzione non esiste quando si parla di “emissioni”, in quanto trattasi per definizione solo di particolato primario.
Leggi anche: