Grandi eventi: Kappa Futur Festival di Torino, una festa pazzesca e ‘moderatamente’ sostenibile
“L’unica moneta accettata sono bottiglie e bicchieri vuoti”, con il TRASHed Recycling Store il Kappa Futur Festival punta tutto sul recupero della plastica dimenticandosi le altre frazioni
08 July, 2019
di Cino Bidon
Come ogni anno il Kappa Futur Festival ripropone con forza Torino nel grande circuito dei festival musicali che contano. Successo di pubblico, organizzazione impeccabile, Dj delle grandi occasioni e tanta sicurezza, pure troppa. Tutto davvero curato nei minimi particolari, come ad esempio il servizio dedicato alla pulizia dell’area all’interno del Parco Dora, a dimostrazione che questo aspetto era tra le priorità degli organizzatori.
Alla vigilia dell’edizione 2019 sui principali mezzi d’informazione emergeva come l’appuntamento del 6 e 7 luglio 2019 sarebbe stato un evento sostenibile. Titoloni a parte anche gli stessi organizzatori – come in un articolo su La Stampa dal titolo “Rock plastic free” del 6 giugno scorso - Maurizio Vitale e Gianluca Brignone invitano a pensare a una sostenibilità ad ampio raggio: "Prima di tutto, a quella economica, che deve generare ricchezza e distribuirla sul territorio. Bandire la plastica può essere un modo per ripulirsi la coscienza e fare marketing. L'ambiente si protegge e difende facendo impresa".
“L’unica moneta accettata sono bottiglie e bicchieri vuoti”
Parole
forti e per
certi versi anche
condivisibili. Ma
possiamo davvero dire che il KFF è stato un evento sostenibile? Nì.
La risposta è affermativa se lo paragoniamo con i pochi eventi musicali all’aperto italiani di pari durata e che coinvolgono lo stesso numero di persone (si parla di più di 50 mila in questa edizione), perché qualcosa di significativo è stato fatto e va riconosciuto. E, a conti fatti, è sempre meglio del tour di Jovanotti, propagandato come il più sostenibile di tutti i tempi (o quasi) ma che all’esordio ha decisamente disatteso le aspettative.
Invece se il confronto lo spostiamo a livello europeo, basti pensare solo alle Nuit Sonores di Lione, c’è ancora molto da fare. Perchè come il Boom Festival o Wao insegnano – con i dovuti distinguo - la sostenibilità è un concetto molto ampio e sfaccettato, ma la strada imboccata dal Futur Festival è quella giusta.
Nella due giorni torinese si è visto quanto la sostenibilità economica abbia prevalso su quella ambientale, ma questo non è necessariamente un male. Interessante sotto molti aspetti è stato lo spazio del TRASHed Recycling Store, dove si potevano portare bicchieri in plastica e bottigliette in Pet in cambio di ‘punti’. Un punto per ogni bicchiere, un punto per ogni bottiglia e al raggiungimento di una determinata soglia si poteva ritirare un premio. Con 20 punti si riceveva una bottiglietta d’acqua, un vero e proprio incentivo al riciclo se si considera il caldo (e quindi il relativo consumo) e il fatto che all’interno una mezza naturale costava 2,50 €. Con 200 punti si riceveva una maglietta della passata edizione mentre, con 500, quella dell’edizione 2019. Fino ad arrivare a 1500 punti con i quali si aveva diritto a un biglietto weekend vip per la prossima edizione. Quindi il motto che campeggiava sullo stand “L’unica moneta accettata sono bottiglie e bicchieri vuoti” era davvero azzeccato. Raccogliere 1500 bicchieri e o bottiglie non è un gioco da ragazzi, ci vuole quasi una certa professionalità e i dati lo dimostrano: lo scorso anno “il pubblico ha raccolto più di 45.700 tra bicchieri e bottiglie di plastica” di cui l’85% è stato avviato a riciclo.
Interessanti anche i colorati e simpatici bidoncini di Art of Recycling il “progetto di Global Inheritance, organizzazione non profit fondata a Los Angeles, che invita artisti di tutte le discipline a trasformare i bidoni della raccolta differenziata in vere e proprie opere d'arte. Bidoni che poi verranno “donati alle scuole della Provincia di Torino per incentivare i giovanissimi al riciclo”.
Hanno fatto bene gli organizzatori a concentrarsi e spendersi solo sulla plastica
Chi si aspettava una raccolta differenziata spinta, con tanto di isole ecologiche presidiate è rimasto deluso. Di certo, in un grande evento come il Kappa Futur Festival, organizzare una efficace raccolta differenziata è una sfida impegnativa che richiede uno sforzo sia economico che progettuale. Quindi han fatto bene gli organizzatori a concentrarsi e spendersi solo sulla plastica che, in fin dei conti, è il rifiuto più prodotto in questo tipo di eventi. Inoltre rispetto alle scorse edizioni sono sparite le cannucce e le fascette (uno strumento indispensabile per dare un ordine ai chilometri di cavi stesi nel parco) che quest’anno erano biodegradabili. Naturalmente questo non significa che verranno abbandonate nel Parco Dora.
Si
potevano utilizzare bicchieri compostabili o riutilizzabili con
cauzione,
si poteva organizzare una raccolta differenziata puntuale
anche
solo
per i rifiuti generati
dagli
stand, si potevano installare delle ‘casette dell’acqua’
(a
pagamento o meno) per
dar da bere agli assetati e
ridurre a monte l’uso della plastica. Ma
in fin dei conti gli organizzatori son stati chiari sulle
priorità in fatto di
sostenibilità: “Prima di tutto, a quella economica, che deve
generare ricchezza e distribuirla sul territorio. Bandire la plastica
può essere un modo per ripulirsi la coscienza e fare marketing.
L'ambiente si protegge e difende facendo impresa".