Rifiuti di Roma, Pinuccia Montanari risponde a Repubblica: 'Nessuna favola, il nostro era un piano molto concreto'
Botta e risposta tra il giornalista di Repubblica, Daniele Autieri, e l'ex assessora all'Ambiente del comune di Roma
22 July, 2019
di Pinuccia Montanari
Quello che Daniele Autieri
chiama la favola verde, nell'articolo apparso su Repubblica
di Roma del 19 luglio 2019, in realtà è un piano molto concreto
che stavamo mettendo in pratica, anche se con immane fatica.
Nell'epoca dei grandi cambiamenti climatici non ha senso fare ironia
su chi promuove la sostenibilità dell'ambiente, della salute, delle
giovani generazioni. Il nostro piano, trasformato poi da Ama in piano
industriale, aveva obiettivi al 2021, e per quella data avrebbe
dovuto essere valutato, a partire dalla riduzione dei rifiuti.
La raccolta differenziata da noi messa in campo con il nuovo modello ha dato e continua a dare ottimi risultati: dal 65% nel sesto municipio con punte del 90% a Ponte di Nona sino ad una media del 70% nel decimo municipio e nel Quartiere ebraico. È un modello che funziona bene e che dovrebbe essere esteso a tutta la città. Sono stati introdotti i tag e RFID per applicare a regime la tariffazione puntuale. Abbiamo mandato a valutazione di impatto ambientale due impianti per il trattamento dell'organico, per 120.000 tonnellate, abbiamo acquistato compostiere di comunità ( che fine hanno fatto? ), per non parlare delle Domus ecologiche, arenatesi ora nei meandri della sempre peggio burocrazia capitolina; abbiamo fatto, in pochi mesi, quel che città impiegano anni per fare.
Se avessimo potuto proseguire, il modello sarebbe stato vincente, perché lo è nei fatti, ma va seguito passo passo, ora per ora, di giorno e di notte.
Le variabili che non sono state messe in conto riguardano la decisione della Sindaca, di Lemmetti e Giampaoletti di bocciare il bilancio. È per questa ragione, sottolineo esclusivamente di natura politica, che il progetto si è arenato e per esclusiva volontà della Sindaca. Occorre chiamare le cose con il proprio nome e non attribuire responsabilita ad aspetti tecnici. Sia il modello che si è applicato, sia le azioni di ripristino della legalità erano vincenti. Ancora non mi è chiara la vera ragione per cui la Sindaca ha ritenuto di fermare questo progetto che andava verso la sostenibilità ambientale, economica, generazionale.
Quanto poi all'articolo apparso oggi su Il Fatto vorrei ricordare che Mariella Maffini, contrariamente a quanto dichiarato è stata contrattualizzata secondo le procedure previste dalla legge, è figura di primo piano in Italia sulla raccolta differenziata (al top tra le due tre persone esperte in Italia), molto stimata e conosciuta da Walter Ganapini e da Beppe Grillo. Io la definisco una macchina da guerra per applicare il porta a porta. Inoltre i consulenti di cui ho letto con attenzione i pareri sono di autorevolezza tale per cui neppure il curriculum servirebbe leggere.
La raccolta differenziata da noi messa in campo con il nuovo modello ha dato e continua a dare ottimi risultati: dal 65% nel sesto municipio con punte del 90% a Ponte di Nona sino ad una media del 70% nel decimo municipio e nel Quartiere ebraico. È un modello che funziona bene e che dovrebbe essere esteso a tutta la città. Sono stati introdotti i tag e RFID per applicare a regime la tariffazione puntuale. Abbiamo mandato a valutazione di impatto ambientale due impianti per il trattamento dell'organico, per 120.000 tonnellate, abbiamo acquistato compostiere di comunità ( che fine hanno fatto? ), per non parlare delle Domus ecologiche, arenatesi ora nei meandri della sempre peggio burocrazia capitolina; abbiamo fatto, in pochi mesi, quel che città impiegano anni per fare.
Se avessimo potuto proseguire, il modello sarebbe stato vincente, perché lo è nei fatti, ma va seguito passo passo, ora per ora, di giorno e di notte.
Le variabili che non sono state messe in conto riguardano la decisione della Sindaca, di Lemmetti e Giampaoletti di bocciare il bilancio. È per questa ragione, sottolineo esclusivamente di natura politica, che il progetto si è arenato e per esclusiva volontà della Sindaca. Occorre chiamare le cose con il proprio nome e non attribuire responsabilita ad aspetti tecnici. Sia il modello che si è applicato, sia le azioni di ripristino della legalità erano vincenti. Ancora non mi è chiara la vera ragione per cui la Sindaca ha ritenuto di fermare questo progetto che andava verso la sostenibilità ambientale, economica, generazionale.
Quanto poi all'articolo apparso oggi su Il Fatto vorrei ricordare che Mariella Maffini, contrariamente a quanto dichiarato è stata contrattualizzata secondo le procedure previste dalla legge, è figura di primo piano in Italia sulla raccolta differenziata (al top tra le due tre persone esperte in Italia), molto stimata e conosciuta da Walter Ganapini e da Beppe Grillo. Io la definisco una macchina da guerra per applicare il porta a porta. Inoltre i consulenti di cui ho letto con attenzione i pareri sono di autorevolezza tale per cui neppure il curriculum servirebbe leggere.