Singing in the trash. Verso una gestione sostenibile del TOdays Festival
Per capire quali saranno le novità sostenibili dell’edizione 2019 abbiamo intervistato Katia Costantino, Hospitality Manager e Sustainable Event Consultant per conto della londinese Greener Festival, che per TOdays si sta occupando della sostenibilità di tutto l’evento
08 August, 2019
Estate è sinonimo di festa, musica e divertimento. Dal 23 al 25 agosto i riflettori saranno tutti su Torino che per l’occasione si trasformerà nella capitale di “quelle musiche di confine e quei luoghi di periferia dove incontrarsi e dove incontrare, dove trovare romantiche memorie e contemporanee suggestioni in concerti di assoluta eccellenza internazionale, scambiare esperienze in momenti di formazione, scoprire produzioni originali ed eventi esclusivi, divenendo cassa di risonanza dei linguaggi della musica e delle sue diverse contaminazioni con le altre forme dell’arte”. Insomma, è tempo del TOdays Festival.
Festa, musica e divertimento quasi mai sono sinonimo di sostenibilità ambientale, molto spesso un festival di più giorni significa solo rifiuti, tantissimi rifiuti. Ma quest’anno TOdays ha deciso di fare un passo verso la sostenibilità. Più che un passo si tratta di un vero e proprio balzo in avanti.
Per capire quali saranno le novità dell’edizione 2019 abbiamo intervistato Katia Costantino conosciuta anche come Eco.Reverb, Hospitality Manager e Environmental Assessor per la londinese A Greener Festival, che per TOdays si sta occupando della sostenibilità di tutto l’evento.
Ciao Katia, cosa ci fai a Torino?
Vivo a Londra ma sono di Torino. Collaboro da tempo con TOdays e con lo Spazio 211, una delle venue del festival, che tra l’altro per me è un posto del cuore. Una collaborazione cominciata quattro anni fa come Hospitality Manager ma quest’anno ho una veste in più.
Quale?
Quello che faccio in Inghilterra e in giro per l’Europa. La consulente ambientale per la gestione degli eventi.
Durante il TOdays gestirai anche un Panel alla Galleria d’Arte Gagliardi e Domke dal titolo provocatorio Singing in the trash...
Sarà lo strumento per mettere in luce un aspetto molto spesso sottovaluto. Un evento, un concerto o un festival producono tanta gioia ma anche tanti rifiuti, il loro impatto sull’ambiente è considerevole. Per questo sulla locandina c’è quello che rimane di Glastonbury dopo che 250 mila persone lo hanno vissuto per quattro giorni. Un tappeto di rifiuti. Al Panel parlerò della mia esperienza, di come il mondo dei festival musicali stia cambiando in nome della sostenibilità e ovviamente del TOdays.
Leggendo la descrizione del tuo Panel emerge che la musica può veicolare messaggi legati alla sostenibilità ambientale...
La musica è un elemento che aggrega, che unisce. In una partita di calcio le tifoserie sono in contrapposizione, a un concerto questo non avviene. Si ha voglia di vedere e cantare le canzoni del tuo artista preferito, non ci sono divisioni di sesso, religione, classe sociale. Si sta insieme e quindi è più facile veicolare dei messaggi. Generalmente in un concerto la maggior parte delle persone ha una età compresa tra 20 e 40 anni, certo ci sono anche i ragazzini accompagnati dai genitori, ma queste persone sono quelle più aperte al cambiamento, sensibili alle innovazioni e alle problematiche ambientali che stanno emergendo in maniera dirompente. Quindi comunicare e mostrare le buone pratiche ambientali in un evento come TOdays, o in altri contesti simili, è utile e necessario perché il messaggio che si vuole veicolare rimanga nelle coscienze.
Bene le buone intenzioni, ma poi non ci si scontra con il budget?
Oggi giorno ogni cosa ha un budget e anche gli eventi non si sottraggono a questo paradigma. Negli ultimi anni anche i festival musicali cominciano ad avere un proprio budget sulla sostenibilità, però attuare delle azioni volte a ridurre l’impatto ambientale non necessariamente significa spendere dei soldi. Ti faccio un esempio, forse banale ma che rende appieno l’idea. Dal 2021 grazie all’azione del Parlamento europeo spariranno molti prodotti monouso in plastica, se contestualizziamo le ricadute di questo su un evento significa che le cannucce in plastica spariranno. Questo non è un costo, anzi in questo modo si liberano risorse per fare altro, e se si è furbi si investe in sostenibilità. Certo ci sono scelte più etiche e altre più pratiche. Anni fa, per una questione esclusivamente di costi, si preferiva il bicchiere in plastica monouso invece che quello compostabile o riutilizzabile. Ma oggi nemmeno la scusa dei costi regge più. Le aziende si muovono verso quello che chiede il mercato e determinati prodotti sono sempre più accessibili.
Torniamo al TOdays. Cosa ci dobbiamo aspettare sul fronte della sostenibilità?
Molte novità rispetto allo scorso anno, ma prima facciamo un passo indietro. In Inghilterra collaboro con Greener Festival, una organizzazione no profit che si occupa di certificare la sostenibilità degli eventi aiutandoli anche a limitare il loro impatto ambientale. Forte di questa collaborazione sono andata da Gianluca Gozzi (direttore artistico del TOdays, ndr) per cercare di riproporre anche in Italia questo modello. Tutto questo è successo circa tre o quattro edizioni fa e i tempi in Italia non erano maturi. Se per gli organizzatori era una buona idea, non lo era per il grande pubblico la cui sensibilità verso le tematiche ambientali non era come quella di oggi. Ma dalla scorsa edizione, insieme al team dello Spazio 211, ci siamo concentrati sulle bottigliette di plastica cercando un modo per ridurle.
Grazie alla partnership con Smat abbiamo introdotto dei semplici boccioni a dispenser per la fruizione dell’acqua in fase di montaggio del festival. Parliamo del mese di agosto, un mese di gran caldo e grandi consumi d’acqua per le maestranze al lavoro. Sparite le bottigliette, bastava portarsi una borraccia e si poteva usufruire di acqua gratis e refrigerata. Durante il festival questi boccioni sono stati portati nel backstage, e quindi gli artisti potevano usufruire di questo servizio. Per noi sembrava un azzardo, perché normalmente i musicisti sono abituati ad avere sul palco sempre con loro una bottiglietta d’acqua. Ma dopo la richiesta di The War on Drugs di non avere nei camerini bottigliette di plastica abbiamo capito che i tempi erano maturi.
Così, da quest’anno ci saranno due fontanelle installate da Smat per tutti, acqua gratis e refrigerata.
Così il TOdays Festival 2019 sarà decisamente più sostenibile. Ovviamente non ci saranno solo le fontanelle. Grazie alla lungimiranza di Gianluca Gozzi, sabato 24 agosto alla Galleria d’Arte Gagliardi e Domke ci sarà il Panel ‘Singing in the trash. Verso la gestione sostenibile degli eventi”, nel quale parlerò del mio lavoro e di cosa significa un evento sostenibile. Ma questo sarà solo l’antipasto perché dalle parole si passerà ai fatti.
Siamo partiti dalla domanda ‘cosa possiamo fare per TOdays per renderlo meno impattante?’.
Abbiamo già parlato delle fontanelle e colonnine d’acqua gratuita messe da Smat. Il passo successivo è stato chiedersi ‘come bevono?’. Per rispondere abbiamo attivato due collaborazioni con altrettanti attori che si occupano di bicchieri riutilizzabili: Amico Bicchiere e Plastic Free Movida (il progetto di GreenTo, ndr). In questo modo abbiamo eliminato i bicchieri in plastica dal festival.
Altro aspetto che abbiamo innovato per la sostenibilità del TOdays è la gestione rifiuti. Si partiva da una situazione non ottimale. Nel senso che le frazioni di rifiuti che venivano raccolte erano carta, vetro/lattine e indifferenziato. Niente raccolta plastica e niente organico. Quindi con la collaborazione di Amiat abbiamo introdotto queste due nuove frazioni. Ovviamente la speranza è quella che il bidone per la plastica rimanga vuoto. Sicuramente non ci saranno le cannucce, visto che le abbiamo messe al bando già lo scorso anno.
Altra novità è l’introduzione delle stoviglie compostabili nell’area backstage e camerini. Come avvenuto per l’acqua, sperimentiamo prima sugli artisti e poi sul pubblico. Altro aspetto che testeremo sicuramente sugli artisti e probabilmente anche sul pubblico è relativo al cibo. Ci sarà la possibilità di scegliere anche un menù vegano, nulla di rivoluzionario, ma permette comunque di ridurre sensibilmente l’impatto ambientale. Inoltre, sempre rimanendo in tema di sostenibilità a tutto tondo, la maggior parte dell’illuminazione del palco allo Spazio 211 sarà a LED.
Certamente sono tutte azioni che possono essere implementate nel tempo, ma queste erano quelle che si poteva introdurre nell’immediato e lo abbiamo fatto grazie alla volontà e la sinergia tra la Fondazione per la Cultura Torino, il direttore artistico Gozzi e lo Spazio 211.
Avete già in cantiere idee per il futuro?
Quando si parla di sostenibilità i fattori in gioco sono molti, forse potrà stupire ma quello che incide di più è il trasporto. Come la gente si muove per arrivare da te, dagli artisti alle maestranze fino agli avventori, tutti questi spostamenti di merci e persone vanno calcolati nell’impatto che il festival ha sull’ambiente circostante. Anche se il TOdays è un festival urbano e quindi la possibilità di utilizzare i mezzi pubblici, bici, car o bike sharing è molto alta, mi piacerebbe in futuro agire su questo fronte. Come dicevo i fattori sono molti. Anche poter utilizzare fonti di energia alternative per illuminare il palco apre il festival a nuovi orizzonti. Senza dimenticare l’inclusività sociale coinvolgendo gli abitanti di Barriera di Milano o creando uno spin off gratis per i bambini della zona. Si può fare molto, ma bisogna farlo bene e quindi c’è bisogno di prendersi il tempo per studiare le soluzioni migliori. Per questa edizione ci siamo concentrati sugli obiettivi più facili ma che andavano necessariamente raggiunti altrimenti sarebbe stato inutile parlare di sostenibilità.
Come vedi, in generale, la sostenibilità degli eventi musicali in Italia?
Sarebbe bello che in Italia si parlasse di più di queste tematiche e metterle in pratica. Perché guardandosi attorno quello che trapela è un mero green washing. In questo campo è fondamentale che le istituzioni capiscano l’utilità di un evento sostenibile e spingere in questa direzione, perché le potenzialità comunicative per sensibilizzare le nuove generazioni sono ampie e altrettanto ampie le ricadute sul territorio e sulla società. Ormai i cambiamenti climatici non sono più una lontana minaccia, li stiamo vivendo ogni giorno sulla nostra pelle. C’è una necessità di agire, e agire ora. In Italia oggi parliamo di bicchieri riutilizzabili, in Inghilterra, in Germania e nel resto del Nord Europa sono consuetudini, non ci si pone nemmeno più il problema di che bicchiere usare.