Non si arresta il crollo dei prezzi della carta da macero
Eco dalle Città a colloquio con Francesco Sicilia, direttore generale Unirima: “Il valore della carta da macero ha raggiunto minimi storici, un crollo dei prezzi incessante da metà 2017 che si è accentuato ancora di più nel 2019”
26 October, 2019
Iniziamo, per chi non lo sapesse, a ricordare cos’è Unirima e quali sono i suoi obiettivi
Unirima, Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, è un’associazione autonoma nata a seguito della fusione di Unionmaceri e Federmacero, le due principali associazioni operanti nel settore della carta da macero. L’obiettivo di Unirima è quello di rafforzare, rappresentare e tutelare le imprese attive nel settore della raccolta e del recupero, riciclaggio e commercializzazione della carta da macero favorendo ulteriori potenzialità di aggregazione del comparto.
Punto di riferimento dell’intera filiera, Unirima rappresenta il settore industriale degli “impianti di recupero/riciclo” e quello del commercio del macero. Un comparto storico dell'industria "green" italiana: quello della produzione cartaria è infatti fin dalla sua origine un perfetto esempio di economia circolare: dai rifiuti di carta al macero (mps) e alla nuova carta.
Quali sono i numeri del settore e dell’Associazione?
L’intero settore conta circa 600 impianti di recupero/riciclo carta ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni (rifiuti urbani) che da attività commerciali, artigianali, industriali e terziarie (rifiuti speciali).
Le imprese aderenti ad UNIRIMA gestiscono circa il 90% delle oltre 6,5 milioni di tonnellate di carta riciclata ogni anno. Fatturano complessivamente circa 1,4 miliardi di euro e occupano più di 4.000 dipendenti su oltre 110 impianti di recupero/riciclo carta.
Com’è strutturato il sistema impiantistico a livello nazionale?
La capacità impiantistica per il settore del recupero della carta e del cartone è già superiore alla domanda ed esiste un mercato concorrenziale (attualmente il settore del recupero della carta e del cartone vede una pluralità̀ considerevole di operatori sul mercato nazionale in concorrenza tra loro). Pertanto il tema di deficit strutturale e la possibile condizione di oligopolio non interessa il nostro settore poiché gli impianti che ricevono carta e cartone dalle raccolta differenziate sono sparsi capillarmente su tutto il territorio nazionale e la distanza media dai Comuni dei circa 350 impianti che ricevono carta e cartone “urbana” è inferiore a 17 km. Un sistema impiantistico diffuso e aperto alla concorrenza con una capacità di trattamento superiore all’offerta. Tali impianti, come noto, producono Materia Prima Secondaria le cui caratteristiche standard sono definite dalla norma UNI EN 643, oltre scarti di lavorazione e altre frazioni recuperabili.
Il vostro settore però sta assistendo ad una crisi dei prezzi della carta da macero: quali sono le dimensioni di questo crollo?
Il valore della carta da macero ha raggiunto minimi storici, un calo dei prezzi incessante da metà 2017 che si è accentuato ancora di più nel 2019: è passato da circa 162 euro/tonnellata di luglio 2017 a 22,54 euro/tonnellata di settembre 2019 (prezzi medi mps cartone aste comieco). Un crollo di oltre l'86% in due anni. Un impatto fortissimo sul settore.
Quali sono state le cause di questa situazione?
Il trend negativo dei prezzi è connesso ai cambiamenti dello scenario internazionale intervenuti dopo le restrizioni imposte dalla Cina a luglio 2017 e dalla guerra commerciale fra Cina e USA. La Cina era il primo importatore di carta da macero mondiale con circa 30 milioni di tonnellate e principale mercato europeo (circa 8 milioni di tons) e italiano (nel 2017 andava in Cina circa il 44% della nostra carta da macero). Nel 2019 la previsione di export mondiale verso la Cina è pari a circa 10 milioni di tonnellate, quindi si è drasticamente ridotta. I principali esportatori verso la Cina sono sempre stati gli USA. Pertanto le diatribe commerciali Cina/USA hanno impattato notevolmente sulla situazione poiché il materiale americano è stato dirottato su altri mercati, compreso quello europeo ed italiano (import di carta +16%) determinando un surplus di carta su mercati già saturi ed un conseguente un affossamento delle quotazioni della carta da macero. Nel 2018 in Europa si sono raccolte circa 56,5 milioni di tonnellate di carta a fronte di un utilizzo di circa 48,5 milioni di tonnellate di carta recuperata, di conseguenza esiste un divario tra domanda e offerta di +8 milioni di tonnellate in termini di eccesso di offerta di carta da macero in Europa. Questa offerta in eccesso di carta da macero è strutturale che dura da più di dieci anni, in Italia è pari a circa 1,5 milioni di tonnellate. L’arrivo di materiale proveniente dagli USA in EU - come negli altri Paesi - ha pertanto contribuito ad accentuare il divario domanda- offerta e conseguentemente le quotazioni della carta da macero. A tutto ciò si aggiungono anche nuove politiche di altri Stati del sud-est asiatico, Indonesia in primis, più propense ad accettare la carta made in USA malgrado la qualità elevata della nostra carta da macero.
Quali conseguenze può avere questa situazione e in che modo se ne può uscire?
L'industria europea del recupero/riciclo non può più sopportare tali condizioni di mercato per un terzo anno consecutivo a cui si aggiungono barriere normative. In attesa dell’incremento delle capacità annunciate dal settore cartiere, visto lo sviluppo notevole delle raccolta differenziata finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di riciclo fissati dalle nuove direttive europee, urgono interventi urgenti e rapidi volti a favorire l’export e fermare l'applicazione di restrizioni commerciali per ripristinare un accesso libero ed equo ai mercati internazionali necessario per bilanciare domanda e offerta, emanare in tempi rapidi i decreti end of waste in linea con le norme EN 643, incentivare l’Eco-design supportando l’uso di prodotti con materiali da riciclo rispetto a quelli da materia prima vergine e contestualmente ridurre l’uso di beni non riciclabili, promuovere l’introduzione di norme di fiscalità ambientale per i benefici apportati all’ambiente dalle materie prime secondarie rispetto alle materie prime.
Sull'End of Waste “caso per caso” siete tra le organizzazioni di imprese soddisfatte dopo l'approvazione emendamento in Commissione al Senato. Cosa serve in particolare al settore carta?
L’emendamento nel DL “Salva Imprese” sull’end of waste “caso per caso” approvato da qualche giorno dal Senato, come ho già detto in altre precedenti interviste, seppur andando nella giusta direzione prevede un meccanismo di controlli a campione sulla conformità delle autorizzazioni degli impianti che rischia di essere inefficace e di difficile applicazione. Ci auguriamo si intervenga nella fase di conversione del decreto.
Riteniamo nel complesso che sia indispensabile armonizzare, semplificare e rendere stabile e consolidata la normativa dotando il settore del recupero di materia di un quadro chiaro di regole amministrative per promuoverne la competitività. Inoltre, come fatto presente anche nel corso della nostra audizione alla Commissione Ambiente della Camera dello scorso 1 ottobre, auspichiamo che si emani al più presto il DM “End of Waste Carta”.
La filiera cartaria è ancora priva del decreto che deve definire le condizioni per le quali i rifiuti di carta cessino di essere tali. Il decreto del 1998 sulle procedure di recupero dei rifiuti non è più in grado di rispondere alle esigenze del settore. È più che mai urgente l’emanazione del decreto ‘EoW carta’ per recepire ed allineare finalmente prassi e procedure agli standard merceologici europei.