Il porta a porta spinge Assisi al 75% di raccolta differenziata
Continua il viaggio di approfondimento intorno al progetto Fra' Sole. Intervista di Eco dalle Città al sindaco Stefania Proietti: “E' possibile fare il porta a porta anche in un piccolo centro dove ogni anno passano sei milioni di persone. Grazie alla collaborazione di tutti e Fra' Sole ne è un esempio”
12 November, 2019
Giuseppe Iasparra
Continua il nostro viaggio di approfondimento intorno a Fra' Sole, progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale di Assisi. Questa volta intervistiamo il sindaco della città umbra, Stefania Proietti, che ci racconta il grande balzo in avanti fatto grazie al porta a porta. Un risultato riconosciuto in occasione dell'ultima edizione di Comuni Ricicloni Umbria 2019 di Legambiente che vede Assisi come new entry nella classifica direttamente al secondo posto tra i grandi comuni (e tenendo conto del grande numero di turisti annuali, il piazzamento sottolinea ancora di più il valore della performance raggiunta dalla città di San Francesco).
Sindaco, quali sono i livelli di raccolta differenziata della citta di Assisi?
Abbiamo fatto grandi
passi. Assisi ad oggi ha raggiunto il 75% di raccolta differenziata,
un livello raggiunto negli ultimi due anni partendo da un 59%. Questo
risultato lo abbiamo ottenuto spingendo il porta a porta ed
estendendolo a tutta la città, compreso il centro storico dove fino
a due anni c'erano i cassonetti stradali. Oggi non ci sono più
bidoni ma un porta a porta praticamente a richiesta, in particolar
modo per i ristoratori.
C'è da sottolineare un dato molto importante riguardante la produzione di rifiuti della città: la somma di quello che differenziamo, più il rifiuto residuo, è molto minore rispetto alla cifra totale che si registrava in precedenza. A fronte quindi di un aumento della raccolta differenziata riduciamo la produzione di rifiuti complessiva. Questo vuol dire meno indifferenziato che va in discarica.
E quanto pesano pellegrini e turisti sulla produzione di rifiuti ad Assisi?
Noi siamo 28 mila abitanti ma solo nel centro storico passano 6 milioni di persone all'anno. Il 75% di raccolta differenziata lo abbiamo raggiunto da quando abbiamo avuto il coraggio di intervenire con il porta a porta nel centro storico. Ciò implica il fatto di non poter esporre neanche i mastelli per i rifiuti. Viene fatto tutto “cronometricamente” al mattino presto, con qualche differenziazione per ristoranti ed esercizi commerciali (che spesso hanno locali molto piccoli). Direi che si tratta di un “vestito cucito su misura per la città”.
Com'è nato l'incontro tra la Città di Assisi e il progetto Fra' Sole?
L'incontro è nato da
subito. Conosco bene il Sacro Convento, le realtà ecclesiali e la
sensibilità ambientale caratterizza da sempre il mio curriculum
vitae (prima di diventare sindaco mi occupavo d'ambiente e ho fatto
parte del gruppo “Custodia del Creato” della CEI).
Recentemente ho avuto modo di raccontare a Roma il progetto Fra' Sole, nell'ambito della presentazione del 9° Rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” alla presenza del sindaco Virginia Raggi e di Federalberghi. È stato molto bello in quella occasione far vedere la “sacca del pellegrino” con tutto ciò che contiene il progetto Fra' Sole grazie a tutte le collaborazioni che creano l'economia circolare, dagli aspetti pratici fino al livello educativo che il progetto porta con sé.
In che modo il progetto Fra' Sole si raccorda con la Città anche in termini di servizio di raccolta differenziata?
Il Sacro Convento è un'utenza molto produttiva dato l'elevato numero di persone che passano da quel luogo. Le regole sono le stesse per le altre utenze della città. Le scelte che sta facendo il progetto, ad esempio nel caso del compostaggio, concorre a quello che dicevo all'inizio: il Sacro Convento fa la scelta di non produrre più rifiuto organico ma di compostarlo e utilizzarlo come ammendante per l'orto, significa che ci dà una mano a ridurre le quantità complessive di rifiuto che vengono poi smaltiti. E in un'ultima analisi anche a ridurre le tasse per i cittadini, perché riducendo le quantità smaltite riduco anche la Tari. O almeno si spera.
Perché, non si riesce a ridurre la Tari visti i risultati raggiunti?
Purtroppo nel sistema di
calcolo dobbiamo ripagare tutto il servizio con un sistema tariffario
basato ancora sui metri quadrati e sul numero di residenti. Questo
purtroppo non dipende dalla Municipalità. Siamo legati, ahinoi, da
un contratto di livello regionale (ex ambiti territoriali) che paga
la mancata presenza di impianti con la necessità di mandare i
rifiuti lontano. Un ulteriore aggravio ambientale.
A livello comunale
volevamo fare ciò che il Sacro Convento fa dentro di sé: il
compostaggio per il verde. Questo ci viene impedito dalla
regolamentazione regionale. Non ce lo fanno fare e ce lo fanno
portare in discarica per obbligo. È un'ingiustizia, un paradosso.
Siamo arrivati a diminuire le quantità di rifiuto indifferenziato e
ci siamo visti aumentare la tariffa di smaltimento perché gli
impianti erano stati pensati per grandi quantità. Se adesso ho
quantità piccole, mi fanno pagare il doppio perché l'impianto
funziona male. In questo modo il cittadino non viene incentivato e si
va contro il principio “chi più inquina più paga”.
Speriamo che le cose cambino con l'operato dell'Arera (l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) che sta portando avanti un lavoro di implementazione che non vede più il metro quadro di possesso come principale indicatore della tariffa.