Vivere a emissioni zero: la strada per contrastare insieme crisi climatica ed emergenza smog
Eco dalle Città intervista Andrea Poggio, Responsabile mobilità sostenibile e stili di vita di Legambiente: "L'unico modo per riuscire a vivere in Pianura Padana senza morire di inquinamento è quello di praticare le emissioni zero"
10 January, 2020
Nel 2019 la crisi climatica è stata portata al centro dell'attenzione da parte dei movimenti ambientalisti. In questo inizio di 2020 la Pianura Padana torna a fare i conti con l'emergenza smog, così come accaduto negli inverni passati. Di fronte a questo quadro come cambiano, e se cambiano, le priorità che si devono dare gli ambientalisti? Abbiamo rivolto questa domanda ad Andrea Poggio, Responsabile mobilità sostenibile e stili di vita di Legambiente:
Più passa il tempo e più non vedo contraddizione tra le soluzioni che vanno bene sia per la crisi climatica che per l'emergenza smog. Affermo questa cosa che vale dal centro di Milano a quello che sta succedendo in Australia, perché tutto è connesso.
Il 2019 è stato un anno terribile sul fronte degli incendi di grandi foreste a livello mondiale: dall'Amazzonia fino all'Australia, passando per la dimenticata Indonesia, dove la deforestazione è spinta per la coltivazione dell'olio di palma, di cui l'Italia è uno dei principali importatori per metterlo essenzialmente nel biodiesel.
In Indonesia, la scorsa estate, secondo i dati della Banca Mondiale, ci sono state 900.000 patologie respiratorie causate dagli incendi boschivi. In questo caso, come quello dell'Australia, l'emergenza aria, così come l'emergenza clima, sono gli incendi. In Italia, in Pianura Padana, le due emergenze sono causate dai nostri consumi e dal modo in cui ci spostiamo: per esempio il motore diesel, usando olio di palma, triplica le emissioni di CO2 rispetto al gasolio tradizionale. Non è vero quindi che il diesel abbassa complessivamente i livelli di anidride carbonica emessa. Una conferma arriva dai dati Unrae 2019: l'aumento della vendita delle auto nuove ha portato ad una crescita della CO2 provocato dall'aumento delle vendite dei cross-over diesel (i piccoli Suv da città). È in questa fascia che c'è stata l'impennata che ha portato all'insù l'aumento delle emissioni di CO2. Questa tipologia di prodotto viene offerta con i maggiori sconti di mercato.
Come mai avviene ciò nonostante i diesel anche più recenti inizino ad essere bloccati?
Le grandi case automobilistiche preferiscono vendere le auto elettriche nel centro – nord Europa grazie agli incentivi e svendere i diesel in Italia dove c'è ancora un fiorente mercato di auto a noleggio, auto aziendali e soprattutto delle cosiddette “auto a km zero”. Così ad ogni scadenza di limite di inquinamento (Euro), l'Italia importa auto con i vecchi limiti di corsa per poterli vendere successivamente. È successo a dicembre con l'Euro 6 temporaneo, sostituito dal nuovo Euro 6 diesel Standard che prevede limiti più stringenti di NOx.
Tra i combustibili fossili, c'è il metano che viene ritenuto più “pulito” rispetto al diesel per quanto riguarda le polveri sottili. Se guardiamo invece le emissioni climalteranti?
In genere i motori a metano, a seconda di come vengono usati, hanno dei rendimenti inferiori. Per cui il minor contenuto di carbonio è compensato da un aumento dei consumi. Quindi alla fine la differenza tra un motore alimentato a metano e uno a gasolio non è così performante come si crede.
Tuttavia è difficile fare una valutazione e un confronto generale tra combustibili fossili. Dipende molto dalla sua storia. I nuovi giacimenti di metano da shale gas (gas da argille) provocano delle emissioni complessive di CO2 molto più elevate di alcuni giacimenti di petrolio. Ormai non possiamo considerare più il metano come la transizione alla de-carbonizzazione. Il metano, come tutti gli altri combustibili fossili, deve finire.
Cosa dovremmo fare nelle nostre città per mettere insieme crisi climatica con l'emergenza smog?
Iniziamo a praticare le emissioni zero. Non c'è alternativa, siamo nella sacca della Pianura Padana. Non si tratta di avere un po' meno di emissioni inquinanti. Occorre non averne del tutto. Perché bastano un po' di fuochi d'artificio, il modesto traffico di inizio anno e un po' di riscaldamento per quelli rimasti in città, per superare i livelli consentiti di polveri sottili. L'unico modo per riuscire a vivere in Pianura Padana senza morire di inquinamento è quello di praticare le emissioni zero.
Ma com'è possibile raggiungere un obiettivo così ambizioso?
Mettendo insieme l'emergenza climatica. Iniziando a riscaldare le case in città con criteri di efficienza energetica e usando le pompe di calore. Verrebbe così eliminato l'utilizzo del gas. Per cucinare potremo usare le cucine a induzione (che sono molto efficienti dal punto di vista energetico) e per riscaldare, per quella minima parte rimanente dopo aver coibentato gli edifici, useremo le pompe di calore.
Siamo di fronte a una vera e propria emergenza simile a 50-60 anni fa quando in Italia venne eliminata la nafta e il carbone dal riscaldamento delle case. Lo abbiamo fatto in pochi anni allora (ed eravamo molto più poveri), dobbiamo farlo adesso. La stessa cosa riguarda la mobilità.
È possibile una mobilità a emissioni zero in Pianura Padana?
Sì, iniziando dalle città. Basta andare a vedere il Rapporto Città Mez-Mobilità Emissioni Zero dove si vede quanto ci muoviamo già oggi a zero emissioni in grandi città: a Milano gli spostamenti a zero emissioni (elettrici, bici, piedi) raggiungono il 52%. A Torino, a fronte di un’accessibilità (Tpl + bici +sharing) del 27%, gli spostamenti zero emissioni sono il 40%.
Se già metà degli spostamenti sono a zero emissioni possiamo farcela con l'altra metà. Milano, ad esempio, prevede di rendere elettrici tutti gli autobus entro il 2030. A quel punto si potrà ultimare anche la sfida delle ultime macchine a combustione interna che circolano in città per arrivare a zero emissioni all'ombra del Duomo entro il 2035 (anticipando l'obiettivo europeo fissato al 2050).