Stop alla sperimentazione del vuoto a rendere. Lo prevede una prima bozza del dlgs ‘Imballaggi’
Lo prevede una bozza di dlgs Imballaggi, che recepisce la direttiva Ue 852 del 2018, su cui il Governo è al lavoro e di cui Public Policy ha preso visione
29 January, 2020
La sperimentazione del vuoto a rendere, introdotta dal collegato ambientale su base volontaria per gli esercenti che vendono al pubblico acqua o birra, viene sostituita con un obbligo per gli operatori economici di adottare misure per assicurare l’aumento della percentuale di imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato “anche attraverso l’utilizzo di sistemi di restituzione con cauzione, nonché dei sistemi per il riutilizzo degli imballaggi senza causare pregiudizio alla salute umana e nel rispetto della normativa europea, senza compromettere l’igiene degli alimenti né la sicurezza dei consumatori, nel rispetto della normativa nazionale in materia”.
Lo prevede una bozza di dlgs Imballaggi, che recepisce la direttiva Ue 852 del 2018, su cui il Governo è al lavoro e di cui Public Policy ha preso visione. La bozza di dlgs, che a quanto si apprende è una primissima versione che sarà sicuramente rivista, recepisce una parte del cosiddetto Pacchetto ambiente, contenuto nell’utimo ddl di delegazione europea approvato dal Parlamento.
Per operatori economici si intendono i produttori, gli utilizzatori, i recuperatori, i riciclatori, gli utenti finali, le pubbliche amministrazioni e i gestori. La bozza dl dlgs affida ad un decreto del ministero dell’Ambiente e del Mise il compito di adottare misure atte ad incentivare forme di riutilizzo attraverso, tra l’altro: la fissazione di obiettivi qualitativi e/o quantitativi; l’impiego di premialità e di incentivi economici; la fissazione di una percentuale minima di imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato ogni anno per ciascun flusso di imballaggi.
Fonte: Public Policy