‘Giorni di Marmellata’, la frutta recuperata da Eco dalle Città si trasforma in confetture per aiutare chi è in difficoltà
A Torino nel quartiere di San Salvario è nata una iniziativa che sta generando una “marmellata di culture”. Ne abbiamo parlato con Michele Caggia per capire in cosa consiste “Giorni di Marmellata” in cui è coinvolta anche la nostra Carovana Salvacibo
21 May, 2020
A Torino nel quartiere di San Salvario è nata da meno di un mese una iniziativa molto particolare. Si chiama ‘Giorni di Marmellata’ e il suo obiettivo è quello di aiutare chi è in difficoltà attraverso la produzione di marmellate con frutta recuperata. L’idea è semplice e, come spesso accade in questi casi, geniale: “facciamone della marmellata da vendere e con i proventi aiutiamo le persone”.
Per realizzarla si sono mosse molte delle realtà e privati cittadini attivi nel quartiere e non solo, dalle suore Rosminiane alle moschee di via Baretti e corso Regina fino alla Casa del Quartiere di San Salvario, tutti insieme per aiutare chi è rimasto indietro. Con una donazione è possibile accaparrarsi marmellate - per la precisione confetture, ma sono quisquilie - dai gusti più variegati tra cui pere, pesche, prugne, cedro, fragole, banane (chi l’ha provata dice che è più buona della famosissima crema di nocciola piemontese, quindi un motivo in più per aderire all’iniziativa) e frutta esotica come il mango. Why mango?
Semplicemente perché la materia prima proviene dalla Carovana Salvacibo che recupera la frutta presso Battaglio, uno dei principali distributori nazionali di frutta esotica con sede alle porte di Torino.
Ad oggi sono stati prodotti più di 340 vasetti di marmellata con i quali verranno acquistati 600 kg di pasta, 200 kg di riso, 400 litri di latte, 200 kg di zucchero e altrettanti di farina e biscotti, e poi ancora miele e legumi. Abbiamo chiesto a Michele Caggia, ideatore e anima del progetto, di spiegarci come è nata l’iniziativa ‘Giorni di Marmellata’.
“Tutto nasce dall’idea di riutilizzare e trasformare la frutta che non può essere distribuita alle famiglie in difficoltà perché esteticamente impresentabile ma che è ancora buona. L’idea aleggiava già da qualche tempo. L’input e la concretizzazione è arrivato da quando la Carovana di Eco dalle Città ha cominciato a rifornirci di frutta e verdura e quindi, in alcuni momenti, ci siamo ritrovati con troppa frutta. Un esempio su tutti, le banane.
Un sabato pomeriggio ho provato a coinvolgere le suore Rosminiane per la realizzazione delle marmellate per poi distribuirle alle famiglie in difficoltà di San Salvario. L’idea, molto semplice, è quella di reperire fondi attraverso le marmellate così da comprare cibo come pasta, zucchero, farina e altri prodotti che scarseggiano, provando a sostenere al meglio le famiglie in difficoltà del quartiere. E così abbiamo cominciato. Giulio, il nostro “spacciatore” di frutta, porta la materia prima proveniente da Battaglio, le suore la lavorano e con la pagina Facebook e il passaparola l’iniziativa è partita. A oggi abbiamo già prodotto di 340 vasetti di marmellata e li stiamo distribuendo a chi ha scelto di sostenere l’iniziativa.
Per essere coerenti con lo spirito del progetto utilizziamo esclusivamente vasetti riciclati. Mia moglie ha avuto l’idea del nome ‘Giorni di marmellata’ e un amico grafico ha donato del tempo per la realizzazione del logo e delle grafiche. In più a quattro artisti abbiamo chiesto di realizzare delle cartoline da abbinare al vasetto che spiegassero l’iniziativa.
Sono solo le suore a realizzare le marmellate?
Per una serie di casualità con Giulio abbiamo portato della frutta anche alla moschea di via Baretti e, chiacchierando con l’imam, è emersa la loro volontà di contribuire all’iniziativa. Saranno marmellate leggermente diverse dalle nostre. Infatti durante il confronto con l’imam, mentre si parlava di come stavamo realizzando la marmellata all’anguria, lui mi chiede cosa ne avessimo fatto della parte verde e rispondo che era stata buttata. ‘Assolutamente no’, mi risponde, ‘la nostra marmellata è fatta solo con le bucce di anguria’. Così mi presenta l’imam della moschea Loqman di corso Regina e sua moglie, da subito, comincia a produrre confetture. Insomma stiamo realizzando una marmellata di culture, una forma di collaborazione tra le varie realtà del quartiere per sostenere chi è in difficoltà.