Energia, trasporti e mobilità nella Fase 3: ecco cosa prevede il 'Piano Colao'
Tra gli obiettivi spiccano la definizione di un piano per la carbon nautrality, l'efficientamento energetico della PA, l'energy manager, mentre sul fronte trasporti l'elaborazione di un Piano Nazionale per la Mobilità, l'implementazione delle infrastrutture ciclistiche, l'incentivazione dei biocarburanti
10 June, 2020
Il piano per la Fase 3 del "comitato di esperti in materia economica e sociale", nominato dal governo Conte e guidato da Vittorio Colao, è stato appena pubblicato. Nelle 121 pagine del dossier, intitolato "Iniziative per il rilancio 2020-2022" ci sono anche diverse misure green racchiuse nella sezione "Infrastrutture e Ambiente, volano del rilancio". Al punto 30 ce ne sono alcune dedicate all’Energia mentre ai punti 36, 37 e 38 ce ne sono alcune dedicate a Trasporti e Mobilità. Ecco di seguito i testi:
Efficienza e transizione energetica e Tecnologie energetiche innovative
Definire piano a lungo termine di decarbonizzazione ed esplicito obiettivo di carbon neutrality, come da linee guida europee e sul modello di altri Paesi (ii) Istituire un percorso privilegiato per gli interventi di transizione energetica (iii) Incentivare l'efficienza energetica e la transizione energetica (ad es. produzione/auto-produzione di energia rinnovabile) di imprese, PA locale e centrale e privati attraverso interventi autorizzativi, regolatori e fiscali (iv) Incentivare nuove tecnologie emergenti attraverso un piano nazionale (ad es., nuove rinnovabili, idrogeno, stoccaggio CO2 )
Contesto
▪ La pandemia Covid-19 rischia di rallentare la realizzazione dei progetti di transizione energetica, esponendo il sistema Paese ad un rischio climatico e competitivo a lungo termine.
▪ L'Italia gioca un ruolo chiave in un contesto europeo più ampio, con strategie ed obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal (neutralità climatica delle attività industriali, per cui la
Commissione Europea prevede investimenti pubblici e privati per ca. 2.600 Mld€ in 10 anni) e della recente EU Climate Law (neutralità climatica nel 2050 e la riduzione di emissioni di CO2
fino al 50-55% nel 2030). Parallelamente, il PNIEC1 traccia la strategia energetica italiana di medio e lungo termine, con 180+ Mld€ di investimenti aggiuntivi al 2030.
▪ È dunque fondamentale sostenere questo percorso affinché si continui con la messa a terra degli investimenti utili al raggiungimento degli obiettivi PNIEC prefissati.
Azioni specifiche
a. Definire un piano a lungo termine di decarbonizzazione ed esplicito obiettivo di carbon neutrality, come da linee guida europee e sul modello di altri Paesi
b. Istituire un percorso privilegiato per gli interventi di transizione energetica per accelerare l'implementazione delle iniziative legate agli obiettivi PNIEC, in linea con le iniziative #20-21
c. Incentivare un piano di efficienza energetica della PA locale e centrale, reclutando competenze tecniche necessarie (Iniziativa #68) e garantendo adeguati finanziamenti attraverso due leve principali:
– Allocare una parte dei fondi destinati ad enti locali e centrali in modo condizionato alla presentazione di progetti di efficienza energetica
– Creare le condizioni normative affinché la PA possa accedere ai servizi di efficienza energetica di imprese private senza gravare sul relativo bilancio – ad es., garantendo pagamenti stabili e puntuali
d. Incentivare l'efficienza energetica nelle imprese:
– Rinnovare la norma sui Certificati Bianchi almeno fino al 2030 (orizzonte PNIEC)
– Istituire una fiscalità energetica con "carbon tax", che fissi il prezzo minimo del carbonio e disincentivi le imprese più inquinanti
– Incentivare la modernizzazione degli impianti industriali energivori, verso nuovi a minor consumo energetico (ad es., prorogando le attuali agevolazioni che abbattono il relativo costo dell'energia, riducendo gli oneri connessi al sostegno delle rinnovabili)
– Incentivare la formazione della figura dell'Energy Manager per le filiere in cui questo ruolo ha maggiore impatto (ad es. credito d'imposta, IRAP a carico dello Stato)
e. Incentivare la transizione energetica dei privati, rafforzando produzione/ auto-produzione energetica, bioedilizia e conversione degli impianti di condizionamento e riscaldamento.
f. Predisporre un piano delle tecnologie emergenti, che (i) supportino la transizione/ conversione energetica e (ii) sviluppino una filiera nazionale; a puro titolo esemplificativo e non esaustivo:
– Finanziare lo sviluppo di nuove tecnologie di produzione di energia rinnovabile – ad es., sfruttamento del moto ondoso
– Incentivare la sostituzione dell'idrogeno "grigio" con idrogeno "verde", includendo in tale classificazione anche l'idrogeno prodotto da rifiuti
– Emanare i decreti attuativi mancanti per attivare i primi progetti di infrastrutture di stoccaggio CO2
Trasporto pubblico locale, Trasporto privato e Ciclabilità
Incentivare il rinnovo del parco mezzi del Trasporto Pubblico Locale (TPL) verso mezzi a basso impatto (es. ibrido, elettrico, biocombustibile, …). Incentivare il rinnovo dei mezzi pesanti privati con soluzioni meno inquinanti. Pianificare investimenti e finanziamenti a favore della Ciclabilità, incentivando la creazione dell'infrastruttura ciclistica e incoraggiandone l'utilizzo
Contesto
▪ In Italia, i trasporti incidono per il 25-35% sulle emissioni di CO2 totali
▪ Al 2018, l'intero parco mezzi TPL mostra un'età media 12-13 anni (molto distante dai riferimenti europei dove l'età media si attesta sui 7-8 anni), principalmente diesel Euro 2/5
▪ Nella direttiva Europea RED II l'obiettivo di penetrazione di rinnovabili nel settore trasporti nel 2030 è fissato al 14%, allo stesso modo il PNIEC1 pone l'obiettivo al 22%
▪ È evidente la necessità ed urgenza di dotare il Paese di un Piano Nazionale della Mobilità in coerenza alle indicazioni europee “per una mobilità smart e sostenibile”, con interventi a sostegno delle Amministrazioni competenti che hanno predisposto progetti per la riduzione delle emissioni di gas serra e per un miglioramento della qualità dell’aria in ambito urbano
Azioni specifiche
a. Incentivare un Piano Nazionale della Mobilità per la conversione verso mezzi a basso impatto (ad es., ibrido, elettrico, biocombustibile, altro), quale aggiornamento del PGTL2 del 2001
– Aumentare le risorse previste nel Piano Nazionale Mobilità Sostenibile per la riconversione delle flotte pubbliche verso mezzi a basso impatto, valutando anche l'estensione dei fondi a strumenti partnership pubblico-private. Si consiglia la definizione di una direttiva nazionale (con ad es., cabine di consultazione gestite dai prefetti) per evitare la proliferazione a livello locale
b. Promuovere il trasporto sostenibile e le relative infrastrutture
– Incentivare lo sviluppo capillare di infrastruttura per mobilità sostenibile, come ad esempio le stazioni di ricarica elettrica, anche private
– Incentivare la creazione dell'infrastruttura ciclistica e incoraggiarne l'utilizzo attraverso, ad es., piste ciclabili, stazioni di ricarica e-bike, sistemi di sicurezza e ciclo-parcheggi
– Favorire lo sviluppo di Hub intermodali alle porte delle città, prevedendo parcheggi per privati e snodi del trasporto pubblico / piste ciclabili e chiusura al traffico privato dei centri urbani
– Incentivare l'utilizzo di car sharing a basso impatto, ad uso privato e aziendale, riservando spazi di parcheggio dedicati in posizioni strategiche, attraverso una modifica del Codice della Strada3
c. Incentivare il rinnovo dei mezzi commerciali privati (ad es., navi, furgoni, camion) con tecnologie alternative meno inquinanti (ad es., GNL) – a titolo esemplificativo e non esaustivo:
– Promuovere rinnovo di veicoli commerciali leggeri end-of-life con veicoli a basso impatto (ibridi, elettrici, …) per aziende logistiche che operano nei maggiori centri urbani, in linea con restrizioni previste alla circolazione
d. Promuovere la conversione verso i biocarburanti, i carburanti da rifiuto (in linea con l'iniziativa #31) e i carburanti alternativi ad uso trasporto
– Prevedere incentivi per facilitare la conversione della filiera idrocarburi per uso trasporti verso i biocarburanti attraverso la chiusura e bonifica dei punti vendita
– Estendere durata e applicabilità degli incentivi per utilizzo di biocarburanti previsti dalla normativa (D.M. 2 marzo 2018)
– Incentivare l'utilizzo dell’idrogeno come carburante per i trasporti, anche tramite il rilascio di certificati di immissione in consumo di biocarburanti