Torino, Eccedenze alimentari: stagionalità e pandemia fanno calare le quantità recuperate al CAAT ma la Carovana Salvacibo non si ferma
Un articolo scritto da Giulio Baroni “condottiero” della Carovana
26 October, 2020
Giulio Baroni
Continua a pieno regime l'attività della Carovana Salvacibo. Il progetto promosso da Eco dalle Città è iniziato ad aprile, durante il primo lockdown, ed è continuato per tutta l’estate fino ad ora senza subire grandi variazioni. Si è sempre basato, da un lato sul recupero all’interno del CAAT e i suoi grossisti e da Battaglio Frutta e dall'altro sulla distribuzione in giornata a circa 15/20 realtà a Torino tra San Salvario, le Vallette, Aurora, Barriera di Milano, Vanchiglietta e la Falchera.
Il lavoro svolto dalla Carovana Salvacibo in questi mesi ha permesso anche di conoscere e registrare alcuni andamenti e tendenza nel settore ortofrutta. Per via della stagionalità, ad esempio, c’è stato nelle ultime 4/6 settimane un calo consistente nel recupero delle eccedenze alimentari. Il calo è avvenuto in entrambe i luoghi di raccolta; ed è principalmente dato dal fatto che la stagione fredda aumenta la conservazione dell’ortofrutta fuori dai frigoriferi. Tuttavia, parlando con i grossisti, molti hanno ritenuto che la diminuzione dell’ortofrutta sia dovuta al fatto che in Spagna, grosso esportatore anche in Italia, sia diminuita drasticamente la raccolta nei campi per via della pandemia. Questo ha avuto una ripercussione sulle quantità esportate e vendute, inoltre è una diretta conseguenza sul prezzo della merce che si trova al mercato sotto casa. Per via di queste correlazioni, i mercatari sono propensi a comprare anche la merce in stato avanzato e non in perfette condizioni.
Nonostante le diminuzione nella raccolta, la Carovana ha comunque continuato, anche se in minore quantità, a consegnare a tutte le realtà che dal lockdown ad oggi hanno mantenuto la distribuzione di cibo alle persone bisognose. Per alcune di queste realtà il recupero della Carovana è stato un supporto di cibo fresco aggiuntivo alla normale consegna di cibo pervenuto da altre entità. Tra queste ci sono: la Parrocchia Gesù Salvatore, il Sermig, la Parrocchia Maria Speranza Nostra, Acfil, Fondazione Difesa Fanciullo, la mensa il Cenacolo, Aizo, la Parrocchia Sacro Cuore di Maria (due volte al mese) e Parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati (una volta al mese). Mentre le realtà che non ricevono sostegno da altre entità caritatevoli nel settore del cibo, me che distribuiscono solo grazie al progetto della Carovana Salvacibo sono: il Circolo Risorgimento, il ristorante il Girdino, l’Associazione dei Sardi in Torino Gramsci, l’Associazione Husson, il Dormitorio Ambulatoro di via Sacchi, la Moschea di via Baretti, il Comitato Inquilini Case Bianche e l’Associazione Educamente. Sono invece molte le realtà che avevano iniziato durante il lockdown la distribuzione di eccedenze alimentari, me che con il tempo hanno smesso; chi per la mancanza di fondi, chi di energie, chi perchè è tornato ad una relativa normalità.
In ogni modo le tonnellate recuperate da inizio progetto ad oggi sono circa 160. Di queste, 38 tonnellate di sole banane, 15 di pomodoro, 11 di pere, 10 di pesca, circa 8 di patate e quasi 6 di insalata iceberg e zucchine, etc. Inoltre il supporto logistico si è strutturato negli ultimi mesi grazie alla Rete delle Case del Quartiere, le quali hanno messo a disposizione un furgone per la raccolta quasi quotidiana dell’invenduto dell’ortofrutta all’ingrosso.
Infine, un'ottima notizia
e un grande riconoscimento sono arrivati da poco: l'Unione Buddista
Italiana ha ritenuto la Carovana Salvacibo uno dei progetti
meritevoli del sostegno derivante dall'Otto per mille.