LETTI PER VOI - Nella fabbrica dell´ambiente
Viaggio all´Environment Park a 10 anni dall´apertura - da Repubblica del 17.11.2005
18 November, 2005
<B>Sei laboratori, una settantina di imprese e un obiettivo: coniugare la tecnologia con i conti
"La nostra missione è individuare in giro per il mondo idee quasi pronte per il mercato"
E lo scooter a idrogeno conquista la platea del salone H2 di Roma
Tra le prossime sfide: produrre energia a basso voltaggio
Pier Paolo Luciano</B>
Per il decimo compleanno l´Environment park avrà una sede nuova. E nel rispetto della missione di questo parco tecnologico nato dieci anni fa sulla spinta dell´allora assessore comunale Vernetti, sarà quanto di più avanzato c´è nel campo della bioedilizia. Meglio: sarà il più grande edificio costruito secondo i concetti dell´edilizia rispettosa dell´ambiente: 3200 metri quadrati – compreso un auditorium di 230 posti – interamente realizzati utilizzando il legno – compresi i mattoni – in quella che una volta era la Teksid di Torino. Come segno della memoria, all´esterno è stato conservato lo scheletro in acciaio dell´ex fonderia: ma è l´unica concessione al passato. Tutto il resto guarda al futuro: a cominciare dai tubi di luce solarspot che li vedi e li scambi per una normale lampada, di una certa luminosità, poi scopri che all´interno non c´è alcuna lampada, né fili: sfrutta solo la luce del sole. Già, il sole. A questa fonte naturale di energia è legato un altro progetto per l´anno che verrà: un nuovo sistema di pannelli fotovoltaici capace di concretizzare quella che è una delle idee che più sta a cuore a Bernardo Ruggeri, docente al "Poli" e presidente di Environment park: dare vita alla prima rete di distribuzione a basso voltaggio. Uno pensa alla normale corrente che ci assiste nella vita di tutti i giorni – dall´accendere la radio a riscaldare il cibo nel forno microonde o, ancora, asciugarsi i capelli con un phon – e si dice: che senso ha? Poi scopri che oggi soltanto lavatrice, lavastoviglie e frigorifero hanno ancora bisogno dei 220 volt per funzionare. Tutti gli altri elettrodomestici della vita quotidiana – dal computer alla tv – funzionano con 24 volt. «E allora si capisce quanto sia importante rivoluzionare anzi capovolgere il modo di produrre energia elettrica: non partire da 380mila volt delle megacentrali che poi, strada facendo, vengono depotenziati fino ad arrivare alla nostra presa di corrente a 220 volt, sfruttando così davvero un 3-5% del petrolio impiegato per produrre tutta questa energia, ma produrre il necessario. Certo è una sfida tecnologica, ma fa parte dei nostri obiettivi. Perché noi siamo innanzitutto degli osservatori tecnologici, quelli che tutti ormai, abusando dell´inglese, chiamano scouting. Ci guardiamo attorno, cioè in tutto il mondo, cosa c´è di nuovo, di avanzato nel campo della tecnologia ambientale. La nostra missione è individuare cose sufficientemente mature per portarle sul mercato» spiega Ruggeri.
L´ultimo esempio è lo scooter a idrogeno realizzato dall´Hy.Sy lab – uno dei sei centri di competenza tecnologica dell´Environment park, gli altri si occupano di bioedilizia, applicazioni del plasma, modellazione, gestione e certificazione ambientale, riuso e riciclo dell´acqua -. Il mezzo - che è stato tra le novità che più hanno incuriosito al salone H2 Roma svoltosi la scorsa settimana – sarà prodotto in 20 esemplari per le Olimpiadi e le fuel cells che lo alimentano saranno cento. «Ora siamo pronti a passare la mano all´industria perché lo produca in serie. Trattative sono in corso con alcuni grossi nomi dell´industria dei veicoli, vedremo. Noi siamo degli artigiani, anzi direi degli artisti: abbiamo realizzato l´opera. Tocca ad altri coltivarla» aggiunge Ruggeri.
Ma nell´anno del compleanno si annuncia ancora un´altra novità: l´inaugurazione della centrale idroelettrica di cui si possono già vedere le fondamenta – a metà strada tra l´attuale sede dell´Envi e il nuovo centro servizi – e che negli obiettivi produrrà energia per tutto il parco. Di fatto l´Envipark – che conta oltre 70 imprese, 15 delle quali start-up e occupa circa 400 addetti – sarà autosufficiente e non pagherà più bollette all´Aem. Anzi, diventerà fornitore dell´Azienda elettrica, vendendo l´energia a un prezzo quasi il doppio di quello pagato ad Aem.
E non è finita: nell´anno che verrà Ruggeri conta di partire con un paio di nuovi progetti – e dunque centri di competenza – a cominciare da quello sulle biomasse. Senza dimenticare la sfida di Galileo, il progetto europeo di navigatore satellitare nel quale Torino ha un ruolo di primo piano. Tutto questo tenendo sempre presente la filosofia del parco, che ha nel trasferimento tecnologico la sua ragione di vita: un binomio che lega tecnica e economia. Perché all´Environment le buone idee devono per forza sposarsi con il ritorno dei conti. E hanno come esempio un modello difficile da superare: la caldaia capace di produrre a pieno regime 2 megawatt. Quel che più sorprende è che viene alimentata con un ex materiale di scarto – il cippato, cioè i resti di potature e simili – e questo materiale può essere riciclato anche quando diventa cenere.