How Green the Games?
Eco dalle Città vi propone la traduzione della valutazione di Greenpeace
09 December, 2003
Una breve valutazione di Greenpeace sulla performance ambientale di Atene 2004 un anno prima dei Giochi L’eredità di Sydney e la lezione non imparata I giochi olimpici di Sydney 2000 hanno prodotto un misto di vittorie e sconfitte sul fronte ambientale. Se le vittorie sono state molto significative, le sconfitte hanno mostrato come Sydney avrebbe potuto fare di più. E’ importante che la lezione di Sydney venga sfruttata in futuro dalle città ospiti dei Giochi Olimpici, in modo da massimizzare le performance ambientali. In questo senso Atene, ospite dei giochi nel 2004, è ben lontana dal trarre giovamento da questa lezione. La Grecia si è comportata come se non ci fosse nulla da imparare dal passato, e la responsabilità è del governo e delle altre autorità. Olimpiadi Verdi: dall’entusiasmo al fallimento? Quando Atene era ancora soltanto una candidata, la posizione ufficiale delle autorità greche era chiara: “I giochi olimpici sono una sfida, nonché un’opportunità di incrementare programmi ed azioni compatibili da un punto di vista ambientale, ed in accordo con i principi di uno sviluppo sostenibile. I progetti saranno realizzati con tecnologie e materiali ecologici, e questo sarà un prerequisito per tutte le proposte”. Un anno prima di Atene 2004, la situazione pare molto diversa da quello che si prospettava pochi anni fa. Cerchiamo di fare un riepilogo. 1. Trasporti ed inquinamento dell’aria Atene ha la reputazione di città inquinata e spesso paralizzata dal traffico nelle ore di punta. La promessa del governo greco era che, entro il 2004, l’inquinamento dell’aria in Atene sarebbe diminuito in media del 25%, grazie ad una serie di misure come uso di carburanti di miglior qualità, veicoli più efficienti, metro e tram. Nonostante i livelli di alcuni inquinanti (come monossido di carbonio e piombo) abbiano mostrato una tendenza alla diminuzione nel corso degli anni ’90, Atene ha ancora livelli molto alti di ozono, benzene e polveri fini. E’ facile aspettarsi che questi livelli saranno ancora alti durante i Giochi, nonostante il miglioramento dei trasporti pubblici, e questo a causa dell’aumento del numero di auto circolanti in Atene,dell’assenza di controlli sulle emissioni e della mancata introduzione di carburanti non-fossili. Qualche segnale positivo c’è stato sul fronte dei trasporti pubblici. E’ già stata approntata una nuova linea della metropolitana, sono stati introdotti bus con alimentazione a gas e, entro il 2004, saranno stati spesi circa 3 miliardi di euro in trasporti pubblici (estensione della metro, introduzione di tram urbani e suburbani, incremento delle corsie riservate ai bus). Lo scopo è di raggiungere uno share del 50% per il trasporto pubblico entro la fine del 2004. Sul fronte degli aspetti negativi, occorre menzionare il ritardo nella costruzione di parcheggi adeguati (specie vicino alle stazioni della metro per facilitare il park-and-ride) e l’aumento di automobili che attualmente dominano la città. Un problema rilevante è l’alto numero di diesel tra i taxi (14.000), che costituiscono il 20% del traffico: per ora, non sono state proposte misure risolutive. 2. Pianificazione della città e sistemazione delle strutture olimpiche Questo è certamente il tema più controverso in assoluto. In quasi tutti i progetti correlati alla Olimpiadi c’è stata una forte opposizione da parte degli abitanti o delle ONG a proposito del loro posizionamento. In molti casi le dispute sono finite in tribunale, e questo ha comportato notevoli ritardi. Nella maggior parte dei casi, la Corte Suprema ha dato il via libera ai lavori correlati ai Giochi. Il caso più controverso è stato quello di Schinias. Quest’area, prossima al sito storico di Maratona, pochi chilometri fuori Atene, ospiterà la competizione di canoa. Per anni, la scelta di quest’area specifica è stata messa in discussione dalle ONG ambientaliste, che hanno proposto varie aree alternative in altre regioni del paese, con la motivazione che questa zona è una delle più importanti dell’Attica e che deve essere protetta. Anche in questo caso la Corte Suprema ha dato l’autorizzazione al progetto, se pur con molte restrizioni e requisiti sulla tutela dell’ambiente. Sebbene le ONG coinvolte si siano sentite sconfitte nel caso specifico, tuttavia la loro campagna è servita a cambiare considerevolmente il progetto originario, e a renderlo meno dannoso per l’ambiente.