Secondo Convegno nazionale sul Particolato Atmosferico
Ricercatori, mondo accademico, enti pubblici e privati a confronto dal 10 al 13 settembre
13 September, 2006
Nell'ambito del XXII Congresso nazionale della Società chimica italiana è in corso di svolgimento a Roma, c'è anche il Secondo Convegno Nazionale sul Particolato Atmosferico che, grazie all’intervento di numerosi ricercatori dal mondo accademico e da enti pubblici e privati, anche di settori non chimici, sta facendo il punto sugli studi delle particelle aerodisperse e della qualità dell’aria sotto l’aspetto chimico, fisico, meteorologico, ma anche per quanto riguarda le evidenze epidemiologiche e tossicologiche, tema di grande attualità nel dibattito sull’inquinamento atmosferico e sulla nocività o meno dei termovalorizzatori.
''Le politiche anti inquinamento attuate nelle citta' italiane sono solo palliativi. Per ridurre il particolato nell'atmosfera bisogna diminuire le fonti di emissione per lunghi periodi e applicare le nuove tecnologie''. Lo ha detto il professor Ezio Bolzacchini, docente all' universita' Bicocca di Milano e tra i massimi esperti di particolato atmosferico, intervenendo al secondo convegno nazionale sul particolato atmosferico in corso a Firenze fino al 13 settembre all'interno del XXII congresso nazionale della Societa' chimica italiana.
''Il particolato - spiega - in Italia riduce in media di 8,3 mesi l'aspettativa di vita e causa la morte di 350 mila europei l'anno. Solo a Milano ogni anno ci sono 800 decessi prematuri provocati dalle polveri sottili''. Le patologie piu' spesso provocate dal particolato sono di tipo cardiologico e respiratorio: ''le particelle possono entrare in circolo nel sangue, renderlo piu' vischioso, provocare effetti negativi sul cuore con ischemie e malattie cardiovascolari. Entrano anche nei polmoni creando problemi respiratori e patologie oncologiche''. Bisogna dunque intervenire, ''perche' e' stato calcolato che ogni 10 microgrammi di Pm10 nell'atmosfera oltre la soglia giudicata tollerabile, aumenta la mortalita' dello 0,5 per cento''. Ma le giornate ecologiche e le targhe alterne, secondo Bolzacchini, non risolvono il problema. Le sostanze inquinanti, infatti, non riescono a disperdersi perche' bloccate da uno strato di aria calda che, a Milano, si trova a circa 200 metri dal suolo, nel sud Italia piu' in alto. Il particolato dunque resta imprigionato nell'aria vicino a terra. Eliminare le automobili per un giorno o ridurre l'attivita' dei riscaldamenti serve solo a diminuire il numero di fonti di emissione, ma non ha effetti se questi provvedimenti non vengono attuati in un tempo prolungato''.
L'unico reale effetto positivo delle giornate ecologiche, dice il professore, e' sull'opinione pubblica che ''deve capire i rischi di stili di vita e di consumo sbagliati''. Tra i maggiori produttori di inquinamento ci sono i motori diesel che emettono piu' di 20 milligrammi di particolato a chilometro. I motori a benzina invece ne emettono quantitativi irrisori, ''ma producono sostanze gassose che contribuiscono a creare altro particolato''. Alcune case produttrici, pero' stanno realizzando diesel dotati di Fap, un filtro che 'intrappola' il particolato e lo brucia in modo automatico, riducendo del 99 per cento le emissioni nocive. ''L'utilizzo massiccio di queste nuove tecnologie e' essenziale per prevenire l'inquinamento'' sottolinea Bolzacchini per il quale la costruzione di termovalorizzatori e' una buona soluzione contro il particolato.
''I filtri applicati in questi nuovi impianti - spiega - abbattono notevolmente l'emissione di polveri rispetto ai vecchi inceneritori e sono piu' facilmente controllabili''. Il problema inquinamento e' destinato a accentuarsi con l'aumento del Pm 2,5, quattro volte piu' piccolo e quindi difficilmente filtrabile del Pm 10. ''Fino a pochi mesi fa - osserva - il rapporto tra questi due tipi di particolato era di 0,5. Ora e' di quasi 0,7. Cambia dunque la qualita' e la composizione chimica delle polveri, con maggior incidenza negativa sulla salute umana. Quanto prima saranno dettati nuovi tetti di tolleranza, forse 20 microgrammi di Pm 2,5 su base annua e le politiche locali e nazionali dovranno adeguarsi per ridurre l'inquinamento nelle nostre citta'''.