«Penalizzato chi fa trasporti in città»
Pareri
19 September, 2006
<b>I RESPONSABILI DI ACI E ASCOM PERPLESSI DI FRONTE AI PROVVEDIMENTI, VIA LIBERA DALL’EPAT</b>
Per combattere l’inquinamento sono necessari sacrifici. Su questo sono tutti d’accordo. Ma sul come e sul quando piovono precisazioni, frenate e distinguo. Il piano anti-smog approvato ieri dalla Regione, come era prevedibile, fa discutere.
«Siamo d’accordo a misure strutturali per combattere l’inquinamento - attacca Adalberto Lucca, direttore dell’Aci - Però ci vuole una certa elasticità. Quello di ridurre le emissioni dovrebbe essere un obiettivo di medio termine. Basti pensare che le auto fuorilegge, con il nuovo decreto, nella sola Torino sarebbero 103.000 su 559.000 vetture totali. Di questi poi, circa 80.000 sono veicoli commerciali». Un altro problema è sul come districarsi tra divieti e limitazioni: «Basta guardare il libretto di circolazione - aggiunge Lucca -. Le auto molto vecchie non hanno nessuna indicazione e sono Euro 0. Altrimenti è segnato il livello».
Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom, non è contraria al decreto anti-smog ma invita alla calma: «Come categoria siamo preoccupati. Questo divieto interessa un numero notevole di operatori, che fanno trasporti in città, e di veicoli. In ogni caso, quello dell’inquinamento è un problema serio». Per questo, l’associazione dei commercianti ha chiesto un incontro, domani, con l’assessore alla viabilità: «La cosa più irritante è la decisione imposta dall’alto. Per una ditta, cambiare il parco furgoni è una spesa ingente. Spero che nelle istituzioni prevalga la ragionevolezza e che vengano scelte misure che non penalizzino nessuno».
Disco verde da parte di Carlo Nebiolo, presidente dell’Epat, all’iniziativa contro le emissioni: «Come cittadino non posso che essere favorevole, e penso che anche la categoria che rappresento, i ristoratori, sia abbastanza matura per accettarlo». Uno sforzo, quello contro l’inquinamento, che già può contare sul teleriscaldamento: «Quei cantieri danno fastidio, però il fine ultimo è condivisibile». Per questo, Nebiolo sostiene la necessità di creare una coscienza ambientale condivisa dall’opinione pubblica: «Solo così certi sacrifici vengono accettati e non subiti come delle imposizioni. L’esempio viene dalla legge contro il fumo nei locali: è stata rispettata perché la gente era a conoscenza dei danni alla salute provocati dalle sigarette».
Di segno opposto il parere di Paolo Hutter, ex assessore all’ambiente del Comune: «È un’iniziativa necessaria ma non sufficiente, basti pensare che Torino, nei primi sei mesi dell’anno, è la maglia nera per la qualità dell’aria. Le misure adottate non sono né estemporanee, né rivoluzionarie, né improvvise: erano previste già in un documento approvato dalla Provincia nel 2003, per essere attuato nel 2005, che poi è stato dimenticato. Questo piano deve essere un punto di partenza e i modi per proseguire sono tanti: targhe alterne, domeniche del pedone, ticket d’ingresso, aumentare le corsie riservate ai mezzi pubblici, estendere il divieto di circolazione agli Euro 2 benzina e Euro 3 diesel...»