Smog, nuove regole per l'Europa
I ministi dell'ambiente dei 25 fissano soglie più rigide per la qualità dell'aria - da Il manifesto del 24.10.2006
24 October, 2006
<b>Alberto D'Argenzio</B>
Non si fanno sconti sulla qualità dell'aria, questo hanno riaffermato i ministri dell'ambiente dei 25 approvando un accordo politico sulla nuova direttiva europea antismog. Nel testo vengono confermati i limiti già esistenti sulla concentrazione nell'aria di polveri sottili, le Pm10, e vengono introdotte per la prima volta delle soglie pure per il particolato fine, le famigerate Pm2,5. Arriva così una risposta chiara e netta al voto del 26 settembre scorso del Parlamento europeo, quando le destre, i liberali e gran parte dei socialisti riuscivano a decaffeinare la direttiva sulla qualità dell'aria inserendo alcune deroghe fondamentali. Salivano i giorni in cui è possibile superare i limiti di inquinamento, da 35 a 55, e raddoppiavano gli anni previsti per l'entrata in vigore del testo, da 3 a 6. In pratica un voto che faceva più attenzione alla lobby dell'auto che alla salute dei cittadini. E dire che ogni anno, afferma l'Oms, si contano 350.000 morti premature dovute alle particelle fini. «Per colpa dell'inquinamento dell'aria viviamo in media 8 mesi in meno»,- afferma il commissario all'ambiente Stavros Dimas.
E ieri i ministri, riuniti in Lussemburgo, sono riusciti a sfornare un testo sufficientemente forte, anche se Olanda e Polonia volevano una posizione assai più mite. La proposta prevede che tra il 2010 e il 2020 gli Stati membri riducano del 20% l'esposizione del pubblico alle particelle Pm2,5 mentre per le Pm10 la direttiva fissa un valore-limite annuale pari a 40 microgrammi per metro cubo ed un valore-limite giornaliero pari a 50 microgrammi per metro cubo, che non potrà essere superato per più di 35 giorni all'anno (contro i 55 voluti da Strasburgo). Il Consiglio ha invece deciso la possibilità di un'esenzione caso per caso di tre anni dall'entrata in vigore della direttiva, ma a condizioni rigorose: la deroga potrà essere concessa da Bruxelles solo dietro presentazione - da parte della città interessata - di un «piano di rientro» che garantisca il rispetto del valore limite annuale alla scadenza dei tre anni. Il testo prevede anche la possibilità di una proroga di 5 anni per il raggiungimento degli standard previsti per biossido di azoto e benzene.
Sulle deroghe di tre anni, che tanto bene vengono a molte città italiane (Verona, Torino, Milano, Padova, Palermo, Brescia, Venezia e Bologna hanno collezionato tutte più di 60 giorni di sforamento nel 2006), il ministro Alfonso Pecoraro Scanio ha voluto essere chiaro: non c'è spazio per «i piani di aria fritta». Al momento Bruxelles ha approvato solo il piano del Piemonte, «adesso - insiste il ministro - va colta l'opportunità che ci dà il Consiglio Ue di potere ottenere una deroga di tre anni, ma io non chiederò mai tale deroga per quelle regioni e per quelle aree metropolitane che non presentino un piano credibile». Ad inizio 2007 la direttiva tornerà al Parlamento europeo dove la lobby delle auto e dei combustibili proverà nuovamente a sabotarla, se ci riuscisse i 25 sarebbero costretti ad andare in conciliazione, ossia a provare una mediazione con l'Eurocamera, il tutto alla sulla pelle dei cittadini.