Rifiuti, dopo i tagli torna l´emergenza
L´inceneritore perde gli incentivi, tariffe più alte. Scontro a sinistra. Saitta: "Una mazzata ma andremo avanti", De Ambrogio: "Basta fare un impianto più piccolo" - da La Repubblica del 21.12.2006
21 December, 2006
<b>Comunisti e Verdi replicano: "A Roma tutti d´accordo"
Un vertice con il sindaco per tentare un recupero
Venti milioni in meno per realizzare il termovalorizzatore
Non cambia la norma della Finanziaria
Gino Li Veli</b>
L´allarme era già scattato una settimana fa ma si sperava in un aggiustamento, in extremis. La lettura dei giornali di ieri ha confermato tutte le preoccupazioni di chi si batte per la realizzazione dell´inceneritore del Gerbido: dalla Finanziaria, con una proposta di Verdi e Rifondazione comunista, sono spariti gli incentivi concessi per gli impianti autorizzati. Come lo è quello che si vuole costruire alla periferia, che proprio ieri ha ricevuto il via libera della Provincia mentre tra oggi e domani Trm, la società che si occuperà della costruzione e della gestione avvierà le procedure per la gara d´appalto. Ma senza quei 20 milioni in meno di benefici pubblici, ora si dovranno rivedere i conti del piano finanziario. Si teme un aumento dei costi di smaltimento, da 90 a 135 euro a tonnellata, con un rincaro della tassa rifiuti tra i 20-30 euro per ogni cittadino. Forse andrà rivista anche la decisione di chiudere a fine 2009 la discarica di Basse di Stura. E soprattutto con il termovalorizzatore che doveva entrare in funzione nel 2011, c´è il timore di affrontare nei prossimi mesi una seria emergenza rifiuti.
Questioni che il sindaco Sergio Chiamparino e il presidente della Provincia hanno subito affrontato al telefono dopo la lettura mattutina dei giornali e in una chiaccherata nel pomeriggio. Il problema ha naturalmente dominato gran parte della conferenza stampa di bilancio di fine anno dell´amministrazione provinciale in cui Saitta ha elencato i risultati positivi del 2006 (tra tutti i 134 milioni di investimenti). C´è ancora la speranza che nell´ultimo passaggio alla Camera, con l´approvazione del decreto prima di Natale, si riesca a trovare una soluzione. Ci crede poco il capogruppo Ds a Palazzo Cisterna, Stefano Esposito: «L´unico dato di fatto è che dobbiamo affrontare l´emergenza rifiuti - dice - C´è poi un elemento politico fondamentale: il ruolo predominante della sinistra radicale, a Roma, nell´affrontare le questioni ambientale. E´ un tema su cui chi si batte per il partito democratico deve riflettere: vogliamo che la soluzione Pecoraro Scanio per i rifiuti, così brillantemente sperimentata a Napoli, venga esportata ovunque». Ma il segretario provinciale dei Comunisti italiani, Vincenzo Chieppa, contesta queste considerazioni: «Le veementi reazioni di Saitta contro i provvedimenti varati dall´Unione in Senato sul tema rifiuti e inceneritori ci lasciano allibiti. Le decisioni prese collegialmente devono essere rispettate sempre, anche quando non le si condividono. Se Saitta non si riconosce più nella linea politica dell´Unione nazionale è un problema tutto suo. Ne parli con Rutelli, non si scagli contro la sinistra che ha proposto un emendamento accolto da tutta la coalizione, anche da Ds e Margherita. Questo vale anche per Stefano Esposito, capo del "partito dell´inceneritore", lui invece ne parli con Fassino». E Wanda Bonardo, presidente regionale di Legamabiente osserva: «L´emendamento che elimina gli incentivi concessi agli impianti di incenerimento mette fine ad un´anomalia tutta italiana che – contro la normativa europea – aveva assimilato per legge i rifiuti bruciati nei termovalorizzatori alle fonti di energia rinnovabili. In Europa nessuno finanzia l´incenerimento dei rifiuti, Solo alcuni Paesi hanno riconosciuto contributi alla combustione della parte biodegrabile dei rifiuti, ma altri, come la Germania e la Spagna non prevedono alcun incentivo a chi brucia spazzatura nei forni».
Ragionamenti che non convincono il capogruppo dell´Ulivo in Comune, Andrea Giorgis: «La scelta fatta a Roma è grave, perché blocca anche l´ipotesi di nuovi inceneritori di cui la nostra area ha bisogno. Vorrei sapere da certe frange ecologiste se la tutela ambientale è quella di bloccare i termovalorizzatori e di costruire nuove discariche, in quanto i rifiuti in qualche parte bisognerà metterli. Se vogliono, lo possono spiegare a quelli che vivono nella zona di basse di Stura che rischia di non chiudere più».
<b>Saitta: "Una mazzata ma andremo avanti"</B>
Presidente Saitta, quali possono essere le conseguenze dopo la scelta di non concedere incentivi all´impianto del Gerbido che proprio ieri è stato autorizzato?
«Diciamolo francamente: è una mazzata. La prima reazione , dopo la lettura dei giornali, è stata di stupore. Fino all´altro ieri avevamo avuto rassicurazioni e poi c´è stata la scoperta che non ci sarà alcun incentivo. C´è molta amarezza, dopo il lavoro fatto in questi due anni Per certe forze politiche è stata una scelta dolorosa, e proprio per questo dobbiamo andare avanti. I lavori devono iniziare nel prossimo autunno, queste sono le scadenze. Ci siamo beccati i fischi, le proteste, tutti abbiamo avuto problemi all´interno dei nostri partiti, abbiamo pagato già un prezzo troppo alto. Indietro certo non si può tornare».
Ma quale soluzione intravede?
«Spero che prevalga la ragione in fase di approvazione del decreto. Quello che possiamo fare è chiedere che gli impianti autorizzati su cui è avviata una procedura di appalto sulla base di un piano finanziario come nel caso del Gerbido, proseguano come gli altri, non c¹è nessuna ragione perché ciò non avvenga. Non si può tornare indietro, è un impianto pubblico, si deve tenere conto del lavoro fatto e del processo in cui siamo arrivati. C´è un progetto esecutivo con tanto di valutazione di impatto ambientale».
Ma può spiegare cosa cambia concretamente per Torino?
«Cambiano le condizioni. E mutano anche i piani finanziari. Non per colpa nostra non riusciremo a rispettare l´impegno per superare l´emergenza rifiuti . Questo elemento introdotto dalla Finanziaria, al di là del giudizio politico, crea problemi e avvicina i tempi dell´emergenza. Cambia il quadro economico, bisogna rivedere tutto. E bisognerà vedere come reagirà il sistema bancario. A gennaio ci eravamo prefissato l´obiettivo di individuare il sito del secondo impianto. Ma in questo quadro di incertezza diventa complicato capire cosa succederà».
C´è anche un problema politico da affrontare all´interno del centrosinistra?
«Da quel che ho potuto ricostruire sarebbe andata così, l´altro giorno al Senato. Verdi e Rifondazione hanno fatto sapere: se il governo non modifica la norma della Finanziaria che riguarda gli impianti autorizzati attraverso il decreto di fine anno, noi votiamo contro una legge sui fondi europei in discussione. Un ricatto a tutti gli effetti. Ma c´è è vero un problema politico: le forze riformiste, il cosiddetto partito democratico, non sembrano capaci di contare su queste scelte. Il tema dell´ambiente non è appaltabile a chi ha posizioni ideologiche contro il capitalismo, contro il mondo occidentale. E qui il governo deve intervenire».
<b>Il segretario di Rifondazione: l´incentivo era un´anomalia </B>
De Ambrogio: "Basta fare un impianto più piccolo"
Noi siamo sempre stati sfavorevoli a quel progetto e lo abbiamo specificato in tutti gli accordi
Alberto De Ambrogio, da segretario regionale di Rifondazione comunista, considera una vittoria politica l´eliminazione degli incentivi anche per l´inceneritore autorizzato come quello del Gerbido?
«E´ la semplice eliminazione di un´assurdità concessa dal governo Berlusconi, che aveva assegnato benefici anche per quegli impianti che bruciano rifiuti e che erano stati assimilati alle fonti di energia rinnovabile. Un´anomalia tutta italiana, contestata dall´Europa e dalla comunità scientifica. C´è stato un accordo pieno di tutta l´Unione a Roma».
Ma Comune e Provincia ora sono preoccupati: devono essere rifatti i piani finanziari per la realizzazione dell´impianto del Gerbido, si tema un aumento della bolletta dei rifiuti per i cittadini. Cosa risponde?
«Noi siamo sempre stati contrari a quel progetto e lo abbiamo sempre specificato negli accordi che abbiamo sottoscritto. E´ prevalsa un´altra idea. Grazie alle indicazioni della Finanziaria, può essere favorito un ripensamento di quella sua realizzazione, un suo ridimensionamento. Credo che sia difficile oggi fare ipotesi di aumento delle tariffe, se non in maniera strumentale. Si può e si deve lavorare su un incremento della raccolta differenziata e del sistema del porta a porta, su una più efficace articolazione di tutto il sistema del ciclo rifiuti».
A Torino è già stato raggiunto il 36 per cento di raccolta differenziata e in tutta la provincia si è al 40 per cento. Secondo il presidente Saitta al massimo si può arrivare al 50 per cento, senza dimenticare i costi che questo metodo comporta. Lei pensa che si possa fare di più?
«Se si rivede tutto il ciclo dei rifiuti, è possibile, soprattutto a Torino che ha una media inferiore a quello del resto della provincia. Sono risultati che si possono ottenere con un piano a medio e lungo termine».
Se la potenza dell´inceneritore venisse ridimensionata, non c´è la necessità che si debba prorogare l´apertura della discarica di basse di Stura, che deve chiudere a fine 2009?
«Assolutamente no. Da quell´impegno non si può assolutamente derogare. Basse di Stura va chiusa secondo quanto si è stabilito».
Ma non serviranno altre discariche? E questi impianti non sono inquinanti come gli inceneritori?
«Dipende soprattutto da quello che viene smaltito in discarica, dalla selezione che si compie. In ogni caso non c´è alcun paragone con le emissioni degli inceneritori».
Questa vicenda non può creare nuove tensioni, nelle varie amministrazioni, tra l´anima riformista dell´Unione e la sinistra radicale?
«L´unica stella polare da seguire è il programma che è stato sottoscritto. Quello va rispettato».