How Green the Games?
Eco dalle Città vi propone la traduzione della valutazione di Greenpeace
15 December, 2003
Una breve valutazione di Greenpeace sulla performance ambientale di Atene 2004 un anno prima dei Giochi L’eredità di Sydney e la lezione non imparata I giochi olimpici di Sydney 2000 hanno prodotto un misto di vittorie e sconfitte sul fronte ambientale. Se le vittorie sono state molto significative, le sconfitte hanno mostrato come Sydney avrebbe potuto fare di più. E’ importante che la lezione di Sydney venga sfruttata in futuro dalle città ospiti dei Giochi Olimpici, in modo da massimizzare le performance ambientali. In questo senso Atene, ospite dei giochi nel 2004, è ben lontana dal trarre giovamento da questa lezione. La Grecia si è comportata come se non ci fosse nulla da imparare dal passato, e la responsabilità è del governo e delle altre autorità. Olimpiadi Verdi: dall’entusiasmo al fallimento? Quando Atene era ancora soltanto una candidata, la posizione ufficiale delle autorità greche era chiara: “I giochi olimpici sono una sfida, nonché un’opportunità di incrementare programmi ed azioni compatibili da un punto di vista ambientale, ed in accordo con i principi di uno sviluppo sostenibile. I progetti saranno realizzati con tecnologie e materiali ecologici, e questo sarà un prerequisito per tutte le proposte”. Un anno prima di Atene 2004, la situazione pare molto diversa da quello che si prospettava pochi anni fa. Cerchiamo di fare un riepilogo. 1. Trasporti ed inquinamento dell’aria Atene ha la reputazione di città inquinata e spesso paralizzata dal traffico nelle ore di punta. La promessa del governo greco era che, entro il 2004, l’inquinamento dell’aria in Atene sarebbe diminuito in media del 25%, grazie ad una serie di misure come uso di carburanti di miglior qualità, veicoli più efficienti, metro e tram. Nonostante i livelli di alcuni inquinanti (come monossido di carbonio e piombo) abbiano mostrato una tendenza alla diminuzione nel corso degli anni ’90, Atene ha ancora livelli molto alti di ozono, benzene e polveri fini. E’ facile aspettarsi che questi livelli saranno ancora alti durante i Giochi, nonostante il miglioramento dei trasporti pubblici, e questo a causa dell’aumento del numero di auto circolanti in Atene,dell’assenza di controlli sulle emissioni e della mancata introduzione di carburanti non-fossili. Qualche segnale positivo c’è stato sul fronte dei trasporti pubblici. E’ già stata approntata una nuova linea della metropolitana, sono stati introdotti bus con alimentazione a gas e, entro il 2004, saranno stati spesi circa 3 miliardi di euro in trasporti pubblici (estensione della metro, introduzione di tram urbani e suburbani, incremento delle corsie riservate ai bus). Lo scopo è di raggiungere uno share del 50% per il trasporto pubblico entro la fine del 2004. Sul fronte degli aspetti negativi, occorre menzionare il ritardo nella costruzione di parcheggi adeguati (specie vicino alle stazioni della metro per facilitare il park-and-ride) e l’aumento di automobili che attualmente dominano la città. Un problema rilevante è l’alto numero di diesel tra i taxi (14.000), che costituiscono il 20% del traffico: per ora, non sono state proposte misure risolutive. 2. Pianificazione della città e sistemazione delle strutture olimpiche Questo è certamente il tema più controverso in assoluto. In quasi tutti i progetti correlati alla Olimpiadi c’è stata una forte opposizione da parte degli abitanti o delle ONG a proposito del loro posizionamento. In molti casi le dispute sono finite in tribunale, e questo ha comportato notevoli ritardi. Nella maggior parte dei casi, la Corte Suprema ha dato il via libera ai lavori correlati ai Giochi. Il caso più controverso è stato quello di Schinias. Quest’area, prossima al sito storico di Maratona, pochi chilometri fuori Atene, ospiterà la competizione di canoa. Per anni, la scelta di quest’area specifica è stata messa in discussione dalle ONG ambientaliste, che hanno proposto varie aree alternative in altre regioni del paese, con la motivazione che questa zona è una delle più importanti dell’Attica e che deve essere protetta. Anche in questo caso la Corte Suprema ha dato l’autorizzazione al progetto, se pur con molte restrizioni e requisiti sulla tutela dell’ambiente. Sebbene le ONG coinvolte si siano sentite sconfitte nel caso specifico, tuttavia la loro campagna è servita a cambiare considerevolmente il progetto originario, e a renderlo meno dannoso per l’ambiente. 3. Il caso del villaggio olimpico Si tratta del più imponente progetto mai realizzato in Grecia, e di un’importante vetrina per le Olimpiadi. Ci si aspettava perciò un villaggio olimpico in linea con le promesse di sostenibilità fatte pochi anni fa. Prima di prendere decisioni, il Comitato olimpico aveva chiesto a molti enti coinvolti come si potesse realizzare un villaggio Olimpico “verde”. Le indicazioni erano che il villaggio avrebbe dovuto utilizzare tecnologie energetiche efficienti e rinnovabili, materiali non tossici e le migliori tecniche di smaltimento dei rifiuti. Queste direttive, che si rifacevano all’esperienza di Sydney 2000, non sono state prese in considerazione dalla Olympic Village S.A., una consociata della Workers’ Housing Organisation (OEK), un ente pubblico. Nel febbraio 2001 la Olympic Village ha presentato una proposta tra le più ostili da un punto di vista ambientale. Nessuna misura di efficienza energetica, nessun riferimento a fonti rinnovabili (perfino l’energia solare è stata esclusa, in un paese con una delle più avanzate industrie solari del mondo!). Non c’era nessuno standard per limitare le sostanze tossiche, mentre veniva prospettato un uso estensivo di plastiche PVC e gas serra per il condizionamento dell’aria. Le richieste relative all’aria condizionata erano da 2.7 a 3.3 volte più elevate dei valori suggeriti dalla legislazione greca. Verso la metà del 2001, la OEK ha ordinato degli studi alternativi che suggerivano di utilizzare tecniche bioclimatiche, energia solare, materiali non tossici e senza PVC, riciclo di rifiuti ed acqua, uso di refrigeranti naturali, ecc. Soprattutto, questo progetto alternativo avrebbe permesso di risparmiare circa 10 milioni di kilowatt-ora all’anno. Sfortunatamente tutte queste proposte sono state rigettate senza appello. La costruzione del villaggio è proseguita come inizialmente pianificato, senza la volontà dell’OEK di apportare nessun cambiamento. 4. Energia e Olimpiadi La volontà originaria del Comitato Olimpico era che tutta l’elettricità correlata ai Giochi del 2004 fosse generata da fonti rinnovabili. Per quanto riguarda lo sviluppo di parchi per l’energia eolica, non è stato possibile creare strutture a causa del disaccordo di alcune autorità pubbliche. Anche i pannelli fotovoltaici sono stati esclusi dal villaggio olimpico. Previa autorizzazione dell’ATHOC ci sarà forse la possibilità di installare un unico grande pannello solare, grazie all’intervento di un privato. Un altro progetto che sembra realistico al momento è un sistema di aria condizionata ad alimentazione solare in una delle palestre del villaggio. Il ruolo dell’IOC La lista qui esposta non vuole essere in alcun modo esaustiva, ma mostra tuttavia che i potenziali fallimenti rischiano di superare le vittorie. Il governo greco è preoccupato di portare a termine i progetti in tempo e non si preoccupa troppo dell’impatto ambientale. Le pressioni dei cittadini e delle ONG non sono state sufficienti a cambiare le cose. Come ente supervisore, il CIO (Comitato Olimpico Internazionale), ha anche la responsabilità di assicurarsi che i principi ambientali vengano rispettati. L’analisi di Greenpeace ha messo in luce l’assenza di coinvolgimento ad un livello dettagliato da parte del CIO, e il suo fallimento nell’intervenire per assicurare le linee-guida ambientali dei Giochi. Il Villaggio Olimpico “La soddisfazione delle richieste ambientali per il villaggio olimpico è soggetto ad una esigenza critica, per integrare tutti i lavori in un progetto di Sviluppo Urbano Integrato Sosteniblile. Questo progetto dovrebbe prendere in considerazione: L’esperienza acquisita in Grecia e in altri paesi su sistemi organizzati per l’edilizia L’esperienza nella costruzione di villaggi olimpici in altri paesi Gli sviluppi scientifici e tecnologici nella costruzione di nuovi complessi sulla base di progettazione bioclimatica, risparmio energetico, riduzione al minimo delle fonti di energia non rinnovabile, uso di materiali per l’edilizia ambientalmente compatibili, protezione della biodiversità, minimizzazione delle emissioni atmosferiche e dell’inquinamento sonoro, integrazione dei complessi edilizi nell’ambiente circostante, progettazione di un sistema di traffico sostenibile (per pedoni e veicoli). Gli elementi su cui si basa il successo di questa operazione si basa su: Elaborare delle proposte che trovino l’approvazione della OEK Monitorare i risultati tramite l’implementazione di un’apposita agenzia Assicurare una gestione oculata (specialmente nel periodo post-olimpico) di quelle funzioni che richiedono un intervento umano (gestione dei rifiuti, delle fonti energetiche, del traffico, ecc.) da parte dell’OEK Le soluzioni a queste questioni devono essere nel pacchetto di proposte per le prime fasi del progetto. Il Comitato Olimpico ha già preparato una serie di linee guida concernenti piani energetici, architettura bioclimatica, uso di materiali ambientalmente compatibili, qualità dell’aria negli interni e creazione di un microclima propizio nella regione del villaggio olimpico.” Principi di politica ambientale del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici Atene 2004, Febbraio 2000 “La progettazione urbana bioclimatica applicata al villaggio olimpico pone l’accento sui principi dello sviluppo sostenibile, conservazione dell’energia, massimo uso delle fonti rinnovabili e limitazione dell’impatto ambientale negativo. Questo dovrà diventare un punto di partenza per un cambiamento nella filosofia di pianificazione ambientale del nostro paese”. George Kontoroupis, Consulente per l’ Energia al Villaggio Olimpico, 25 luglio 2002 C’è del verde nel buio? Ciò che abbiamo appena visto mette in luce principalmente i fallimenti nella preparazione dei giochi. Questo non significa che i Giochi non lasceranno un’eredità dietro di sé. I trasporti saranno molto migliorati dopo le Olimpiadi, e molte aree saranno sviluppate in modo sostenibile. L’aria e l’acqua in aree piuttosto estese saranno ripulite, e questo è certamente positivo. Il sapore dei giochi resta tuttavia amaro. Ci sono davvero tante opportunità a cui non sarà mai data una chance. E questo è forse il più grande fallimento delle Olimpiadi di Atene 2004.