Comuni rinnovabili 2007
La mappatura delle fonti energetiche pulite nel territorio italiano. Da Varese ligure a Lecce crescono numeri e buone pratiche. I migliori sono i piccoli comuni. “Bene gli incentivi del governo nella finanziaria ma a rischio gli obiettivi di Kyoto per troppe incertezze e barriere nelle autorizzazioni”
13 February, 2007
<b>Varese Ligure (Sp), Selva di Val Gardena (Bz), Maratea (Pz), Cirigliano(Mt), Lecce, Napoli, Lagundo (Bz)</B>. Sono i comuni premiati da Legambiente con il rapporto “Comuni rinnovabili 2007”, la mappatura della diffusione delle fonti d’energia pulita nel territorio italiano, che Legambiente ha appena presentato, pochi giorni prima dal secondo anniversario del protocollo di Kyoto, tra le iniziative della sua campagna su energia e cambiamenti climatici “Settimana Amica del Clima”.
<b>Solare fotovoltaico e termico, eolico, piccoli impianti idroelettrici, geotermia e “vere” biomasse sono una realtà in crescita nel nostro Paese, che ha visto in questo ultimo anno aumentare le buone pratiche soprattutto nei comuni con meno di 5000 abitanti. Mentre le grandi città sono ancora indietro rispetto ai livelli raggiunti da altre metropoli europee. Sui 1.262 comuni che hanno investito nelle rinnovabili, la distribuzione delle fonti è molto diversificata in base alle caratteristiche e alla qualità dei territori.</B> L'obiettivo dell’indagine di Legambiente, realizzata con un questionario inviato agli oltre 8mila comuni italiani, è proprio quello di capire il processo di diffusione che stanno avendo sul territorio italiano le “nuove” rinnovabili, che rappresentano la migliore opportunità per una generazione energetica distribuita. Hanno, infatti, le potenzialità per far crescere la produzione di energia elettrica pulita dall’attuale 19% al 25% entro il 2011 come previsto dalla direttiva europea e dallo stesso programma del governo.
<b>“In Italia oggi ci sono tutte le condizioni e le convenienze per investire nelle fonti rinnovabili, anche grazie agli incentivi introdotti dal governo con l’ultima Finanziaria,</B> – commenta Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente –<B> ma il loro effetto non è automatico. Mancano ancora regole nazionali e le autorizzazioni agli impianti sono rallentate se non impedite in molte Regioni. Bisogna dunque intervenire - continua Della Seta - per semplificare e chiarire le procedure di autorizzazione per gli impianti e superare il caos che oggi regna tra i diversi provvedimenti regionali. L’Italia deve puntare sulle rinnovabili come politica industriale e energetica – conclude Della Seta - per raggiungere l’obiettivo Ue del 25% d’energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2011”</B>.
A Barcellona, in pochi anni, sono stati installati 30mila mq di pannelli solari termici, a Londra sono previsti 7.500 impianti fotovoltaici, 25.000 impianti solari termici e impianti eolici di piccola e grande taglia, mentre a Berlino il programma solare si chiama “100mila tetti” per far capire l’ambizione al cambiamento.
Nel nostro Paese, invece, i migliori risultati e le esperienze più innovative si registrano più spesso nei piccoli comuni. </B>Non a caso, il premio Comuni rinnovabili, a partire da quest’anno, è intitolato a Maurizio Caranza</B>, il vicesindaco del Comune di Varese Ligure, recentemente scomparso che, da autentico pioniere, ha svolto un ruolo fondamentale per coloro che guardavano con ottimismo alle fonti rinnovabili.
E proprio <B>Varese Ligure</B> è il comune vincitore della nuova categoria della ricerca di Legambiente, quella dei <B>Comuni 100% rinnovabili</B>, che premia non tanto la capacità di produrre energia in surplus (come già oggi avviene per centinaia di comuni grazie a impianti idroelettrici, eolici, geotermici) quanto quella di saper utilizzare più fonti in una direzione di reale innovazione energetica. “<B>L’approvazione del decreto sul fotovoltaico</B> – dichiara Edoardo Zanchini, responsabile settore energia di Legambiente – </B>che dopo una lunghissima attesa è adesso all’attenzione della conferenza Stato-Regioni, è quantomai urgente per rilanciare l’energia solare in Italia e recuperare il gap con gli altri paesi europei. Si tratta infatti di un provvedimento che incentiva l’energia prodotta dal sole con lo stesso sistema trasparente già in vigore in Germania e in Spagna ed è fondamentale per potenziare finalmente la diffusione di questa elettricità pulita nel nostro Paese”</B>.
<B>Come sono distribuite le fonti sul territorio italiano</B>
<B>Solare termico</B>
Sulle 268 amministrazioni del solare termico in Italia ben 175 sono piccoli comuni di cui Selva di Val Gardena (Bz) resta la regina indiscussa con la più alta diffusione di pannelli nel territorio italiano: 2.000 mq e una media altissima pari a oltre 792,4 mq ogni mille abitanti. Insieme a Selva di Val Gardena, anche altri 17 comuni hanno già superato il target di 264 mq/1.000 abitanti fissato dalla Ue per la diffusione del solare termico al 2010. Nell’edilizia comunale invece, il piccolo comune con la più ampia diffusione di pannelli solari termici è Lagundo (Bz) con 242 mq.Tra i grandi comuni del solare termico la miglior città è Maratea (Pz) con 95 mq ogni mille abitanti. Nell’edilizia comunale dei grandi comuni invece primeggia Catania con 1410mq.
<b>Solare fotovoltaico</B>
Con 200kW di impianti fotovoltaici installati per meno di 500 abitanti, Cirigliano (Mt) è il comune con la maggior diffusione di fotovoltaico in rapporto alla popolazione, utilizzato per l’illuminazione pubblica. Il primo grande comune in classifica invece è Lecce, con 6000kW installati e una media di 64kW ogni 1000 abitanti. Nell’edilizia comunale si distinguono Bergeggi (Sv) tra i piccoli comuni con 92,4 kW e Napoli tra i grandi con 351 kW. Confrontando i dati del solare termico e fotovoltaico dei nostri comuni e quelli dei comuni tedeschi seguendo i parametri della Solarbundesliga, il primo comune che troviamo in classifica è sempre Cirigliano (Mt) che conquista il 78° posto tra gli oltre 1000 comuni tedeschi.
<b>Eolico</B>
I comuni dell’eolico in Italia sono 136, con una potenza installata pari a 2.175 MW e soddisfano il fabbisogno di oltre un milione e 740mila famiglie. Di questi 108 producono più energia di quella che consumano. La diffusione degli impianti eolici in Italia evidenzia comunque forti ritardi rispetto ad altri Paesi europei come la Germania (con oltre 20.622 MW installati), la Spagna (circa 11.615MW), la Danimarca (oltre 3mila MW).
<b>Biomasse<B>
Per questa fonte rimane esemplare il successo di Brunico (BZ). L’impianto da 20 MW che utilizza legno e biomasse locali permette di riscaldare l’80% delle abitazioni della città. Gli impianti da biomasse nei comuni italiani forniscono un contributo pari a 1.981 GWh (dati ENEA 2004) che equivalgono al fabbisogno di 792mila famiglie. Geotermia. La gran parte della produzione geotermica si concentra in 9 comuni compresi tra le province di Siena, Pisa e Grosseto. Grazie a questi impianti si sono prodotti circa 5.400 GWh nel 2005 pari al fabbisogno elettrico di 1.900.000 famiglie. Gli impianti geotermici di Pomarance (Pi), Monterotondo Marittimo (Gr) e Santa Fiora (Gr) garantiscono il 25% del fabbisogno elettrico della Regione.
<b>Idroelettrico</B>
Dalle centrali idroelettriche proviene il fabbisogno elettrico di oltre 17milioni di famiglie. Continua ad essere il contributo più importante delle rinnovabili alla bilancia energetica (nel 2005 oltre l’84,8% della produzione di energia elettrica da fonti pulite per 42.926 GWh). Tra i piccoli comuni si distingue Piateda (So) con 6,1 MW complessivi mentre tra i grandi il migliore è Pordenone con 3, 395MW.