“Restituite i nostri parcheggi. Vogliamo asfalto, non aiuole”
da La Stampa del 20.04.2007
20 April, 2007
<b>Giacomo Bramardo</b>
Tra corso Cincinnato e via Sansovino c’è un vasto complesso di edilizia popolare che Comune e Atc avevano deciso di riqualificare. Fin dal 1998, data in cui era stato distribuito ai residenti il progetto, con la spiegazione dettagliata dei lavori. Piante, verde, recinzioni e cancellate, pavimentazione e strade di accesso ai caseggiati. Tutto bello, tutto ordinato. Poi, come spesso accade, sono passati gli anni senza vedere una ruspa. Ma oggi, nel 2007, è arrivato il cantiere che dovrebbe realizzare quel progetto. Peccato che - secondo chi abita in quelle case da una vita - il piano degli interventi sia mutato nel corso degli anni. Ed oggi, per fare posto al verde, vengono sacrificati i parcheggi. Le 160 famiglie che vivono nei palazzoni di via Fiesole (nel pieno centro di questo quadrilatero) lo hanno scoperto osservando l’avanzamento dei lavori. Dai balconi hanno visto comparire i muretti dove domani ci saranno piante, prati e aiuole al posto della spianata di asfalto per i parcheggi interni. Così ieri mattina hanno affrontato a muso duro operai e responsabili del cantiere. Sono scesi in strada in una cinquantina, infuriati, minacciando di bloccare i lavori. Pronti anche fare un presidio, se necessario. «Ma i parcheggi che c’erano vanno mantenuti ad ogni costo», dicono in coro.
«Avevamo 80 posti - spiega Nunzia Melingi - ci hanno detto che ne rimarranno circa 30. Meno della metà». «Lo sa cosa vuol dire? - incalza Riccardo Vergola, 58 anni -. Che qui, per trovare un posto auto presto ci dovremo scannare uno con l’altro. Siamo 160 famiglie, quattro palazzi da dieci piani. Lo spazio è stato sacrificato per le aiuole: un abbellimento superfluo che nessuno ha chiesto. Ne facciamo a meno delle aiuole e dei prati, tanto sappiamo bene quale fine faranno: nessuno provvederà alla manutenzione, diventeranno inutili arbusti secchi. Allora tanto vale lasciare il cemento e garantire i parcheggi esistenti».
Luisa Pacifico, 39 anni: «La vedete quest’area accanto alle nostre case? Alberi e prati. Di verde ne abbiamo a sufficienza, basterebbe curare quello che c’è». In effetti, il prato accanto ai palazzi oggi è un cumulo di terra di riporto e detriti. Ma c’è un cantiere, si sta lavorando. C’è da sperare che a fine lavori torni ad essere un prato.
«In queste case ci sono tante persone anziane, con difficoltà a camminare. Ci hanno garantito un solo posto disabili generico, non assegnato: anche loro dovranno fare a gara a chi arriva prima. Insomma, si litiga per un posto auto andando a lavorare in centro e adesso si litiga anche dove i posti c’erano e vengono eliminati. Chiediamo che il progetto venga rivisto alla luce delle reali esigenze di chi qui ci vive».