C40 Climate Summit: co-finanziato il piano romano “taglia CO2”
Si è concluso a New York il vertice “C40 large cities climate summit”. Il piano del Campidoglio per la riduzione delle emissioni di gas serra potrà essere realizzato, grazie a un finanziamento stanziato da un gruppo di banche americane. Roma sarà una delle 15 capitali chiamate a combattere in prima linea i cambiamenti climatici globali
21 May, 2007
<b><i>Silvana Santo</b></i>
Maggiore efficienza nell’edilizia e nei trasporti, aumento della raccolta differenziata e incentivazione di tecnologie virtuose. Sono queste le misure che hanno convinto Clinton a finanziare il piano per la riduzione delle emissioni presentato dal Campidoglio in occasione del C40 large cities climate summit
Edilizia, rifiuti e trasporti. Sono i tre punti principali del piano taglia-emissioni che l’assessorato all’Ambiente e alle politiche agricole del Comune di Roma ha presentato a New York in occasione del C40 large cities climate summit, il meeting che ha riunito nella Grande Mela i rappresentanti di 45 metropoli per cercare di trovare soluzioni condivise al problema del riscaldamento globale. Un piano convincente, a quanto pare. O che, per lo meno, ha convinto l’ex presidente americano Bill Clinton. La Clinton Foundation - un ente filantropico-ambientalista finanziato dai più grandi istituti bancari del mondo - stanzierà infatti una cifra cospicua (si parla di circa cinque miliardi di dollari) per sostenere 15 progetti di risparmio energetico presentati al summit da altrettante capitali. E tra queste, per l’appunto, c’è anche Roma (oltre a New York, Chicago, Houston, Città del Messico, Toronto, Londra, Berlino, Tokyo, Bangkok, Karachi, Seul, Melbourne, San Paolo e Johannesburg).
La parte del leone, tra le misure di riduzione dei consumi presentate dal Campidoglio, spetta all’edilizia. Il piano prevede infatti che gli edifici pubblici di nuova costruzione e quelli da ristrutturare si alimentino con almeno il 50% di energia proveniente da solare termico e fotovoltaico. La soglia scende al 30% per gli immobili di proprietà privata, sia nuovi che da restaurare. In questo modo, il Comune conta di rispettare gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto per il 2012 e di raggiungere un bilancio energetico positivo. Ma l’edilizia non è l’unico settore interessato dal “restyling verde”: ad essere “ristrutturato” nell’ottica del risparmio energetico sarà anche il trasporto pubblico, un settore molto delicato per una città turistica come Roma e che ha fatto registrare un costante aumento dei consumi negli ultimi anni. In proposito, il Comune ha siglato un accordo con tutte le parti interessate, che si sono impegnate a lavorare alla redazione di un piano condiviso per la riduzione dei consumi del servizio pubblico. Obiettivo, abbattere le emissioni di CO2 di circa un milione di tonnellate all’anno. Altro tema caldo del progetto è rappresentato dalla gestione dei rifiuti. Il livello di raccolta differenziata della capitale dovrà essere raddoppiato entro la fine del 2008, raggiungendo quota 40%. Il Comune ha già lanciato una campagna per informare e sensibilizzare i cittadini.
Accanto a questi tre pilastri, il piano prevede una serie di altri accorgimenti, dall’installazione di venticinquemila semafori a energia solare alla piantumazione di centomila nuovi alberi, dall’incentivazione di tecnologie virtuose come i Led (lampade a diodi molto efficienti) all’alimentazione con energia pulita di cinquecento edifici pubblici e mille sedi scolastiche. Attraverso le misure contenute nel piano, l’amministrazione romana prevede di abbattere le emissioni di CO2 di circa 53mila tonnellate. Anche, bontà sua, grazie al sostegno di Clinton.