Primo studio sugli effetti del cambiamento climatico e degli eventi estremi sulla salute in Italia
Misure urbanistiche e di gestione del territorio possono contribuire a ridurre il riscaldamento nelle città. A cura di APAT e OMS
25 June, 2007
Più morti per ondate di calore ed inondazioni, nuove malattie portate da vettori, acqua e cibo, prolungate allergie da pollini nel presente e nel futuro dell'Italia. Per ogni grado di aumento della temperatura si calcola una media del 3% di aumento della mortalità; l’inquinamento da ozono – causa importante di patologie respiratorie - cresce con il caldo; si rafforza la possibilità di espansione di malattie come la febbre del Nilo occidentale e Leishmaniosi; aumentano le malattie legate all’acqua. La popolazione è sempre più esposta a inondazioni e frane, con il conseguente carico di disabilità e morti.
Lo studio, presentato il 25 giugno a Roma, è un'analisi finalizzata alla comprensione dei rischi esistenti e potenziali per l'ambiente e la salute umana negli scenari di esposizione in Italia dovuti ai cambiamenti climatici. A questo segue una identificazione delle misure di adattamento e prevenzione che i nuovi scenari richiedono.
sintesi parziale ( clicca gli allegati per vedere sintesi più ampie)
Piogge - Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ha partecipato alla stesura del rapporto, negli ultimi 50 anni le precipitazioni in Italia sono diminuite del 14%. E' probabile una diminuzione del 25% delle precipitazioni invernali nella regione mediterranea e nell'Italia settentrionale e un contemporaneo aumento della frequenza di precipitazioni estreme. Dal 1981 al 2004 c'è stato un aumento del 14% del numero di giornate calde (temperatura massima superiore a 25 gradi) e fra il 1961 e il 2004 si è evidenziata una riduzione media di circa il 20% dei giorni di gelo (temperatura minima inferiore o uguale a 0 gradi). Si intensificheranno le giornate torride, aumenterà la temperatura del mare e le estati saranno sempre più simili a quella del 2003.
Gas serra - Le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare. Attualmente il contributo italiano è pari a circa l'11% delle emissioni in Europa e a circa il 2% delle emissioni globali. Fra il 1990 e il 2005 in Italia le emissioni totali di gas serra sono aumentate di circa il 12%, in particolare per le industrie dell'energia (32%) e i trasporti (26%