Ama revoca lo sciopero, ma Zaratti si dimette da subcommissario
Raggiunta l'intesa tra sindacati ed enti locali sul ruolo dell'Ama nel piano rifiuti. Secondo l’accordo, le linee d’impianto da realizzare per il trattamento dei rifiuti laziali sono 8, e non 6 come vorrebbe il ministero dell’Ambiente. Filiberto Zaratti, intanto, si è dimesso da subcommissario per la raccolta differenziata
12 July, 2007
<b><i>Silvana Santo</b></i>
Alla fine, l’intesa è arrivata. Lo sciopero dell’Ama (Azienda municipalizzata ambiente) previsto per il 12 luglio è stato revocato. Le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Fideal hanno infatti siglato un accordo con il Comune di Roma e la Regione Lazio. <b>L’intesa</b> prevede che venga recuperato il piano rifiuti proposto da Piero Marrazzo a gennaio, piano che prevede la realizzazione di otto linee d’impianto per il trattamento delle immondizie, e non sei, come sembrerebbe preferire il ministero dell’Ambiente. L’accordo sancito tra enti locali e sindacati prevede inoltre che il ciclo regionale dei rifiuti coinvolga sia l’Ama che il consorzio pubblico Gaia, che già gestisce diversi impianti di trattamento.
Si riapre, quindi, la discussione intorno al programma che dovrebbe condurre il Lazio fuori dall’emergenza rifiuti. E proprio a causa delle «troppe incertezze sul piano», l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio, <b>Filiberto Zaratti</b>, ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico di subcommissario per la raccolta differenziata. Zaratti ha motivato la sua decisione con i nuovi ripensamenti sui contenuti del piano, che mettono in discussione l’accordo sancito tra il presidente Marrazzo e il ministro Pecoraro Scanio lo scorso 14 giugno. «Tornare di nuovo al punto di partenza - si legge in una nota diffusa dall’assessore - riaprirebbe una discussione interminabile che rischia di paralizzare la soluzione del problema dei rifiuti nel Lazio. In questo quadro, dove vengono riproposti numeri fantasiosi e non rispondenti alla realtà e in una situazione nella quale sembrano prevalere gli interessi dei gruppi industriali a scapito degli interessi dei cittadini del Lazio, è evidente che non ci sono più le condizioni per cui io possa accettare l'incarico di subcommissario alla raccolta differenziata»