La bici e i soldi mal spesi
di Dorino Piras, Assessore provinciale Qualità dell’Aria - da La Stampa del 23.09.2007
25 September, 2007
C’è qualcosa che stona nella spesa di 2 milioni di euro che Comune e Regione si apprestano a erogare per dotare il centro di Torino di biciclette. Ragionando in termini di economia ambientale ci sembra che il rapporto tra i costi ed i benefici attesi non quadri.
Per capire meglio il problema può valere la tecnica del confronto tra due politiche che devono rispondere alle esigenze dei cittadini. E cosa chiedono, i cittadini? Mobilità migliore per quante più persone, e che abbatta l'inquinamento.
Confrontiamo a questo punto il bike sharing e il ticket transport. Poniamo che siano a disposizione per entrambe i famosi due milioni di euro e vediamo cosa risponde meglio alla bisogna.
Il ticket transport sortisce i suoi effetti soprattutto nel periodo invernale, quando si concentra l'attività lavorativa. L'uso delle biciclette ha il suo massimo effetto nei periodi dell'anno più miti tra aprile e ottobre, quelli con meno inquinamento.
Il ticket transport permette l'uso dei mezzi pubblici in tutta l'area urbana e suburbana. Il bike sharing vede la sua applicazione solo nella zona centrale della città.
Il ticket transport agisce tenendo conto degli spostamenti fissi casa-lavoro, di cui si sa l'origine e la destinazione.
Il bike sharing concentra il tutto in una zona della città. Il costo di un'azione di ticket transport per un'Ente come la Provincia, composta da circa duemila lavoratori, è calcolato con una cifra (per eccesso) di circa 100 mila euro. In pratica 20 aziende di circa 2 mila lavoratori potrebbero attivarlo. E' monitorabile, incide con beneficio sui conti delle famiglie relativi al trasporto, costo fisso dei lavoratori. E' rivolto a chi abita in tutta la città e anche proviene da fuori.
Il bike sharing ha difficoltà a monitorare quante persone passano dall'uso dell'auto a quello della bicicletta, è come già detto rivolto solo al centro cittadino.
Le città vedono un aumento del numero di persone verso età avanzate. L’uso dei mezzi pubblici stimolato dal ticket transport risponde meglio all'esigenza di spostamento di queste persone rispetto al bike sharing, rivolto a persone senza particolari guai fisici.
In assenza di una chiara politica di limitazione delle strade cittadine più usate a favore delle biciclette rispetto alle auto, la stessa incidentalità nei suoi diversi gradi è sicuramente meno numerosa per ciò che riguarda il mezzo pubblico rispetto alle biciclette.
Il sistema di bike sharing come immaginato, prevede inoltre mezzi spola che riportano le biciclette nei diversi punti. Ammettendo che tutti questi mezzi siano a basso impatto ambientale, la congestione provocata nelle zone di servizio sicuramente non verrà ridotta.
Il bike sharing riuscirebbe ad ottenere una migliore fruibilità per i turisti nelle aree centrali e pregiate, mentre la strategia nelle grandi città non solo europee è fornire sconti sull'utilizzo dei mezzi pubblici per i turisti.
Mi sembra quindi di poter affermare che una diversa politica possa sperare di ottenere migliori risultati con un uso più efficiente delle risorse. Per questo è necessario avviare un serio ragionamento e sottoporre le nostre azioni alle analisi costi-benefici che devono guidare l'azione della mano pubblica.