L'inquinamento acustico nelle nostre città
Il rapporto annuale sulla qualità dell’Ambiente Urbano presentato lo scorso marzo ha fatto il punto su numerosi aspetti relativi alla situazione dell’ambiente nelle nostre città. Fra gli aspetti più significativi affrontati c’è quello dell’inquinamento acustico, che riveste tuttora un ruolo prioritario nell’ambito delle problematiche ambientali del territorio
29 April, 2008
Le città accolgono varie dimensioni dell’inquinamento acustico: la presenza delle principali infrastrutture di trasporto, spesso insediate nella periferia, come quelle aeroportuali, o insistenti nei tratti di penetrazione urbana, come le linee ferroviarie, o divenute struttura connettiva,come la rete stradale.
Le amministrazioni comunali sono state investite di un ruolo principale dalla normativa vigente in materia di inquinamento acustico. L’attuazione della Direttiva 2002/49/CE sulla determinazione e gestione del rumore ambientale e il Decreto nazionale di recepimento della direttiva D.Lgs. n.194/2005 si affiancano alla legislazione vigente strutturata sulla legge quadro e sul sistema di decreti attuativi, predisponendo ulteriori strumenti di analisi e gestione.
È previsto inoltre che si focalizzi l’attenzione sull’informazione e la partecipazione del pubblico in merito al rumore ambientale e le aree urbane hanno l’opportunità di proporsi quali centri di attuazione e sperimentazione di strategie e progetti di prevenzione e di mitigazione del rumore.
Gli elementi per una analisi e lettura delle situazioni presenti nelle realtà urbane oggetto di studio sono stati individuati nei quattro indicatori dei quali si presentano i dati: Stato di attuazione dei Piani di classificazione acustica comunale, Stato di attuazione delle Relazioni sullo stato acustico comunale, Stato di attuazione dei Piani Comunali di Risanamento acustico, Popolazione esposta al rumore – Aree Urbane.
Gli indicatori scelti descrivono stati di attuazione di strumenti predisposti dalla Legge Quadro sull’inquinamento acustico n.447 del 1995.
La Legge Quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 prevede l’obbligo per i Comuni di procedere alla classificazione acustica del territorio, ovvero distinzione del proprio territorio in sei classi omogenee, definite dalla normativa, sulla base della prevalente ed effettiva destinazione d’uso del territorio ed assegnazione a ciascuna zona omogenea dei valori limite acustici, su due riferimenti temporali, diurno e notturno (DPCM 14/11/97 Determinazione dei valori limite delle sorgenti
sonore”).
È competenza del Comune assicurare il coordinamento degli strumenti urbanistici con il suddetto piano di classificazione. Strumento di analisi e pianificazione previsto dall’articolo 7 della legge n. 447/95 è la relazione biennale sullo stato acustico comunale, obbligatoria per i Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti. La relazione, approvata dal consiglio comunale, è trasmessa alla regione e alla provincia per le iniziative di competenza. Il numero totale stimato di persone che vivono nelle abitazioni esposte a predeterminati livelli di rumore, ha un ruolo prioritario nella valutazione dello stato dell’ambiente dal punto di vista acustico. La riduzione sistematica del numero di persone esposte è uno degli obiettivi primari della strategia comunitaria.
I dati pervenuti, richiesti tramite un questionario inviato al sistema delle Agenzie Regionali per la protezione dell’ambiente, riguardano 18 città: Torino, Milano, Brescia, Genova, Parma, Modena, Bologna, Firenze, Prato, Livorno, Napoli, Foggia, Bari, Taranto. Per le città i cui dati non sono pervenuti tramite il questionario, sono state inserite le informazioni presenti nelle edizioni dell’Annuario dei dati ambientali APAT.
Con riferimento ai quattro indicatori citati, dai dati resi disponibili risulta, sulle 24 aree urbane considerate con numero di abitanti superiore a 150.000, l’adozione della Classificazione acustica comunale in quattordici città, la predisposizione della relazione biennale sullo stato acustico in cinque città, mentre sei città hanno redatto il Piano di Risanamento ed otto città hanno condotto studi per definire la percentuale di popolazione esposta.
Le conseguenti percentuali espresse, rappresentate in Figura 1 (pagina precedente, indicano l’adozione della classificazione acustica (58%) quale adempimento prevalente, mentre l’adozione dei Piani di risanamento e la redazione delle Relazioni sullo stato acustico presentano percentuali decisamente minori, rispettivamente 25% e 21%.
Il Piano Generale Urbano del Traffico, o strumenti di pianificazione con medesime finalità, aventi oggetto una delle principali sorgenti di rumore in ambito urbano, è presente in 10 città.
La lettura contestuale indica cinque città con l’adozione sia della classificazione acustica che del Piano Generale Urbano del Traffico (Brescia, Modena, Bologna, Foggia, Taranto), mentre solo due, Bologna e Taranto, presentano l’adozione della classificazione, la presenza di regolamenti di attuazione e l’adozione del PGUT.
Nella tabella1 (pagina precedente) sono riportati i dati relativi agli indicatori prescelti, per le ventiquattro città considerate. Nella tabella citata risultano evidenziate le caselle in cui sono presenti dati che descrivono stati di attuazione dell’indicatore considerato.
Risultano cinque le città che hanno redatto la Relazione biennale sullo stato acustico del Comune, che dovrebbe assumere valenza di documento di programmazione: Milano, Padova, Modena, Firenze e Livorno. Sei città hanno approvato il Piano di risanamento acustico: Padova, Modena e Bologna nel 1999, Firenze nel 2004, Prato nel 2005, Livorno nel 2007.
Dai dati attualmente disponibili, i tre strumenti principali di prevenzione e pianificazione della tutela dall’inquinamento acustico: Relazione biennale sullo stato acustico comunale,
Classificazione acustica e Piano di Risanamento acustico, risultano contestualmente approvati solo in tre città sulle 24 considerate: Livorno, Firenze e Modena.
La lettura dei dati relativa alle ventiquattro città contraddistinte dal numero di abitanti maggiore di 150.000, rappresentanti le maggiori città italiane, conferma ed evidenzia ulteriormente le criticità presenti in ambito nazionale. -S.C.