Sfusi a scuola
Il Centro Studi Ambientali di Torino ha presentato il progetto per l’uso dei detersivi sfusi nella scuola
21 May, 2008
Ridurre i rifiuti? Facile, se lo si impara a scuola. Ancora di più se lo si pratica in concreto all’interno della struttura scolastica, attraverso azioni in grado di far ridurre costi e rifiuti in una mossa sola: adottando lo sfuso nel servizio di detersivi usati per le pulizie. È quello che succede nella scuola media statale Gozzano di Caluso (TO), dove dai primi di maggio di quest’anno è stato attivato dal Centro Studi Ambientali di Torino il progetto “Sfusi a scuola”.
Il progetto nasce da un’esperienza avviata già nel 2005, frutto della collaborazione tra il Centro Studi Ambientali e la ditta AQsystem, che prevede la diffusione, nella piccola distribuzione e nei negozi, dei detersivi sfusi. L’iniziativa, che si basa sul riutilizzo dello stesso contenitore, riempito più volte da un dispenser presente nei negozi, è attualmente attiva in decine di punti vendita presenti in tutta Italia, in particolare nelle botteghe del commercio equo e solidale.
Ma è la prima volta che il progetto entra in una scuola. “L’istituto di Caluso è il primo istituto scolastico a sperimentare questa modalità - spiega il presidente del Centro Studi Ambientali, Domenico Filippone -, che prevede la riduzione dei costi e dei rifiuti prodotti in quanto gli addetti delle pulizie utilizzano più volte lo stesso flacone riempito da un dispenser posto nel ripostiglio della scuola, con beneficio per l’amministrazione locale che paga le pulizie e lo smaltimento dei rifiuti nella scuola”. Assolutamente ecologico e concentrato, del detersivo se ne usano quantità ridotte, con un risparmio anche economico. Senza contare che convertendosi al prodotto sfuso, non si paga più l’imballo.
“Siamo molto soddisfatti di questa sperimentazione – spiegano dalla direzione della scuola media – per tanti motivi: innanzitutto per la consapevolezza di utilizzare prodotti a base vegetale e non chimica, che tutelano la salute sia di chi li usa per le pulizie sia di chi studia/lavora negli ambienti, ma anche per la razionalizzazione della spesa perché si riduce la quantità di detersivi normalmente utilizzati, scegliendo prodotti multiuso e concentrati. Poi troviamo più pratico riempire il flacone da un dispenser rispetto all'utilizzo delle confezioni usa e getta, perché con questo sistema serve meno spazio per lo stoccaggio dei prodotti per le pulizie e otteniamo una buona riduzione dei rifiuti. E, non da ultimo, siamo contenti di applicare concretamente, nel quotidiano, l'ecologia e il rispetto dell’ambiente”.
Accanto a questa piccola rivoluzione ecologica, il progetto prevede anche attività di educazione ambientale rivolte a docenti e studenti basati su lezioni teorico-pratiche.
“In due anni e mezzo di attività il progetto nei negozi della piccola distribuzione ha avuto risultati davvero sorprendenti – continua Filippone – riducendo del 57% l’uso di bottiglie da un litro (33.141 unità), e del 69% di taniche da 20 litri (2.061). Si calcola inoltre che mediamente le bottiglie siano state riutilizzate 7 volte e le taniche 11”. Il tutto, vuol anche dire 4,183 tonnellate di plastica evitata, che equivalgono a 110 MWh di energia e a 157 tonnellate di anidride carbonica risparmiate.