Energie piemontesi unitevi!
Successo per gli Stati generali dell'energia. Workshop, intenti e coinvolgimenti in ogni direzione. Il manifesto dell'energia della Regione Piemonte
26 May, 2008
Grande attenzione e partecipazione alla due giorni "Uniamo le energie" del 23 e 24 maggio. Per il patto del 20% occorre invertire la logica della competitività e della competizione e a raccogliere la sfida lanciata dalla regione Piemonte ci sono proprio tutti: Il comune di Torino e moltissimi Sindaci, Slow Food, L'Eni e la multinazionale produttrice di plastiche Mossi & Ghisolfi, le Università regionali, il Nobel Carlo Rubbia e l'artista trasformista Arturo Brachetti.
Il primo importante passo è stato fatto e il Manifesto della Regione, punta in alto.
Vi proponiamo la sintesi degli interventi della giornata conclusiva.
* Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino: "Considero altamente significativo l'impegno della Regione Piemonte che ha deciso di dedicare queste due giornate di lavori per salvare l'energia lanciando una sfida alla quale aderiscono molti sindaci piemontesi.
Il cosiddetto "patto del 20%" - aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili e ridurre le emissioni di anidride carbonica e i consumi regionali entro il 2020 - segna per noi un duplice impegno: uno più di carattere economico, perché è evidente che la sfida della globalizzazione rende la sfida energetica una questione mondiale sulla quale si deciderà il futuro del pianeta, e un altro di carattere civile. Dobbiamo guardare a questa fase della globalizzazione con l'intelligenza di chi è capace di proporre un nuovo rinnovato patto tra scienza ed economia, per una nuova armonia, anche etica. Puntare sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili ha dentro di sé un indubbio valore economico e coinvolge tutti noi, come cittadini in primo luogo ma anche come amministratori pubblici. La Città di Torino sostiene dunque questa sfida e si impegna con la Regione Piemonte a partecipare a questo grande progetto che parla delle nuove sfide dell'umanità."
* Andrea Bairati, Assessore all'Energia della Regione Piemonte: "Ieri oltre 1000 persone hanno lavorato con noi e cominciato a costruire misure concrete per questo grande impegno. La nostra riflessione è partita da un numero che credo oggi sia molto significativo per tutti noi: il prezzo del petrolio al barile, che continua a crescere senza sosta e che entro fine anno - secondo le previsioni - raggiungerà i 170 dollari a barile. Ieri abbiamo cominciato il ragionamento e guardato con attenzione la situazione del Piemonte: da dove prendiamo le energie e soprattutto cosa ne facciamo.
Sono emerse alcune criticità: abbiamo una quantità di leggi e regolamenti che non semplificano il lavoro di chi vuole investire. Il primo impegno sarà dunque semplificare il quadro amministrativo, perché non è vero che mancano le risorse, anzi in questo momento c'è una forte effervescenza finanziaria, non sempre però abbiamo dei buoni progetti strategici.
Inoltre la cultura energetica del Paese è approssimativa, dobbiamo fare uno sforzo collettivo per incidere profondamente nelle culture formative e di ricerca, costruendo un pacchetto di strumenti culturalmente adeguato agli obiettivi delle sfide che ci siamo proposti.
Il Piemonte intende rispettare gli obiettivi della Comunità europea, il nostro impegno è reale: investiremo più di 300 milioni di euro fino al 2013 sulle politiche energetiche. Siamo la Regione che in Europa ha deciso di destinare più investimenti all'energia, un bene scarso e molto costoso. Questo è solo il punto di partenza, ci ritroveremo tra un anno perché controllare la qualità e l'efficienza del lavoro svolto è la prima responsabilità degli amministratori pubblici."
* Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: "Le grandi questioni che oggi si pongono a livello mondiale rispetto alla sostenibilità sono: l'alimentazione, l'energia, il cambiamento climatico, il depauperamento dei beni comuni.
La domanda da porsi è come uscire da questo meccanismo ? Politici e scienziati denunciano un punto di non ritorno che pone la popolazione in una situazione di forte disagio. Questo senso di frustrazione è determinato da una devastazione dell'ambiente che rende insostenibile il rapporto tra terra e natura in quanto le risorse non sono infinite; da forti squilibri distributivi delle risorse; da un deterioramento profondo delle relazioni sociali e dalla dissipazione delle ricchezze reali.
Siamo di fronte ad una sfida epocale che richiede di focalizzare la nostra attenzione sulla necessità di rafforzare l'economia locale, in contrasto a logiche ormai datate come l'OGM e il nucleare. Per attivare questo processo occorre investire in un elemento fondante e rafforzativo ovvero nell'educazione, che significa anche partecipazione, formazione e comunicazione. E infine occorre abbandonare la logica della competitività per quella della cooperazione, perché la sfida non si può vincere agendo individualmente."
* Ezio Pellizzetti, Rettore dell'Università di Torino: "La ricerca universitaria dimostra che sono reali i cambiamenti climatici, quali l'aumento della temperatura, la desertificazione, l'innalzamento del livello del mare. Fattori determinati da un modello economico globale dominante fondato sull'idea che la crescita economica sia continua, le risorse naturali siano infinite e i mercati abbiano una crescita illimitata. Un modello che alimenta lo squilibrio tra popolazioni e il rischio di tensioni che poi sfociano in conflitti. Di fronte a questo scenario occorre rifarsi ad un'etica della responsabilità e investire nella ricerca scientifica e tecnologica che può dare le soluzioni per uno sviluppo sostenibile, anche di fronte a scelte impopolari.
Ho un auspicio e una certezza: ci possono salvare le università perché qui esistono le competenze basilari per affrontare le tematiche sulla sostenibilità."
* Leonardo Maugeri, Direttore Strategie e Sviluppo ENI SpA: "Il problema dell'energia è complesso. Attualmente con le tecnologie arriviamo solo al 35 per cento di quello che si trova in un giacimento petrolifero. Il petrolio non sta finendo; sono voci allarmistiche che non hanno alcun fondamento scientifico. Lo sviluppo delle energie rinnovabili è condizionato dai prezzi del petrolio: se questi sono troppo bassi impediscono la ricerca e la diffusione di questo tipo di fonti. Le fonti fossili hanno il pregio di fornire energia e potenza. Come Eni abbiamo investito molto nella ricerca per sviluppare il solare: possiamo permettercelo perché siamo una grande compagnia, anche se i risultati non sono immediati.
In Piemonte, a Novara, l'Istituto Donegani lavora nello sviluppo di fonti alternative.
La Germania, primo paese in Europa ad investire nel solare con una grande presenza di pannelli fotovoltaici, raggiunge solo lo 0,2%. Questo significa che non si può prescindere dalle fonti fossili e dal petrolio. Dobbiamo lavorare molto sul livello dei consumi: un cittadino americano produce 26 barili di petrolio all'anno, contro i 12,5 barili di un europeo e gli 1,8 di un cinese. Un diverso utilizzo dell'auto può contribuire moltissimo: se il parco auto americano fosse efficiente come quello europeo, avremmo una minore produzione di 4,5 milioni di barili al giorno."
* Guido Ghisolfi,Amministratore delegato Mossi & Ghisolfi: "Noi siamo una piccola multinazionale piemontese. In particolare produciamo plastica. Su 500 mila tonnellate che produciamo, 350 mila vengono riciclate, e l'Italia è particolarmente virtuosa nel riciclaggio di queste materie.
Il futuro è sicuramente nella produzione di bio-carburanti, la cui adozione è virtuosa se l'energia che si spende a produrli è minore dell'energia che producono.
Anche noi siamo fortemente impegnate nella ricerca: abbiamo investito molte risorse nel Parco Scientifico tecnologico di Rivalta Scrivia. In 5 anni contiamo di vedere i risultati di questi investimenti, che vedono l'intervento della Regione Piemonte. Rispetto a quanto affermato da Petrini sulla diffusione dei bio-carburanti, direi «Non un ettaro che peggiori la condizione del paese e molti soldi per la ricerca»"
* Carlo Rubbia, Fisico e Premio Nobel: "Partiamo da un dato che dà la misura della straordinaria esplosione demografica della popolazione mondiale: sul nostro pianeta nascono ogni secondo 3 persone, 10.000 persone all'ora, ogni due settimane si affaccia al mondo l'equivalente della popolazione di un nuovo Piemonte.
A fronte di questi fenomeni, si pone inevitabilmente il problema di produrre energia in quantità adeguate alle esigenze di una tale popolazione. L'energia tradizionale, tipica della civiltà industriale, è l'energia fossile, in primo luogo il carbone, il petrolio e il gas naturale: utilizzare le fonti fossili per produrre energia significa pagare un prezzo 100 volte superiore allo sforzo compiuto per produrla. Oggi abbiamo altre fonti energetiche alternative: innanzitutto il sole, una fonte straordinaria. Una superficie ben soleggiata di 200 km quadrati potrebbe produrre da sola l'energia solare equivalente a quella prodotta da tutte le fonti fossili presenti sul pianeta. Purtroppo, malgrado il sole sia una risorsa semplice, antica e gratuita, occorre ancora investire in ricerca per svilupparne l'utilizzo.
La seconda forma possibile di energia è il nucleare, inteso con modalità innovative e diverse da quelle odierne, ovvero basato sulla fusione o su un nuovo modello di fissione, che utilizzi per esempio il torio, un materiale a basso costo e disponibile in grande abbondanza, che presenta tutta una serie di vantaggi rispetto all'uranio. Si può infatti produrre 1 GigaWatt di potenza elettrica con 1 tonnellata di torio, laddove sarebbero necessarie 200 tonnellate di uranio metallico; il torio, inoltre, non è utilizzabile a scopi militari e le scorie, che sono oggi un problema molto serio, sono smaltibili in 200 o 300 anni rispetto alle decine di migliaia di anni necessari per l'uranio. Data la disponibilità di risorse e di soluzioni possibili, credo che l'intelligenza dell'uomo, così come ha risolto problemi importanti del pianeta, possa efficacemente risolvere anche il problema energetico."
* Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte: "Investire sulle energie rinnovabili è un grande progetto per il nostro futuro. Non esistono soluzioni semplici a una questione tanto complessa, ma molti segmenti di soluzioni possibili. Una di queste è dare impulso alla ricerca, investire sui nostri cervelli, che rappresentano una fonte energetica rinnovabile tra le più preziose. Il nostro impegno, in questo senso, è portare nell'arco della legislatura la ricerca al 3% del Pil, obiettivo che nel Paese nessuno è ancora riuscito a raggiungere.
Attualmente il Piemonte importa 9 milioni di euro di fonti fossili – tutta l'Italia ne importa 70 milioni – e l'89% dell'energia che utilizza. Ogni miliardo che riusciremo a trasferire su fonti rinnovabili ci darà non solo energia pulita e un ambiente migliore in cui vivere, ma anche opportunità di lavoro e di ricchezza per le nostre imprese, quindi per l'intero territorio. Raggiungere l'indipendenza energetica dal petrolio si può se il progetto che sta alla base di questa sfida è forte e condiviso da tutti: istituzioni, mondo economico, cittadini.
La Regione Piemonte farà la sua parte, aiutando le imprese che investono in fonti rinnovabili, potenziando la domanda pubblica e sostenendo la domanda delle famiglie che decideranno di ristrutturare o costruire le proprie case utilizzando materiali e soluzioni a basso impatto energetico. Il progetto di casa passiva che oggi è stato presentato è un esempio di come si possano costruire abitazioni sostenibili dal punto di vista energetico ed economico – il costo è di 1200 euro al mq – e di come si possano ridurre notevolmente i consumi domestici."