Dalla manifestazione nazionale a Chiaiano
I motivi del no e le alternative per risolvere l’emergenza rifiuti: l’abbiamo chiesto ai comitati in difesa delle cave ed al presidente dell’ottava municipalità Carmine Malinconico
02 June, 2008
Sono scesi in strada proprio tutti gli abitanti di Chiaiano per manifestare contro l’apertura di una discarica nella selva, dando vita ad una giornata di protesta pacifica.
L’opposizione dei comitati in difesa delle cave è netta e decisa, non vogliono una discarica a Chiaiano, innanzitutto a causa della presenza di 250 mila persone che vivono nell’area nord, a cui si aggiunge quella di due ospedali molto vicini a dove dovrebbe sorgere la discarica. A queste motivazioni se ne aggiungono altre che sono legate alla mancanza di fiducia che ormai nutrono rispetto alle istituzioni ed anche ad i tecnici che devono verificare l’idoneità del sito. Hanno paura che a Chiaiano, come è accaduto altrove, possano essere sversati anche i rifiuti tossici. C’è poi la questione dell’inquinamento atmosferico che, dicono, si determinerebbe con l’arrivo di oltre 300 camion al giorno costretti a percorrere le strade dell’area per trasportare l’immondizia. L’alternativa all’apertura di una discarica nella selva di Chiaiano, secondo i comitati, esiste e consiste nella raccolta differenziata, nel porta a porta, nella riduzione dei rifiuti a monte, nella costruzione di impianti di compostaggio, nel trattamento meccanico biologico ed in generale nella possibilità di riutilizzare i rifiuti al 100%, come propone da anni la rete Rifiuti Zero, di cui i comitati condividono pienamente le convinzioni. Insomma, nessuna discarica, né a Napoli città, né altrove, ma innanzitutto la possibilità per i cittadini di differenziare i rifiuti, cosa che a Chiaiano è resa particolarmente difficile, come ci spiegano ai punti di informazione allestiti dai comitati, dalla mancanza di un numero sufficiente di contenitori in cui portare i rifiuti e da una raccolta che viene effettuata poche volte durante la settimana. Sono bastate poche ore trascorse nel quartiere per capire che effettivamente i bidoni sono pochi, tanto che non è difficile trovarne alcuni circondati di sacchetti con i rifiuti già differenziati, che però non trovano spazio all’interno dei cassonetti. Nonostante questo, i comitati si stanno attrezzando per far decollare il porta a porta, organizzando gruppi di volontari, che si impegnano a raccogliere i rifiuti direttamente nelle case degli abitanti del quartiere, facendo ancheinformazione su una corretta raccolta differenziata.
Resta comunque un problema da risolvere, cosa si fa con i rifiuti che si sono già accumulati per le strade? I portavoce dei comitati hanno un’idea molto chiara al riguardo. L’apertura di una discarica a Chianano necessita di mesi, dicono, e per questo motivo non sarebbe la soluzione alla questione dell’immondizia che è ancora a terra a Napoli. C’è bisogno comunque di trovare un sito in cui conferirla e nel frattempo si può lavorare per dare vita alle soluzioni che noi proponiamo. Se proprio si deve costruire una discarica, esistono dei siti che sono idonei e sono quelli proposti a Bertolaso, già nel 2007, dal prof. Giovan Battista Medici. Tali siti si trovano in provincia di Salerno, di Benevento, ma soprattutto in provincia di Avellino ossia le aree attorno a Vallesaccarda, Vallata, Macedonia e Bisaccia
In totale disaccordo con la costruzione di una discarica a Chiaiano è anche Carmine Malinconico, presidente dell’ottava municipalità che comprende Piscinola, Marianella, Chiaiano e Scampia. I motivi del no di Malinconico non sono solo di natura strettamente ambientale, ma legati soprattutto alla già difficile situazione sociale dell’area nord. La municipalità comprende Scampia, ed è limitrofa a Secondigliano, ed è la periferia che, secondo il presidente, negli anni è stata più martoriata. A questo si aggiunge, dice Malinconico, il lavoro di riqualificazione che da anni stiamo portando avanti assieme all’Ente Parco Delle Colline, ed al suo presidente, l’architetto Agostino Di Lorenzo. Il nostro obiettivo è quello di dare all’area nord una vocazione basata sulla valorizzazione del comparto agrituristico, della ricezione, della rivalutazione dei prodotti locali come la coltivazione delle ciliegie. La mia preoccupazione è che la costruzione di una discarica proprio a Chiaiano, unico polmone verde di Napoli, vanifichi questi sforzi, la sua presenza cambierebbe la vocazione stessa del territorio, facendolo diventare il territorio della discarica.
Ancora una volta però ci troviamo di fronte ad un problema. Se non si fa a Chiaiano, dove allora? E soprattutto la municipalità propone delle alternative? Di fronte a questo quesito il presidente Malinconico si mostra sicuro soprattutto su un punto, una discarica è impensabile in tutto il territorio cittadino, considerando la natura dei suoli e l’alta densità abitativa di Napoli. Per quel che riguarda le alternative, la sua proposta è quella di costruire a Chiaiano un sito di compostaggio, anche in grado di servire tutto il capoluogo campano.