Arrivano gli esperti per decidere del futuro di Agnano
Ingegneri, chimici, geologi per il pool scelto da Bertolaso e mentre si attende il responso continuano, le critiche alla decisione del sindaco di Napoli
03 July, 2008
Si è insediata il 2 luglio, a Palazzo Salerno, la commissione si occuperà della valutazione dell’idoneità del sito di Agnano, indicato dal Comune di Napoli per ospitare l’inceneritore del capoluogo. La commissione aprirà i suoi lavori lunedì 7 luglio, ed in circa due settimane dovrebbe fornire i primi risultati della valutazione. Per l’arduo compito Guido Bertolaso ha scelto numerosi esperti in vari campi, e per il momento ha deciso di tenere fuori i rappresentanti dei comitati contro l’inceneritore e le amministrazioni locali.
Edoardo Cosenza, della facoltà di ingegneria, presiederà la commissione, composta da Paolo Gasparini, geologo direttore del centro di competenza Amra e coordinatore del Piano Emergenza Vesuvio, Gennaro Volpicelli, chimico industriale e presidente della Commissione di collaudo di Acerra, Piero Sabatino, direttore del dipartimento combustioni del Cnr, Bernardo de Bernardinis, direttore dell’ufficio prevenzione del rischio naturale della Protezione Civile. La commissione, si legge nella nota diffusa dal Sottosegretario, valuterà l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili a salvaguardia della popolazione e dell’ambiente.
Intanto, continuano ad arrivare da più parti le critiche alla decisione del sindaco Iervolino. L’ordine degli Ingegneri di Napoli il 2 luglio ha dedicato all’argomento un’intera seduta. Le problematiche legate alla scelta sarebbero, secondo la commissione urbanistica dell’ordine, di vario tipo. Innanzitutto, la costruzione di un inceneritore ad Agnano non avrebbe senso proprio da un punto di vista urbanistico, dato che l’area funge attualmente da zona importante di collegamento all’interno della città. L’impatto ambientale, inoltre, sarebbe considerevole. Agnano ospita, infatti, importanti risorse termali e naturali, come gli l’oasi wwf degli Astroni e le terme, non va poi sottovalutato il fatto che si tratta di una zona bradisismica.
A queste considerazione si aggiungono quelle del docente di Fisica del Vulcanesimo della Federico II, Giuseppe Luongo, secondo cui, proprio nell’area, negli ultimi trent’anni, si sarebbe verificato il massimo sollevamento dovuto proprio a fenomeni del sottosuolo. C’è poi la bocca della Solfatara che, ricorda Luongo, dista in linea d’aria poche centinaia di metri dal luogo individuato per accogliere l’impianto. Il Vulcano, durante il proprio impeto, potrebbe addirittura provocare un totale collasso dell’insediamento, causando uno spreco di risorse economiche di proporzioni inaudite.