Inceneritore Napoli est: protesta rimandata a settembre
La municipalità è ancora assente, mentre cominciano ad attivarsi i comitati dell’area
06 August, 2008
L’annuncio dell’inceneritore a Ponticelli è stato dato venerdì 1 agosto. Da allora, la protesta della sesta municipalità di Napoli è stata abbastanza contenuta, probabilmente perché in questi giorni si deciderà se l’area est della città beneficerà dei vantaggi garantiti alle periferie che verranno considerate dal governo zone franche urbane. La Regione ha, infatti, dato il suo parere positivo si attende solo la conferma a livello centrale. Per ogni zona franca urbana è previsto un finanziamento statale di 3 milioni di euro per il 2008, da confermare anche per il 2009. La Regione Campania, inoltre, destinerà una quota di risorse su base annua pari al 20% dell'ammontare complessivo di quelle nazionali per sostenere le azioni complementari alle iniziative, in particolare servizi di accompagnamento e formazione. Questa sembra una ragione sufficiente affinché il presidente e dei consiglieri della municipalità evitino qualsiasi tipo di protesta.
Lo stesso non vale per i comitati, che annunciano grosse battaglie a partire dal mese di settembre. I comitati «Agricoltori di Ponticelli», Napoli est «Salute e Ambiente» e quello contro la centrale di Vigliena hanno deciso, infatti, di unirsi, ricevendo un contributo anche da parte dei comitati in difesa delle cave di Chiaiano. Le ragioni dell’opposizione stanno nella presenza nell’area di una centrale a turbogas, contro la quale i cittadini stanno lottando da più di un anno. Napoli est, inoltre, è oggetto da oltre due anni di un progetto di riqualificazione e di recupero delle industrie dimesse. La ex fabbrica Cirio dovrebbe, infatti, ospitare in futuro aule della Università di Napoli Federico II, un’altra struttura industriale, la Corradini, ospiterà la nuova darsena di levante, ma anche un ostello per la gioventù ed un centro di produzione musicale. La paura dei cittadini è che la costruzione dell’inceneritore vanifichi gli sforzi finora fatti. Va considerato anche che l’area in questione è fortemente inquinata e da anni attende una bonifica sia dei terreni che delle acque.