Si puಠrevocare una domenica a piedi per maltempo, ma farne tante
17 March, 2013
La decisione di ridurre il blocco a Milano da 8 a 4 ore , di concentrare le ore di blocco al mattino, e soprattutto di fare tutto ciò a meno di 24 ore dall'inizio dell'evento, sembra più un compromesso infelice che una rimodulazione ragionevole dell'iniziativa. L'arrivo del freddo e del maltempo erano previsti con altissime probabilità da giorni.
Non si capisce bene il motivo dell'attesa nè il senso del nuovo orario. Si è detto ufficiosamente che al mattino ci sono manifestazioni sportive e che al pomeriggio saranno più fastidiose le precipitazioni. Se il blocco mattutino verrà sufficientemente rispettato e se servirà a tenere le strade aperte a chi vorrà dimostrare che anche in Italia si può andare in bici sotto la pioggia, niente di male. Però questo difficile e parziale contrordine dovrebbe a questo punto indurre un ripensamento più generale sulle domeniche. Credo che siano innanzitutto lo stesso sindaco e gli stessi assessori a non volersi più trovare in una situazione del genere. Alla Fiera della Cosa Giusta l'assessore Maran ha detto che nel prendere la decisione avevano tre opzioni : mantenere il blocco, revocarlo, o dimezzarlo. E che erano consapevoli che ciascuna delle tre decisioni avrebbe suscitato malcontento, ovviamente per ragioni diverse. Il punto è che la probabilità di maltempo dovrebbe - a mio parere - essere considerata nella programmazione. Certo, se le domeniche a piedi sono poche, ricche di eventi, sconti e gratuità speciali, revocarle è spiacevole e imbarazzante. Anche perchè costano. ( I mancati incassi di musei mezzi pubblici e impianti comunali a ingresso gratis sono un costo. Di denaro pubblico, cioè nostro. Se la domenica senz'auto è un bene, come lo è, non c'è bisogno di "scusarsi" facendo gli sconti.)
A mio parere le domeniche a piedi programmate dovrebbero essere moltissime, non comportare oneri per il Comune che dovrebbe caso mai puntare ad autofinanziarle. E quindi essere revocate e revocabili il giovedì o il venerdì di fronte a previsioni di maltempo. La possibilità di revoca per maltempo dovrebbe essere esplicita, insomma. In ogni caso, che siano molte o poche, facilmente o difficilmente revocabili, costose o no, è necessario - dopo 13 anni dalle prime domeniche a piedi - che da qualche parte si possa discutere con calma, con dati e con più soggetti i criteri migliori per la programmazione del traffico privato domenicale.