Le recensioni da Cinemambiente: La Selva Tranquila
02 June, 2014
"Diverse storie intrecciate tra loro per raccontare dal punto di vista locale come si sopravvive oggi accanto allo straordinario patrimonio naturale rappresentato dalla giungla di Iquitos nell’Amazzonia peruviana." Entri nella Selva Traquila e ti trovi dentro una Amazzonia che parla spagnolo, e questa è già una prima novità, abituati come siamo al brasiliano. E' una Amazzonia scintillante, cruda, dai colori forti, con cieli mutevoli, scrosci d'acqua e passaggi di sole limpido.
Soprattutto è una Amazzonia in primo piano, che comincia con la motosega che fa fatica ad accendersi e continua coi primi piani degli animali, compresi quelli che vengono pescati o uccisi per essere mangiati o catturati per venderli come curiosità. Non è un documentario a sensu unico, il tono non è quello della denuncia, ma è quello delle contraddizioni della realtà, la doppia consapevolezza che le risorse naturali sono tali perchè sono sfruttabili e che le risorse naturali vanno preservate. Non c'è una voce guida a fare la morale, a dare la linea, sono gli stessi abitanti a esporre le loro contraddizioni. "Gli alberi è meglio non tagliarli, soprattutto quelli alti che ospitano le scimmie urlatrici. E' molto di più quello che possiamo incassare dall'ecoturismo che dalla vendita del legname."
Ma poco dopo lo stesso personaggio si rassegna tristemente ad abbattere alcuni dei suoi alberi per fare qualche soldo e allestire una struttura ricettiva per l'ecoturismo. Lo stessso tono pragmatico e un po' preoccupato della donna che vende le scimmiette. " Le compriamo al fiume, al porto, ma ne prendiamo pochissime, per conservare la specie. " Un'Amazzonia quotidiana, che si contraddice, che resiste, che spreca e preserva, il 21 esimo secolo nella biodiversità.
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