Stop allo spreco di materie prime: il piano di Amsterdam è circolare
13 August, 2016
Come una regione metropolitana può
prendere in mano il suo destino riprogettando e riconvertendo, settore
per settore, l’attuale gestione lineare dei materiali che crea
diseconomia e problemi ambientali.
Come abbiamo raccontato in precedenti occasioni, l’Olanda è uno dei
paesi dove negli ultimi anni sta avvenendo un vivace dibattito nel campo
dell’economia circolare e diversi progetti pilota si stanno sviluppando. Lo scopo di questo e precedenti approfondimenti
pubblicati è quello di offrire spunti progettuali operativi che possano
ispirare gli amministratori delle nostre città ma soprattutto spingere
il nostro governo e i ministeri competenti ad elaborare un piano di
sviluppo sostenibile per il nostro paese.
Questo approfondimento è dedicato all’area metropolitana di Amsterdam AMA che sotto la guida dell’Amsterdam Economic Board ambisce a diventare entro il 2025 una delle 3 regioni più innovative d’Europa. Il Board è composto da rappresentanti del mondo aziendale, istituti di ricerca e dei Comuni dell’area metropolitana. Una delle cinque “sfide urbane” alle quali è dedicato il programma del Board al 2025 è l’Economia circolare.
Ecco a seguire la traduzione di un recente documento scritto da Jacqueline Cramer *.
La transizione verso un uso circolare delle risorse nella regione metropolitana di Amsterdam : più valore per economia, salute e ambiente
La regione metropolitana di
Amsterdam possiede delle caratteristiche uniche per diventare un hub di
sperimentazione circolare per prodotti e materie prime. Tra i vantaggi
il miglioramento della qualità ambientale, uno stimolo importante verso
l’innovazione e un rafforzamento dell’economia della regione con 4000 nuovi posti di lavoro stimabili che potrebbero diventare 8-10.000 nel 2030 .
Per rispondere a queste aspettative aziende, istituzioni governative e
cittadini lavorano insieme in una modalità innovativa per applicare
nuovi modelli di business adeguati alle nuove necessità del contesto.
Per l’Europa che importa da paesi extra europei il 90% del suo fabbisogno di materie prime e risorse in genere, la transizione verso un uso efficiente e circolare delle risorse è una strada obbligata e non più procrastinabile. L’economia circolare
rappresenta la migliore risposta in quanto il sistema economico
circolare è basato sulla riusabilità di prodotti e materie e sulla
rigenerazione ( e resilienza) delle risorse naturali. Questo approccio
permette di creare e mantenere il valore in ogni anello/passaggio del
sistema economico eliminando gli effetti indesiderati dell’attuale
sistema lineare. Se si interviene nella fase di progettazione dei beni e
dei processi produttivi è possibile contrastare l’esaurimento delle
risorse naturali, prevenire la produzione di rifiuti, le emissioni di
gas serra e l’utilizzo di sostanze nocive. Allo stesso tempo l’economia
circolare prevede una completa riconversione energetica dalle fonti
fossili responsabili del cambiamento climatico verso fonti rinnovabili
che siano sostenibili (1).
L’Amsterdam Economic Board ha pertanto sviluppato per la regione, all’interno del progetto “Economia Circolare”
due programmi per promuovere una transizione sul piano energetico verso
le rinnovabili (energietransitie) e un uso sostenibile delle materie
prime (grondstoffentransitie).
Materie prime: a che punto siamo del processo di transizione?
Non si tratta di partire da zero in quanto il riutilizzo di prodotti e
materiali è qualcosa che già conosciamo e pratichiamo da tempo. Il
problema è che attualmente la maggior parte delle applicazioni perde in
qualità dando origine a prodotti di qualità inferiore. Si potrebbe fare
di meglio e di più. Impegnandoci maggiormente sul riuso dei prodotti e
su un riciclo di qualità (upcycle) dei flussi di materiale, otterremo
più business, occupazione, innovazione e vantaggi ambientali. Le perdite
di valore dei flussi economici possono essere prevenute perseguendo
sistematicamente le opzioni che si trovano ai primi posti della scaletta
della circolarità.
Uno studio di TNO ha quantificato che l’applicazione di modelli
circolari ad una parte del comparto industriale potrebbe generare ogni
anno ulteriori benefici economici nell’ordine di grandezza di 7 miliardi
di dollari all’anno nei Paesi Bassi (2) e di 380-630 miliardi di
dollari nell’UE solamente per una parte dei comparti industriali (3).
* Jaqueline Cramer ex ministro del governo, professore in Innovazione Sostenibile presso l’Università di Utrecht, è anche un membro di Het Groene Brein “Cervello verde”, un panel che conta oltre cento scienziati e studiosi nel campo dello sviluppo sostenibile.
Pensare globalmente, agire localmente
Città e aree metropolitane giocano un ruolo cruciale per una transizione
verso un uso circolare delle materie prime. A livello locale trovano
infatti esecuzione le politiche formulate a livello nazionale, europeo e
internazionale. Che cosa accade sul territorio in materia di riutilizzo
e riprogettazione dei prodotti e di gestione dei flussi di materiali da
riciclare? E dove è necessario compiere sforzi supplementari per
accelerare questa transizione ?
Riuso e riprogettazione dei prodotti
Le iniziative in materia di riuso e riprogettazione dei prodotti
avvengono principalmente a livello di quartiere o di comune. Il numero è
ancora limitato ma in crescita nell’ultimo periodo. Lo dimostrano
iniziative condotte da start up come il progetto Peerby
dove gli utenti privati possono noleggiare utensili e oggetti vari da
altri iscritti al sito, la nascita del ristorante antispreco InStock, ecc .
Le possibilità di riutilizzo, riparazione e rigenerazione dei prodotti
sono lungi dall’essere esaurite e possono creare nuove imprese a livello
locale. Le stime sulla quantità di posti di lavoro che il settore può
creare nella regione metropolitana variano, ma possono facilmente
arrivare a 2000 nuovi posti di lavoro nel 2025. Se poi si prende in
considerazione il segmento che può essere generato dal noleggio e dal
leasing di prodotti (che non è più necessario comprare) i numeri
dell’occupazione possono ancora salire. Ad esempio un’azienda potrebbe
affidare ad un fornitore il compito di fornirgli il sistema di illuminazione completo e pagare per il servizio di manutenzione
senza entrare in possesso delle lampade. Il fornitore rimane il
soggetto responsabile per l’avviamento al riciclo delle proprie
apparecchiature a fine vita. Alla fine una riprogettazione in chiave
circolare dei prodotti genera business e innovazione e quindi
occupazione. Un esempio è lo sviluppo di nuovi materiali a base
biologica rinnovabile. A partire da risorse vegetali come canapa, erba
elefantina, bambù, lino, sfalci erbosi, piante acquatiche si possono
realizzare ingredienti per realizzare carta, tessuti, vernici, ecc.
Tutte le forme citate di reimpiego e di riprogettazione sono
potenzialmente un enorme motore economico in un’economia circolare. Le
aziende che operano nel campo della riparazione e manutenzione possono
acquisire un ruolo sempre più importante, così come i tradizionali
centri di riciclaggio per il rifiuto urbano ingombranti che possono
essere trasformati in stazioni circolari intorno alle quali lanciare
tutta una serie di attività.
Pensiamo solamente alle possibilità di recupero offerte dall’arredamento
dismesso. I Comuni possono dare un notevole impulso al settore del
riutilizzo e riprogettazione dei prodotti: mettendo a disposizione degli
spazi per tali iniziative; costituendo fondi destinati all’innovazione e
promuovere/ prevedere l’acquisto di prodotti circolari all’interno
delle politiche di approvvigionamento pubblico, appalti inclusi.
Per evitare che le autorità locali e ciascun soggetto potenzialmente
coinvolto all’interno dell’area metropolitana parta da zero sui
potenziali settori già individuati è necessario lavorare insieme,
scambiandosi conoscenze, esperienze e buone pratiche. Per sostenere
questo approccio l’Economic Board ha costituito una learning community
con focus sulle potenzialità derivanti dalle colture vegetali prima
citate e sugli acquisti/appalti pubblici circolari. La struttura fornirà
allo stesso tempo su richiesta assistenza sul tema del riuso e
riprogettazione e offrirà visibilità alle start up che forniscono
prodotti e servizi circolari.
Riciclaggio dei flussi di materiali
I Comuni svolgono un ruolo importante ai fini del riciclo dei flussi di
materiali. Essi provvedono alla raccolta dei rifiuti domestici e
attraverso le indicazioni presenti negli affidamenti dei servizi di
raccolta o nei capitolati di appalto determinano le modalità di gestione
e trattamento dei rifiuti. Compito dei Comuni é anche la verifica sul
territorio del rispetto delle norme in materia di raccolta e gestione
dei rifiuti industriali. Attualmente gran parte dei rifiuti domestici e
industriali viene incenerita ma questa situazione, in linea con le
rigorose linee politiche nazionali e dell’UE, dovrà essere ribaltata a
favore del riciclaggio.
Anche se l’innovazione tecnologica applicata al riciclo ha aumentato le
possibilità di riciclo dei materiali soprattutto ai fini della qualità,
le maggiori opportunità esistenti non sono automaticamente attuabili o
adottate. Questo perché molte delle iniziative di riciclo di qualità dei
flussi di materiale possono avere successo solo se le comunità
collaborano. Ogni flusso di materiale richiede di fatto investimenti
spesso ingenti in impianti avanzati di riciclaggio. Le aziende del
settore sono sicuramente interessate ad investire a condizione che ci
sia sufficiente certezza sui volumi dei materiali raccolti in entrata e
un mercato per il materiale riciclato.
Quando non esistono queste condizioni i flussi di materiali raccolti
vengono convertiti in applicazioni di basso grado. Un chiaro esempio è
rappresentato dalla frazione organica composta da da frutta, verdura e
sfalci da giardini (GFT) che viene termovalorizzata (al 97% ad
Amsterdam) o nel migliore dei casi trasformata in compost . In realtà
questa frazione potrebbe fornire prodotti di qualità per l’industria
chimica e farmaceutica proteine vegetali e composti bio-aromatici. Le
opzioni sono già note e testate a livello di laboratorio, ora è il
momento di passare ad un impiego su grande scala.
La regione metropolitana produce enormi
flussi di rifiuti che non vengono valorizzati al meglio, soprattutto
quando si considerano quelli industriali.
Dovendo stabilire delle priorità nell’approccio di tali flussi è
naturale iniziare con i rifiuti urbani che presentano grandi volumi e
potenziale per un riciclo di qualità superiore riducendo così il loro
impatto negativo sull’ambiente. In quest’ottica l’Economic Board insieme
ai comuni della regione metropolitana ha scelto i seguenti nove flussi
di materiali che saranno oggetto di intervento per permettere una loro
fruizione circolare:
1. Materiali C&D : rendere circolari i processi di costruzione e demolizione
2. Tessile non più idossabile: selezione e smistamento per tipologia, sfilacciatura e tessitura
3. Plastiche: selezione per tipologia ai fini di un riciclo/smaltimento per qualsiasi tipo di plastica
4. Biomasse: riciclaggio di alta qualità per alcuni
specifici flussi di biomassa come i rifiuti organici, fanghi da
depurazione, rifiuti prodotti dal settore agro-alimentare e gli sfalci
da aree verdi pubbliche (ivi comprese le piante acquatiche).
5. Rifiuti elettrici ed elettronici: disassemblaggio degli apparecchi e riciclo / smaltimento dei flussi di materiale ottenuti
6. Pannolini e pannoloni per l’incontinenza: per un riciclo di qualità
7. Materassi: per un riciclo di qualità
8. Server del settore ICT: per un riutilizzo o un riciclo di qualità
9. Metalli: a partire dallo sviluppo di nicchie di mercato per il riciclaggio di alta qualità di specifici flussi/tipologie di metalli.
Per ciascuno di questi flussi di
materiale sono state sviluppate specifiche strategie insieme
all’industria, esperti del settore e rappresentanti del governo locale
che hanno indicato quali condizioni siano necessarie per una transizione
verso un riciclo/riutilizzo di qualità che sia economicamente
sostenibile.
Si tratta di condizioni che vertono su aspetti come: la
certezza/sicurezza sulle quantità dei volumi di materiali in entrata,
gli sbocchi di mercato per le materie riciclate/riprocessate, lo
sviluppo delle conoscenze, la cooperazione tra le imprese con lo stesso
tipo di flusso di rifiuti, e/o la necessità di introdurre un diverso
modello finanziario, ecc. Nei prossimi mesi l’Amsterdam Economic Board
insieme ai comuni della regione metropolitana sigleranno degli accordi
commerciali circolari “circular deals” con imprese che si occuperanno di
gestire specifici flussi di materiale. In linea di massima l’intervento
del Board si conclude una volta che le parti interessate nella gestione
di un particolare flusso di materiale raggiungono un accordo, senza
entrare nella fase attuativa. In questo modo il Board può dedicarsi ad
affrontare la gestione di nuovi flussi.
Approccio per flussi di materiale
Per gestire i diversi flussi di materiale è necessario definire a priori
un approccio per ciascun flusso. Questo perché il ruolo che i governi
locali e l’industria devono giocare nella sottoscrizione e poi gestione
di uno specifico deal varia a seconda del materiale. Sulla base
dell’approccio gestionale richiesto abbiamo definito a grandi linee tre
categorie di appartenenza per i flussi di materiale:
1. Flussi di materiali che permettono “una chiusura del cerchio” a livello di Comune.
Un buon esempio sono i rifiuti da costruzione e demolizione (C&D).
Nel comune di Amsterdam questo flusso di materiale rappresenta il 40%
dei rifiuti complessivi. I materiali frutto di demolizioni vengono
riutilizzati in Olanda al 90% in applicazioni di basso livello come
sottofondazione stradale. Eppure ripensando in chiave circolare il
settore C&D si possono ottenere benefici economici complessivi pari
ad 85 milioni di euro all’anno e 700 nuovi posti di lavoro nella sola Amsterdam per soggetti con un basso livello di scolarizzazione (4).
Rispetto alla divisione dei ruoli tra
governo e industria per approcciare questo flusso è evidente che è in
primis il committente (pubblico e privato) a giocare un ruolo cruciale
inserendo il parametro della circolarità nelle politiche di acquisto.
Inoltre se è l’impresa edile che deve demolire con modalità circolari
(per un recupero selettivo e di valore dei materiali) è necessaria la
collaborazione delle autorità locali per lo stoccaggio provvisorio dei
materiali o la costruzione di un database digitale.
Un altro esempio per questa categoria sono i flussi provenienti dai
rifiuti elettrici ed elettronici. Il disassemblaggio dei Raee può
avvenire a livello comunale mentre il riciclaggio dei materiali ottenuti
deve avvenire a livello di regione metropolitana o addirittura
sovra-regionale.
La creazione di centri locali dedicati al disassemblaggio possono
favorire in particolare l’occupazione dei lavoratori che hanno
difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro.
2. Flussi di
materiali da raccogliere a livello di regione metropolitana per
raggiungere i volumi necessari alla creazione di un mercato redditizio
per il materiale riciclato. In questa categoria rientrano i
rifiuti organici, il tessile non più utilizzabile/indossabile, i rifiuti
di plastica non selezionati per tipologia polimerica e i prodotti
assorbenti per l’incontinenza. Il compito delle autorità pubbliche è
quello di mettere in comune i flussi di materie prime attraverso le politiche degli acquisti pubblici mentre spetta al mercato investire in un riciclaggio di alta qualità.
Anche in questo caso, la divisione dei ruoli tra aziende e autorità
locali deve essere rimodulata ai fini di un riciclo/riutilizzo di
qualità. Prendiamo come esempio, il flusso dei rifiuti organici che
include oltre all’organico prodotto nelle case gli scarti della filiera
agro-alimentare, i fanghi di depurazione e gli sfalci erbosi provenienti
da spazi verdi pubblici (comprese le piante acquatiche) che richiede un
approccio diversificato per tipologia. Una collaborazione tra governo e
industria nella gestione di questi flussi può apportare ogni anno sino a
150 milioni di euro di ulteriore valore e almeno 1.200 nuovi posti di lavoro (5).
3. Flussi di materiali prodotti in piccole quantità da singole aziende. Per
questa tipologia di scarti è necessario raccolti e sommati a flussi
simili provenienti da altre aziende per arrivare alle quantità
necessarie per un riciclo di alta qualità che offra un utile alle
aziende partecipanti. Per arrivare a questo obiettivo serve sviluppare
uno schema di organizzazione e un modello finanziario che renda
l’operazione economicamente sostenibile e redditizia. Un esempio per
questo flusso è quello dell’argilla sbiancante utilizzata nella
produzione alimentari che viene smaltita dalle aziende come scarto.
All’interno della catena agroalimentare ci sono diversi altri flussi che
attuamente vengono bruciati e che le aziende potrebbero invece
sfruttare come valore aggiunto, stimolando crescita sostenibile ed
occupazione.
La crescita di molteplici nuove attività
volte al riciclaggio di alta qualità comporta una progressiva riduzione
del rifiuto residuo e quindi un ridimensionamento della capacità degli
impianti che trattano i rifiuti.
Attraverso questo processo di costruzione di un’economia circolare e una riduzione delle attuali capacità di incenerimento che vengono modulate a livello di area metropolitana, si potrà prevenire la distruzione di capitale naturale ed economico.
Lo squilibrio può essere colmato in via provvisoria importando rifiuti
provenienti da altri paesi europei, tra cui l’Inghilterra.
Complessivamente questo passaggio ad un riciclo di qualità dei flussi di
materiale porterà un aumento delle attività commerciali e dei posti di
lavoro, più innovazione e sviluppo della conoscenza e maggiori benefici
ambientali. Le stime sugli impatti economici previsti per la regione
metropolitana variano, ma 2.000 posti di lavoro entro il 2025
pare un traguardo raggiungibile. La maggior parte delle iniziative in
materia di riciclaggio di alta qualità dei flussi di materiali comporta
notevoli investimenti in nuovi impianti. Questo requisito attrarrà
pertanto investitori con grandi capitali. Ma ci sarà ampio spazio anche
per le start-up che troveranno terreno fertile per il loro potenziale di
idee innovative nello scenario che verrà a crearsi.
La cooperazione nella regione metropolitana: una condizione per il successo
L’impegno e le energie che i Comuni, il mondo imprenditoriale e i
cittadini mettono in campo per arrivare ad un uso efficiente delle
risorse nella regione metropolitana acquisiscono maggiore forza dalla
collaborazione. Ogni Comune/territorio all’interno della regione
metropolitana ha una sua potenzialità economica che soddisfa specifiche
parti dell’intero programma “grondstoffentransitie”.
Ogni territorio potrà scegliere il proprio posizionamento sulla base
delle sue potenzialità economiche, e specifiche priorità educative,
culturali e sociali. In una fase di coordinamento tra i Comuni si
arriverà a stabilire uno o più cluster di attività circolari sui quali
ogni territorio concentrerà i propri sforzi. Ad esempio, il Western
Harbour (Westelijk Havengebied) è estremamente adatto attività
industriali di grandi dimensioni, Zaandam per un riciclaggio di alta
qualità di flussi agroalimentari, Haarlemmermeer per le colture vegetali
prima citate e per applicazioni circolari nel settore edile
(costruzioni e demolizioni) e Almere / Lelystad per il riciclo del
tessile. Un progetto di cluster circolare complessivo e dettagliato per
la regione metropolitana è in fase di preparazione in concerto con le
amministrazioni locali.
L’unione delle forze tra autorità locali, cittadini, imprese, mondo
accademico e della ricerca può fare decollare nella regione
metropolitana un hub circolare per beni e materiali di rilevanza
europea. Lo spin – off di questa iniziativa è enorme: 4000 nuovi posti di lavoro
al 2025 ( con l’impiego di persone con difficoltà di inserimento nel
mercato del lavoro) ; (extra) crescita economica capace di generare
almeno 1 miliardo di euro in più ogni anno; sviluppo di innovazione e conoscenza; e una significativa riduzione nel consumo di risorse e
emissioni di gas climalteranti. Per dirla in breve questo progetto di
transizione ha l’effetto di creare uno scenario culturale ed economico
che fa appello alla creatività e alla volontà di innovare. Creando allo
stesso tempo valore aggiunto per cittadini e imprese a livello di
economia, salute e ambiente .
(1) Bastein-Roelofs-Rietveld-Hoogendoorn: Kansen voor de Circulaire Economie in Nederland, TNO rapport R10864 2013.
(2) Idem come sopra
(3) Ellen MacArthur Foundation, Towards the Circular Economy; Economic and Business Rationale for an Accelerated Transition, UK 2013
(4) Circle Economy, TNO, Fabric, Amsterdam Circulair; Een visie en routekaart voor de Stad en Regio- Oktober 2015
(5) Idem come sopra