Il deposito su cauzione è vantaggioso per l'ambiente e i Comuni
01 January, 2017
Il deposito su cauzione per le bevande è lo strumento più efficace e meno costoso per garantire un fine vita circolare degli imballaggi.
Mentre sempre più paesi considerano il deposito su cauzione applicato ai contenitori di bevande il mezzo più efficace per ridurre i rifiuti nell’ambiente e aumentare i tassi di riciclo, ci si interroga sempre più frequentemente, e in diversi paesi, sull’impatto che il sistema avrebbe sui Comuni che hanno in essere un programma di raccolta differenziata. Il principale argomento addotto dagli oppositori del sistema è che il cauzionamento danneggi economicamente i Comuni.
Questo perché, a seconda del sistema in vigore nei singoli paesi, non incasserebbero i proventi che derivano dalla vendita di questa tipologia di imballaggi e/o il finanziamento che l’industria utilizzatrice di packaging eroga ai Comuni per sostenere la raccolta differenziata, in osservanza del principio della responsabilità estesa del produttore EPR.
In realtà gli studi internazionali che hanno valutato l’impatto economico di un'introduzione del deposito su cauzione, forniscono dei dati eloquenti che smentiscono questa obiezione, come vedremo, anche se la rilevanza di questo argomento non viene messa in luce con la dovuta importanza nei vari studi.
Innanzitutto va spiegato che i contenitori di bevande soggetti al
cauzionamento hanno un proprio circuito di consegna per lo automatizzato
costituito da macchine di reverse vending (RVM). Queste macchine,
posizionate in genere presso i supermercati, erogano per ogni
imballaggio conferito, un buono corrispondente al valore del deposito su
cauzione in vigore da spendere nel supermercato. Siccome i contenitori
per bevande rappresentano il 40% circa degli imballaggi totali, non
doverli gestire significa per i Comuni risparmiare i costi che un loro
avvio a riciclo comporta tra raccolta, trattamento e smaltimento. Vanno
inoltre messi in conto anche i costi smaltimento di quella quota di
contenitori che non va a riciclo, ma ad incenerimento o discarica perché
non intercettata dalla raccolta differenziata. E quindi quali sono i
costi di pulizia del territorio per i Comuni tra svuotamento dei
cestini e rimozione del littering per questi contenitori che, nei paesi
dove è in vigore il cauzionamento, ben difficilmente si trovano
nell'ambiente.ertanto se questi contenitori rappresentano una fonte di entrate per i Comuni va preso in esame il bilancio economico completo che includa i costi avvio a riciclo (raccolta e selezione) della percentuale di imballaggi che viene intercettata dalla raccolta differenziata, ma anche i costi di smaltimento di quella quota di imballaggi che non va a riciclo, ma ad incenerimento o discarica. Quanto costa cioè ai Comuni la pulizia del territorio tra svuotamento dei cestini e rimozione del littering per questi contenitori che, nei paesi dove è in vigore il cauzionamento, difficilmente si trovano nell'ambiente.
In conclusione siccome la gestione dei contenitori per bevande rappresenta sia una fonte di entrate che di uscite per i Comuni è solamente un bilancio economico completo che può stabilire se il gioco vale la candela. Uno studio recente europeo offre una base scientifica per stimolare un razionale dibattito sul tema.
IL CAUZIONAMENTO APPORTA IMPORTANTI RISPARMI AI COMUNI
Reloop
* ha recentemente prodotto uno studio che ha valutato l’impatto economico
in termini di risparmio di costi per i Comuni che possono derivare
dall’introduzione di un sistema di cauzionamento. Si tratta di una
ricerca che ha analizzato sotto questo aspetto 20 studi internazionali
realizzati in paesi diversi per determinare l’impatto economico di un
tali sistemi.
La tabella scaricabile a questo link
evidenzia che, anche se gli studi esaminati differivano in termini di
portata, paese di attuazione, autori e anno di pubblicazione, tutti hanno stimato notevoli risparmi netti sui costi prima citati per la stragrande maggioranza dei Comuni.
Nella sola Scozia, la ricerca commissionata dal Governo ha calcolato che
l’introduzione del cauzionamento comporterebbe un risparmio netto annuo
di 13 milioni di sterline per i suoi 32 enti locali.
Ogni sistema di cauzionamento richiede ovviamento un’adozione tarata e
progettata sulla base delle caratteristiche del paese dove viene
introdotta. Nonostante l’industria del beverage con la Coca Cola in testa sia una forte oppositrice del cauzionamento (e altre legislazioni) e abbia cercato con tutti i mezzi, anche in Olanda, di eliminare il parziale sistema esistente, non tutti i produttori di bevande sono contrari.
Esiste tuttavia una condizione
vincolante nel fare considerare alle aziende l'efficacia del
cauzionamento che consiste nel mettere totalmente a capo degli
utilizzatori di packaging i costi di gestione del fine vita degli
imballaggi immessi al commercio. Lo
dimostra il recente caso della Lituania, un paese
relativamente piccolo nella parte settentrionale dell’Europa dove
l’industria delle bevande ha lanciato nel febbraio del 2016 un sistema
da loro gestito di cauzionamento (10 cent) su quasi tutte le bevande. I
produttori di birra e acqua in bottiglia hanno preferito adottare questa
soluzione per aumentare i tassi di raccolta e riciclo ma anche come
alternativa al finanziamento del precedente sistema di raccolta che
forniva prestazioni da loro ritenute mediocri.
Anche le insegne della Grande Distribuzione che si sono dotate di
moderne macchine di reverse vending come il gruppo LIDL (guarda video) o ALDI sono
tutt’altro che contrarie al deposito su cauzione perchè il sistema
garantisce loro delle entrate che ripagano le insegne sia dagli investimenti
che devono essere fatti come l’acquisizione delle RVM, che dei costi di
gestione riferiti alle attività a loro carico.
Anche per l’Italia l’applicazione del deposito su cauzione per le bevande porterebbe ingenti risparmi per i Comuni sui quali ricade l’80% dei costi necessari per sostenere la raccolta differenziata. Si libererebbero così delle risorse da destinare al miglioramento degli altri flussi di imballaggi e per alleggerire le bollette dei rifiuti dei cittadini.
Quello che ancora manca negli studi per avere un quadro completo sullo stato dell'arte delle attuali gestioni di questi imballaggi è un qualunque tipo di quantificazione di quelli che sono i costi ambientali e sanitari di una loro mancata gestione circolare. L’incenerimento delle plastiche, ad esempio produce emissioni di diossine e l’inquinamento da plastica dei mari, gravissimo nel mediterraneo, ha ricadute negative importanti anche a livello economico. Un esaustivo rapporto della Ellen McArthur Foundation: The New Plastics economy (1) ha rivelato che il 95% del valore economico del packaging in plastica si perde in un solo utilizzo.
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(1) Recensioni sul report : The New Plastics Economy : rethinking the future of plastics
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