Amministratori comprensivi
17 October, 2012
Che l'Italia non brilli per rispetto delle regole è cosa nota. Altrettanto noto è quanto questo sia causa di costi, ritardi e illegalità diffusa. Tuttavia non è soltanto una resistenza ottusa dei cittadini alle istituzioni, anzi, spesso, sono proprio queste a dare messaggi contraddittori. Vi faccio un esempio che viviamo quotidianamente.
Chiunque cammini per strada si renderà conto di quante auto nelle nostre città sostano in divieto (su marciapiedi, piste ciclabili, passi carrai e strisce pedonali) e di come in alcune vie la doppia fila sia un elemento costante. Siamo così abituati a vederle da non farci neanche più caso. Eppure questa condotta è spesso causa di disagio (occupando parte della carreggiata crea ingorghi e ritardi dei mezzi pubblici e problemi per i cittadini con difficoltà motorie) e di pericolo (toglie visibita al pedone che attraversa e constringe i ciclisti a rischiosi cambi di traiettoria).
Tuttavia questi comportamenti sembrano, se non approvati, quanto meno tollerati.
L'assessore alla Polizia Municipale e alle politiche per la sicurezza della mia città, interrogata sul numero di contravvenzioni elevate per queste violazioni, ha enigmaticamente risposto: "Torino è nella media delle altre città italiane". Ora, vedendo in quale condizione di caos e anarchia versino anche le altre città, non mi sono sinceramente sentito di darle torto. Ad una richiesta di approfondimento su numeri e fattispecie delle suddette multe, la laconica risposta è stata: stiamo elaborando i dati. E già ci si immagina la clessidra girare. A distanza di mesi, e diversi solleciti, non è pervenuta nessuna risposta. Temo che sia il caso di spegnere e riaccendere.
Insomma non importa quante siano realmente le violazioni, i vigili in Italia fanno un tot di multe, giusto per stare in media. Qualche mal pensante potrebbe vederci un calcolo sul consenso elettorale, ma per fortuna, noi non siamo così cinici.
E poi d'altronde non si possono danneggiare gli esercenti che potrebbero perdere il cliente, anzi un buon cliente, che non dovendo pagare il parcheggio come fanno i cittadini onesti, può utilizzare gli spiccioli dell'evasione quotidiana per fare maggiori acquisti (perché di evasione si tratta, sia chiaro). Nè si possono vessare gli automobilisti quando già siamo in piena crisi. Senza dimenticare il fatto che il parcheggio, soprattutto di fronte al bar in orario colazione, è una merce assai rara.
Il messaggio è chiaro: non si deve infierire. Non importa se, come è avvenuto a Milano per colpa di un'auto in doppia fila, alla fine ci scappa il morto. Sono fatalità.
Però questo è un messaggio pericoloso e doppiamente sbagliato. Prima di tutto perchè si considera il posto auto ad un metro dal luogo dove ci si deve recare come un diritto inalienabile, cosa ancora tutta da dimostrare, anche a scapito di quello alla vita, alla sicurezza e alla libertà di movimento (provate a scendere da un marciapiede con una carrozzina nel magma di lamiere delle nostre città), quelli sì diritti fondamentali.
Ma ancor di più perché, neanche troppo tra le righe, ci dice che sì, la regola esiste, ma ci sono casi in cui comunque si può derogare: il parcheggio è scarso, solo 5 minuti, il tempo di un caffè, devo scaricare il bambino davanti alla scuola, sto lavorando io, mica mi diverto. Tutte le scuse sono buone per non rispettare una norma sacrosanta ed essere più furbi di altri. Tanto c'è chi chiude un occhio.
Allora dato che non sono un bacchettone moralista e capisco le esigenze di tutti, mi permetto di dare un consiglio: impariamo dagli automobilisti. Ad esempio, il bus è troppo pieno o è in ritardo? non pagatelo il biglietto, è una giustificazione più che valida. Così come se siete un esercente e avete avuto una giornata fiacca, non vi metterete mica a fare lo scontrino? E via a seguire: le tasse, perché pagarle? stiamo tirando tutti la cinghia e poi lo Stato li spreca e i politici se li mangiano. Il lavoro nero? meglio che lasciare le persone a casa. I sistemi di sicurezza di una fabbrica? Non possiamo bloccare il progresso per la burocrazia. Per ogni norma esiste un buona giustificazione per violarla.
Nel caso poi vi venga comminato un verbale, mandatelo ai vostri amministratori, senza dimenticare la vostra brava giustificazione, troveranno loro il modo di venirvi incontro.
Saremo un paese sull'orlo del collasso, ma non si può dire che ci faccia difetto la comprensione.
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